Ciò che era necessario come l'aria per il settore dell'arredo, per la vita sociale di un territorio, per l'immagine del Paese. Ciò che sembrava lontano, impossibile nei momenti più duri della pandemia: invece, il Salone del Mobile di Milano è tornato a tre anni di distanza, sprigionando tutta la sua forza con oltre 2mila aziende.
La vetrina mondiale e il suo popolo
La Tangenziale con le code verso Fiera Milano, a Rho, vissuta anziché con impazienza quasi con gioia, perché era il ritorno in massa degli operatori - attesi oggi fino a venerdì, sabato e domenica ci sarà anche il pubblico - verso la vetrina mondiale per eccellenza del design. E i treni, le Porte dell'area fieristica che accoglievano di nuovo visitatori da quasi tutto il pianeta. Difficile non emozionarsi alle nove e trenta, quando è stata decretata l'apertura e si sentiva un vociare in tante lingue.
Non ci saranno i russi, ma ad esempio si sono visti molti asiatici - in particolare dalla Corea -, oltre agli europei e agli americani.
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Difficile anche più tardi, con il taglio del nastro e i discorsi che si sono caricati di messaggi speciali. Mai banali, e con i contrasti di quest'epoca. Il Covid in questo momento se non domato, non in grado di impattare sulle vite e sull'economia, ma intanto si è piombati nella guerra e pesa la scarsità delle materie prime.
Ma c'è anche un altro dramma, che è stato doverosamente ricordato: tutti hanno voluto trasmettere la vicinanza alla famiglia di Gastone Faraone, morto nel padiglione 1 sabato scorso.
A settembre per il Supersalone, un assaggio di ciò che poteva tornare a essere questo evento mondiale, il capo dello Stato Sergio Mattarella aveva voluto assicurare la propria presenza. Oggi ha affidato un messaggio potente, letto dalla presidente del Salone Maria Porro. Ha citato «coraggio e tenacia» come elementi decisivi per mettere in atto la sessantesima, storica edizione.
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Coraggio e tenacia si manifestano anche in un'altra parola chiave, citata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti: investimenti.
«Non c'è imprenditore senza investimento»
«Questo non è semplicemente un luogo di incontro tra operatori, ma un evento profondamente collegato con la realtà e il territorio. Un momento importante e anche simbolico. Qui si mette in vetrina tutto ciò che c'è di meglio in termini economici e imprenditoriali del Paese. Lo Stato deve essere al fianco degli imprenditori che producono sviluppo economico, quando serve».
I momenti di difficoltà, ha aggiunto, ci sono sempre stati e sempre ci saranno: «E saranno superati. Oggi abbiamo difficoltà magari a trovare la manodopera o la materia prima... Il tempo del cambiamento è il tempo dell'investimento, non c'è imprenditore senza investimento».
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Investire, da oltre sessant'anni. Ci sono aziende presenti fin dall'inizio qui, uno «sforzo corale» ha ricordato la presidente del Salone Maria Porro. Per un Salone che è anche giovane, inclusivo, sostenibile. Al centro, una parola semplice e potente: il lavoro. Il risultato è una magia che tutti possono assaporare questa settimana a Rho e sempre nelle aziende, negli showroom.
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E ancora, il governatore Attilio Fontana: «È un catalizzatore unico di eccellenze del territorio, un veicolo straordinario in cui converge tutto il saper fare lombardo, in cui si valorizza il sistema delle imprese e delle loro associazioni, l'emblema di ingegno e tradizione della nostra Terra: dai più piccoli artigiani della Brianza, agli Atenei di fama mondiale... il Made in Italy all'estero è soprattutto questo: design e moda sono vessillo lombardo nel mondo, ambasciatori delle qualità italiane all'estero».
Ambasciatori che hanno lottato in questi anni e sono stati ricompensati da una riscoperta della casa da parte della gente. Ma lo sforzo continua, e nel segno della sostenibilità che ha visto assumere un nuovo impegno da un settore già teso a un rapporto rispettoso con l'ambiente, ha ricordato il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin: «Annuncio, con grande soddisfazione, di aver ricevuto dalle Nazioni Unite, prima al mondo fra le filiere del legno-arredo, la ratifica dell’adesione al Global Compact».
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Il Salone del Mobile è però anche movimento, turismo per Milano e non solo. Gli alberghi di tutto il territorio sono presi d'assalto. Già i dati di aprile sulle presenze, ha sottolineato il sindaco Beppe Sala, erano già sorprendenti perché ci si aspettava il ritorno a livelli prepandemici solo nel 2023. Invece, così è stato.
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Emozioni in fiera
Negli stand un lavoro febbrile perché tutto fosse perfetto, fino all'ultimo e oltre. Luca Palermo ed Enrico Pazzali, rispettivamente Ceo di Fiera Milano e presidente di Fondazione Fiera Milano, esprimono la felicità di rivedere corridoi e stand vivere di questa manifestazione «inimitabile, per cui sono stati costruiti i venti padiglioni». C'è anche un gesto, commovente: la compagna di una vita dell'indimenticato Manlio Armellini, anima del Salone, che ha appuntato la spilla storica sulla giacca di Maria Porro.
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Una scena intensa, un omaggio alla fondamentale componente femminile del Salone, sottolineato anche dal ministro Elena Bonetti che ha rimarcato: «Oggi non si celebrano solo sessant'anni di un'iniziativa importante, ma una tappa della storia del nostro Paese, fatta di donne e uomini».
Allora, tutti a immergersi negli stand, nei talk, nelle iniziative fiorite a Rho come a Milano: il Salone del Mobile è tornato, e riaccendendo i motori ha fatto lo stesso con le speranze.
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