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Economia | 05 giugno 2022, 09:20

L'INTERVISTA. «C'è un grande desiderio di Salone del Mobile. Pronti a percorrere nuove strade e nuovi mercati»

La presidente Maria Porro ci conduce all'interno della vetrina internazionale di Milano che aprirà il 7 giugno a Rho con quasi 2.100 espositori in un clima internazionale difficile ma anche con speranze: «Situazione complessa, che offre anche opportunità». Il numero sessanta e l'eredità di nonno Carlo, la storia percorsa e i giovani valorizzati, la presenza decisiva e il digitale alleato. ESPOSITORI E BIGLIETTI

Maria Porro - foto courtesy Porro - credits Giovanni Gastel

Maria Porro - foto courtesy Porro - credits Giovanni Gastel

«C’è una grande voglia di Salone, il primo segnale è una partecipazione importante, anche internazionale». Maria Porro, presidente del Salone del Mobile di Milano, conduce verso la sessantesima edizione della vetrina internazionale del design che si svolgerà dal 7 al 12 giugno nei padiglioni fieristici di Rho. 

Poche ore ancora ed ecco il Salone della storia e dei giovani, della ripartenza e della consapevolezza delle nuove sofferenze, come la guerra, ma anche della capacità di ricostruire. È quello del ritorno in presenza, anche dall’estero, e delle migliaia di persone collegate in streaming. Ma soprattutto, «abbiamo buonissimi riscontri da parte dei buyer da tutto il mondo, con il progetto incoming, in collaborazione con il ministero degli Esteri».  Già a maggio la percezione era evidente, non si vedeva l’ora di tuffarsi in questo Salone, rimandato da aprile a giugno per favorire l’arrivo della clientela straniera in Fiera Milano.

Certo, i russi che erano un cardine non verranno, o almeno mancheranno le delegazioni ufficiali. «Ma ci sono nuovi mercati interessati a esserci – spiega Maria Porro – come Emirati o India. Poi avremo Usa ed Europa. C’è un grande fermento che si vive negli stand delle aziende». Un po’ come il tessile, l’arredo ha cercato di trarre dalle difficoltà la forza di reagire. In crisi il mercato russo? «Le aziende che non avevano diversificato – osserva la presidente – trovano un’occasione per farlo. È sicuramente un’occasione in cui percorrere nuove strade, nuovi mercati. Rispetto alla situazione internazionale, il Salone si pone con la responsabilità di aiutare le imprese sbilanciate sul mercato russo». La guerra è un dramma, altri problemi tormentano come l’approvvigionamento delle materie prime o la difficoltà dei trasporti.«C’è una buona domanda di arredo internazionale - sostiene Maria Porro -  e una forte tensione che riguarda le materie prime, ancor più grande della crisi legata al conflitto in Ucraina. Di nuovo, una situazione complessa, per il Salone è anche un’opportunità».

Il dramma della guerra ha spinto a effettuare una donazione per il World Food Programme, con FederlegnoArredo, e le aziende hanno raddoppiato l’impatto del gesto. «Lo leggiamo anche in questi giorni – prosegue Porro – l’Ucraina era il granaio del mondo, anche di tanti Paesi in via di sviluppo. La donazione va dunque non solo a questa popolazione duramente colpita per prima, ma a tutto quello che questa catena può comportare. Arredo e design nel loro piccolo continuano a cercare di aprire il dialogo verso le culture».

Il design che unisce

Il design che costruisce, insomma, come sempre ha fatto, perché la bellezza è anche responsabilità. E non solo fa questo tra gli uomini, si pensi a Design with Nature, il progetto tracciato con l’architetto Mario Cucinella sull’economia circolare: «Non vediamo l’ora di condividerlo, come di vedere cosa porteranno le aziende… C’è in atto una grande trasformazione del settore, tutto».

Ma molto altro si farà strada o si confermerà come la collaborazione con Identità Golose. C’è poi quella con il Compasso d’oro, all’interno delle due biennali, per celebrare i 60 anni.

Cucina e bagno portano il loro accentuato contributo verso un futuro sostenibile, grazie alla ricerca e alla tecnologia. Ma ancora, il ricco programma di incontri e la piattaforma digitale del podcast che permette di non perdersi un istante. Il Salone è Milano e quell’aria di vitale connessione che porta, anche attraverso la Scala. Domenica 5 ecco il concerto dell’Orchestra Filarmonica diretto dal maestro Frédéric Chaslin, seguito da un balletto che vedrà come straordinario protagonista Roberto Bolle.

In un’alchimia forgiata anche dall'asprezza dell'emergenza sanitaria, il desiderio di tornare in presenza è stato sollecitato dalle anticipazioni del digitale con la piattaforma Unboxing Salone: «Sì – dice Maria Porro  - ha fatto venire un po’ alla volta  questa voglia di Salone». Due mesi di avvicinamento che ora corrono verso l’inaugurazione in fiera Milano martedì 7 giugno. I primi 4 giorni dedicati agli operatori, gli ultimi due anche al pubblico. Che potrà esplorare con maggiore facilità il SaloneSatellite, con i designer del futuro: «Cambia posizione, è aperto a tutti ed è inclusivo. Studiato per essere accessibile anche alle persone diversamente abili come ad esempio con i percorsi in Braille».  

I giovani saranno presenti anche con il mondo della scuola, sia dal Polo del Legno di Lentate sia da tutti gli istituti lombardi, assicura ancora la presidente. E poi i talk, tutti da gustare. Questo in un contesto di quasi 200.000 metri quadrati di superficie netta espositiva e 2.083 espositori. Una ricchezza di numeri, sforzi, qualità e orgoglio dei brand, che fanno guardare avanti.

Come nonno Carlo

Anche se quell’edizione numero sessanta induce a scrutare dentro gli anni passati, il primo passo compiuto da 12 aziende. Anche il nonno della presidente, Carlo Porro fu presente subito al Salone del Mobile di Milano nella precedente sede: fiero poi di portarci appena possibile la nipote ancora bambina, Maria. Oggi imprenditrice che insieme agli altri colleghi non vede l'ora di far ripartire il Salone e la speranza di un comparto e di più ancora: quella luce di un'Italia che sa superare ogni ostacolo. Il segreto scorre dalle mani degli artigiani alla capacità di rimanere sartoriale dei grandi.

Un patrimonio collettivo, come disse sempre la presidente lo scorso settembre alla chiusura di quella prova di coraggio incredibile che fu il Supersalone,  capace di essere «una miccia che ha innescato una reazione a catena che ha coinvolto l’intera design community internazionale, la città di Milano e tutto il settore».

Tra poche ore, quella reazione a catena si sprigionerà, di nuovo, con effetti ancora più dirompenti per la ripartenza dopo il Covid: le aziende non lo sperano e basta, ci stanno lavorando giorno e notte.

Informazioni

GLI ESPOSITORI QUI

Dal 7 giugno al 12 gli operatori dalle 9.30 alle 18.30.

L'11 e il 12 giugno i visitatori dalle 9.30 alle 18.30.

BIGLIETTI QUI

Marilena Lualdi

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