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Hockey | 07 maggio 2024, 14:21

Bino: «Ripartiamo per vincere. Coach di polso, giocatori amati, legame più forte con il vivaio. Tanti vogliono (o rivogliono) i Mastini perché qui si sta bene»

Il giorno dopo la decisione della Lega di proseguire con 2 stranieri e non 3, intervista al presidente giallonero: «Tre finali e una semifinale in due stagioni, da 1 a 10 siamo arrivati a 9... Il saluto di Czarnecki sulla lavagnetta e un addio che non è un addio». Nuovo tecnico: «Darà un'impronta per otto mesi senza guardare in faccia a nessuno». Gli ucraini: «Se c'è un talento che portare via dalla guerra, verrà...». Sul settore giovanile: «Con il presidente Longhi e il nuovo Cda lavoreremo per creare una nuova linea giovane tutta varesina». Sugli sponsor: «Persone sane che non usano lo sport per altri interessi». L'orgoglio: «Se avessimo una squadra forte con il palaghiaccio vuoto, saremmo come tanti altri...»

Gli abbracci al presidente Carlo Bino dopo un gol (foto Alessandro Umberto Galbiati)

Gli abbracci al presidente Carlo Bino dopo un gol (foto Alessandro Umberto Galbiati)

Certezza numero 1: i Mastini ripartiranno il prossimo 20 agosto dal palaghiaccio per arrivare in fondo a giocarsi Coppa e campionato per il terzo anno consecutivo. Certezza numero 2: lo faranno con tutti i volti storici e più amati delle ultime due o più stagioni (quindi, nessun addio nel nucleo storico). Certezza numero 3: arriverà un allenatore straniero di polso. Certezza numero 4: gli stranieri saranno due, come deciso ieri sera nella riunione delle società, nonostante i dirigenti dei Mastini avessero chiesto di salire a 3 ma, evidentemente, chi ha già molti oriundi o tanti giovani da far giocare non vuole che i gialloneri siano ancora più forti di quello che comunque saranno. Aperta parentesi: confermati i due ucraini equiparati agli italiani, e stavolta anche il Varese sarà della partita, che scenderanno a uno l'anno successivo prima che tornino ad essere considerati stranieri, mentre è arrivata proprio oggi la domanda del Fassa per essere al via della prossima Ihl (clicca e leggi QUI); nessuna certezza invece su sede e formula della final four per la Coppa Italia. Certezza numero 5: con il settore giovanile e il rinnovato Cda dell'HC Varese 1977 partirà un nuovo corso di collaborazione e vicinanza molto più incisivo e determinante per il futuro giallonero. Certezza numero 6: tutti gli sponsor rinnovano l'appoggio e, se qualcuno potrebbe anche aiutare di più, altri se ne aggiungeranno.

Certezze che arrivano, direttamente o indirettamente, dalla chiacchierata con il presidente dei Mastini Carlo Bino a quasi 4 settimane dalla fine del campionato.

L'11 aprile il Pergine ha vinto il titolo battendo il Varese in gara 6: cosa è successo da allora?
Abbiamo pensato e agito partendo dal fatto che nelle ultime due stagioni abbiamo disputato tre finali e una semifinale, dando tutto e rispettando anche l'obiettivo dell'estate scorsa, cioè di arrivare nuovamente in fondo a giocarci titolo e Coppa pur con mezza squadra nuova. Poi ci può essere amarezza e rammarico per non aver vinto, ma saranno la benzina per riprovarci. Aggiungo che dopo aver vinto tutto, l'anno successivo è il più difficile perché i giocatori hanno più mercato: vediamo il Pergine come se la caverà. 

A livello di città e tifoseria si può dire che i Mastini hanno vinto ancora tutto...
Sì, abbiamo avvicinato ancora più persone all'hockey, tenendo altissimo il livello della passione e dell'attenzione sui Mastini e sul movimento, aggiungendo la novità delle partite su Fisgtv con ottimi risultati e cioè anche 700-800 persone in diretta per semifinale e finale, oltre a quelle che arrivavano al palaghiaccio. Tirando una linea, da 0 a 10 siamo arrivati a 9... Chiunque a inizio stagione avrebbe firmato per vivere un'annata come l'ultima, pur tenendo conto che ci sono delle cose che non sono andate, altrimenti avremmo toccato quota 10, ma ci stiamo lavorando dal giorno dopo la finale. L'obiettivo è sempre quello: arrivare in fondo con una squadra che fa divertire in un ambiente bellissimo.

Alcuni Mastini arrivati nella scorsa stagione non ci saranno: forse gli stranieri, magari Vignoli con quel saluto sui social che qualcuno ha interpretato come un addio, il coach... Non è stata detta una parola ufficiale sull'addio di Czarnecki: perché?
Perché il rapporto con lui continua a livello umano e non si spezza, quindi tutti noi non riusciamo a considerarlo davvero un addio. Sono tornato nell'appartamento dove viveva ed entrando mi sono trovato scritto sulla lavagnetta un messaggio da brividi: "Grazie di tutto Varese e buona fortuna per il futuro". Firmato: "Niklas con il cuore". Noi gli abbiamo lasciato qualcosa e altrettanto ha fatto lui con noi, il nostro è un arrivederci tra amici. È stata presa una decisione di comune accordo dovuta anche alla sua condizione fisica, visto che deve ancora sistemarsi al 100% e non sa neppure se continuerà ad allenare. Niklas resta un grande uomo: perfino salutandoci all'aeroporto, ci ha dato consigli su come migliorare le cose. Lo aspettiamo da tifoso al palaghiaccio, e state certi che tornerà.

Al di là dei nomi su cui andrete, o su cui siete già, cosa vorreste avere che già c'era, e cosa invece che quest'anno è mancato?
Vorremmo riavere una squadra unita, con qualità e un allenatore capace come negli ultimi due anni. Rispetto all'ultima stagione, vorrei non avere tutti quegli infortuni, compreso quello del coach, che ci hanno portato a giocare al completo solo da febbraio dopo la final four di Coppa. Vorrei la stessa squadra dal primo all'ultimo giorno della stagione al 100% per vedere se le scelte fatte sono quelle corrette oppure no. E poi un pizzico di fortuna in più, anche se quella dobbiamo guadagnarcela: sono andato a vedere l'Italia nel mondiale di Bolzano e mi è sembrato di rivedere noi (il doppio dei tiri degli avversari, il disco fermo sulla linea o fuori di un centimetro). Con l'allenatore e i giocatori che andremo a prendere, con quelli che resteranno e con il nostro pubblico sono sicuro che lotteremo per vincere.

Capitolo stranieri: cosa ci può dire? Il Varese avrà anche un ucraino?
Gli stranieri saranno due e non tre e questo non ci facilita per ripartire dai due che già c'erano e che appezziamo come giocatori e come uomini. Inoltre dovremo ascoltare anche il prossimo coach, tenendo anche conto di un'altra cosa: se arrivano offerte ai nostri stranieri che non sono in linea con il budget, li lasciamo andare. Gli ucraini? Guardiamo a giovani di talento che sono ancora in Ucraina: l'obiettivo deve essere quello di portarli fuori dalla guerra e farli giocare qui.

Rispetto all'anno scorso, possiamo dire che tutti i giocatori più amati dal pubblico presenti da più di un anno resteranno?
Avendo già fatto l'anno scorso su alcuni giocatori scelte dolorose - anche se poi qualcuno la pensa diversamente... - per dare spazio a giovani che sono confermati e cresceranno ancora (Fanelli, Crivellari, Perino, ndr), possiamo dire che il nucleo forte italiano e varesino della squadra è confermato al di là, ovviamente, di scelte personali che non dipendono da noi.

Quali caratteristiche avrà il nuovo coach dei Mastini?
Sul tavolo di Malfatti ci sono i nomi di uno svedese, un finlandese, uno sloveno e un coach della Repubblica Ceca. Si tratta di persone di alto livello e vincenti: quello che vogliamo è un coach di polso che arrivi per fare il suo lavoro, gestire un gruppo per otto mesi e dare la sua impronta senza guardare in faccia a nessuno. Non dimenticando che il nostro primo obiettivo è fare divertire il pubblico. 

Ci sono giocatori che magari avete affrontato in campionato da cui siete rimasti impressionati o altri che conoscono bene i Mastini e che potrebbero o vorrebbero venire a giocare qui?
Sì, giocatori importanti di squadre importanti affrontate nell'ultima stagione, così come altri che qui sono già stati, vogliono la nostra maglia non perché ci siano progetti milionari ma perché l'ambiente, il palaghiaccio e una squadra che lotta per vincere fanno la differenza. Se avessimo una squadra forte con il palaghiaccio vuoto, saremmo come tanti altri nel nostro e in altri campionati... Uno degli allenatori in ballo per sedersi sulla nostra panchina che ha allenato in Alps ci ha detto: "A Varese ci sono progetto, ambiente e città, e tutti ne parlano bene. Non mi interessa scendere di categoria ma venire in un posto dove si sta bene".

Parliamo degli sponsor: a differenza dei giocatori, loro "pagano" per restare.
Tutti confermati, e ne arriverà qualcuno nuovo. Oggi l'hockey a Varese è visto come un ambiente pulito e, infatti, dal primo giorno della nuova società l'obiettivo è stato quello di portare qui aziende sane, lasciando fuori chi magari usa lo sport per altri interessi. I primi tifosi seduti accanto a me al palaghiaccio sono le persone che rappresentano Elmec, Scoiattolo, Vivobike, Brico Io, Beccaria, Rd Elettric... vengono a vedere le partite con le famiglie, mi abbracciano ai gol e vivono tutto ciò che facciamo con orgoglio, complicità e appartenenza. Qui non arrivano aziende perché dobbiamo fare cassa ma perché esiste una condivisione reale di valori. 

Settore giovanile: al vertice dell'Hockey Club Varese 1977 sono cambiati presidente (c'è Andrea Longhi) e Cda. Come cambiano i rapporti con voi?
L'arrivo di Andrea come presidente, Michele Bini come vicepresidente e la composizione del nuovo Cda, dove ci sono persone con cui abbiamo ottimi rapporti, ci fa immensamente piacere: con la loro gestione può iniziare finalmente una collaborazione bella e seria per il futuro dell'hockey a Varese. Mancano un paio di categorie, lo sappiamo, ma il nostro obiettivo è quello di avere di nuovo tra qualche anno una linea giovane tutta varesina in prima squadra.   

Andrea Confalonieri


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