«L'unico rimprovero che possiamo farci è non aver vinto gara 1. Averla persa avanti di un gol a 10 minuti dalla fine in una serie fatta da partite decise da dettagli o da un gol di scarto, alla fine ha fatto la differenza»: Edo Raimondi va dritto al punto nell'intervista a Roberto Vedani dopo la sconfitta di Pergine che consegna il titolo ai trentini (leggi QUI).
«Siamo delusi per non aver riportato la stagione a Varese - prosegue Edo - Eravamo un gruppo diverso rispetto all'anno scorso ma ci abbiamo provato fino all'ultimo disco e su tutti i fronti. Non si può dire niente a questi ragazzi: l'anno scorso è andata sempre bene, quest'anno un po' meno. Se nello sport vuoi vincere, devi saper accettare la sconfitta e noi l'accettiamo».
A livello personale, Edo non avrebbe mai scommesso di giocare da difensore: «Nonostante l'età, ho fatto quello che potevo e spero di aver insegnato qualcosa ai ragazzi più giovani ma, soprattutto, mi sono divertito. Smettere o continuare, e a quale condizione? Ne parlerò con la società e con la mia famiglia».
«Tra mille difficoltà e infortuni si è creato un bel gruppo, abbiamo resistito fino alla fine e dimostrato quello che valiamo - dice Pietro Borghi - è stato un bel viaggio che lascia qualcosa. Non abbiamo vinto ma ci portiamo a casa qualcosa che servirà per tutta la vita. Il bello è stato avere un gruppo sul ghiaccio e anche fuori, con i tifosi che non ci hanno mai abbandonato, nemmeno sul 2-0 per il Feltre o sotto con l'Appiano in gara 5. Rigoni è stato l'ago della bilancia. Pergine cinico, ha capitalizzato le occasioni che ha avuto: si merita la festa».
Rocco Perla è di poche parole: «Hanno vinto loro, noi ce l'abbiamo messa tutta. La mia stagione? Ci sono stati alti e bassi, posso e possiamo migliorare. Ringrazieremo sempre i nostri tifosi. Il futuro? Ne parleremo: amo Varese e i miei compagni sono fratelli».
Gianluca Tilaro appare commosso e provato. Il killer giallonero applaude il portiere Rudy Rigoni «che ha fatto la differenza in questa serie. Sotto 4-1 abbiamo riaperto la partita e lottato fino alla fine, non so davvero cosa ci sia mancato». «A parte gara 4 abbiamo dominato e creato noi il gioco - aggiunge il killer giallonero - Nonostante tutte le difficoltà, è stata una buona stagione. Quest'anno è toccato a noi perdere ma usciamo a testa alta. Ci spiace per i nostri tifosi e basta».
Andrea Ambrosi, il coach del Pergine, fa i complimenti al Varese: «È stata una bella serie, combattuta. Primo tempo al Varese? Spesso iniziamo a giocare quando andiamo sotto e iniziamo a giocare dopo un po'. Le situazioni di power play potevano fare la differenza, l'abbiamo visto a Varese e anche stasera. L'ultimo minuto è durato più di un anno per me. A inizio stagione non mi aspettavo di vincere due titoli».
Maurilio Meneghini, vicepresidente del Pergine, è un fuoco in piena di passione: «È una grande soddisfazione per i ragazzi che si sacrificano da settembre. Solo con il gioco di squadra e il sacrificio di tutti siamo riusciti a battere il Varese, che aveva forse qualcosa in più ed è una grande squadra. Noi l'abbiamo portata a casa con il cuore».
Ed ecco Rudy Rigoni, l'mvp della finale: «Sapevamo che questa era la chance più grande che avevamo e ce la siamo giocata. L'hockey non è mai finito e si è visto in quell'ultimo minuto, ma questo era il nostro anno».
Chiude Christian Buono, il più grande nemico dei Mastini: «Bellissima partita, è stata molto dura. Ci sono stati molti "feriti" ma ce l'abbiamo fatta». Perché in pista fai la differenza ma te la prendi con il pubblico? «Non sono mai nervoso... Dopo tutte le cose che sono successe con il violino, questo e quello, è stata impegnativa per noi. Possono dire quello che vogliono e che sembro stupido o nervoso, ma alla fine siamo concentrati sul gioco. Siamo una grande squadra con sei stranieri ma non è stato questo a farci vincere, bensì l'organizzazione e la strategia».