Il Varese ha comunicato settimana scorsa la sostituzione del direttore sportivo Davide Raineri con Antonio Montanaro (leggi QUI e QUI), proveniente da Bra, ed è in attesa di ufficializzare il nuovo allenatore al posto di Corrado Cotta (in pole position Floris, anche lui in arrivo dalla società piemontese) e ulteriori novità o saluti nell'organigramma del settore giovanile. Raineri ha ricevuto attestati di stima e affetto dal pubblico biancorosso per aver costruito due squadre ex novo in poche settimane da zero, una per l'Eccellenza, dove la società era precipitata la stagione precedente, e un'altra per la serie D, dove poi è stata ripescata in un'estate piena di sentenze e colpi di scena e dove è arrivata terza con il record di punti del Varese sul campo dal 2015 in poi, cioè da quando questa categoria, o anche peggio, è divenuta la regola.
Direttore Raineri, un suo commento sulla separazione dal Varese?
Nessuna polemica, ci mancherebbe: la dirigenza è giusto che faccia le sue scelte. Con il presidente Rosati c’è sempre stato e tuttora esiste un rapporto di fiducia e di stima reciproca. Certo che mi dispiace... in quanto oltre che a ricoprire il ruolo di direttore sportivo, sono sempre stato un gran tifoso del Varese, sin da giovanissimo. Ho conosciuto i portieri Fabris e Della Corna (il ciuffo), Libera, Calloni... Poi con gli altri che sono in zona, penso a Ramella, De Lorentiis, Montesano (in quel periodo il Varese era un esempio in Italia per la scoperta di giovani talenti) ed altri ci vediamo spesso alla rimpatriata che organizza Gianfranco Mulas al ristorante Cuor di Sasso per ricordare l’amico Bino, grande tifoso.
Un bilancio di questo campionato?
Direi ottimo: dopo diverse annate non molto positive abbiamo ottenuto un buon terzo posto. Abbiamo costruito una squadra da zero, creato un gruppo fantastico e ho avuto il piacere di collaborare con un buon team ed un bravo allenatore.
Il rapporto con Cotta, anche lui sostituito, qual è?
Anche in questo caso, uno lo stesso aggettivo: ottimo. Con il mister siamo amici da molti anni. La scelta dell’allenatore è stata condivisa pienamente dalla dirigenza. Certo si poteva sicuramente forse fare di più, come sempre accade nella vita di tutti, ma sono soddisfatto. Poi qualche contestazione dei tifosi ci può anche stare, fa parte del mondo del calcio. Devo dire comunque che ho sentito parecchio l’affetto e la vicinanza di una gran parte della tifoseria che ci ha seguito ed incoraggiato anche in trasferta, una su tutte quella di Albenga.
Come interpreta questa scelta dirigenziale?
Sinceramente, io e il mister avevamo già capito che che aria tirava.... Ripeto, queste cose fanno parte del calcio e della vita. I dirigenti è giusto che facciano scelte, forse ragionando su un nuova organizzazione. Io non ho nulla da dire al riguardo, mi sono messo a disposizione al massimo sin dal primo giorno ed il mio dovere in tutta coscienza credo di averlo fatto. Queste sono scelte tecniche ed è giusto e doveroso non commentarle.
C'è una delusione in questo campionato?
No, non direi: certo a pensarci bene alla fine del girone di andata aver perso in casa in quel modo con il Chisola...
Una partita positiva su tutte?
Tante, ma le vittorie fuori casa con Chisola, Albenga e Gozzano hanno dimostrato realmente lo spessore del gruppo, così come quelle a Pinerolo e Voghera su campi difficili.
Quale futuro per la società biancorossa?
È tutto legato allo stadio e anche alla sistemazione del terreno di gioco e questo la dirigenza lo sa benissimo. Il settore giovanile alle Bustecche sta iniziando a dare i suoi frutti, ci sono persone valide che stanno lavorando. Questo è importante perché il centro sportivo che verrà inaugurato a breve è sempre più attrattivo per i ragazzi.
Parliamo di due eccellenze come Varesina e Solbiatese.
Avete detto bene: sono due eccellenze, gestite bene e strutturate magnificamente. Hanno investito su impianti e realtà sportive di valore, staff tecnico competente e hanno grande voglia di guardare avanti partendo dalla valorizzazione dei giovani.
Qual è il futuro di Raineri?
Vorrei conservare la salute, prima di tutto. Poi fortunatamente non vivo di calcio, pertanto se arriveranno proposte di collaborazione che mi stimolano, con persone che hanno a cuore un progetto serio, potrei prenderle in considerazione. Anche perché il calcio è la passione di una vita e qualcosa, senza troppo vantarmi, potrei ancora dare come esperienza e conoscenza. Però stiamo a vedere...
Claudio Ferretti