«Io, folgorata sulla via dell'Acinque Ice Arena: vivo e tifo Lugano, ma scelgo i Mastini»

Ci sono tanti esempi di passione attorno ai Mastini, vicini e lontani, ognuno con la sua storia, la sua unicità e la sua bellezza. Oggi, prima della finale con il Pergine, scegliamo quello di Livia Veglio che da Lugano, dove vive e lavora (e dove tifa bianconero), è stata folgorata dai gialloneri alla prima partita vista al palaghiaccio un anno fa. Da allora, per lei, i Mastini sono diventati un amore a cui è impossibile rinunciare. Ecco perché.

Cosa ti ha conquistato dei Mastini?
L'ambiente. La tifoseria. Al palaghiaccio è tutto molto "vivo". Lavoro a Lugano e sono in contatto costante con le persone, sono abituata a "memorizzarle": ecco, ho subito sentito "vicini" i giocatori gialloneri, come se li conoscessi da sempre. Questa vicinanza tra pubblico e giocatori, sia durante le vittorie che nelle sconfitte, in pista come al bar, rende unici i Mastini. Trovano sempre da scambiare una parola con chiunque, sono molto umili. E che siano speciali lo vedo anche dal rapporto che hanno con i bambini. Possono apparire giganti o magari guerrieri in armatura, ma hanno il cuore di un bambino.

Appena ti dico la parola "Mastini", qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Alcuni numeri: il 27... il 55... il 23... il 16... il 91... Non sono solo numeri di maglia, per me. Trasmettono qualcosa che non riuscirei nemmeno a descrivere a parole. O forse sì, ne bastano quattro: amore a prima vista.

Sensazioni pre finale?
Siamo al limite: i giocatori hanno dato e hanno incassato. Si sono sempre saputi difendere. Però una finale è una finale, e questa è ancora più difficile...

Conta avere l'eventuale bella in casa?
Conta il fatto che questi giocatori sanno giocare per il pubblico prim'ancora che per loro. Il pubblico conta perché sa che dando tutto, riceverà tutto ciò che questi Mastini hanno.

Un solo giocatore che può cambiare la storia?
Marcello Borghi. Anche se Naslund quest'anno ogni volta che tira fa gol.

Se potessi dire una sola cosa particolare a Perla?
Ecco: gli direi di non fare nulla di particolare ma di scendere in pista per essere semplicemente se stesso.

Con i fratelli Buono ci sono state storie tese... come li affronteresti?
Io tendo a ignorare chi prova a farmi cadere in provocazioni. Lo so, non è facile, ma credo sia una debolezza abbassare il livello. Però io non mi lascerei coinvolgere in nulla che non sia il gioco e la partita.

Cosa chiederesti ai Mastini prima della finale?
Non chiedo nulla. Dico solo una cosa: io vi amo e vi amerò sempre. Infatti potrei andare a vedere il Lugano, la squadra della mia città che è anche quella del cuore, però vengo a vedere i Mastini.