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Calcio | 24 maggio 2024, 07:29

Giovanni Rosati, perché l'hai fatto? «Perché il Varese ce l'ho dentro. Per la passione messa da mio padre. Per ambizione»

Il nuovo membro del cda, che farà da collante tra proprietà, prima squadra e vivaio a 360 gradi e che da giugno vivrà in appartamento alle Bustecche, spiega il perché di questa scelta a 21 anni appena compiuti: «Metto tutto me stesso in una cosa in cui credo. Con il ds Montanaro rapporto che arriva da lontano: voleva essere solo qui. Gruppo sano e affamato che merita la conferma. Tifoso di Sogliano da sempre, spero possa trovare il tempo per venire a vederci»

Giovanni Rosati, 21 anni, al Franco Ossola

Giovanni Rosati, 21 anni, al Franco Ossola

Dietro la rete delle Bustecche, dove da inizio giugno vivrà in appartamento, osserva l'allenamento della Juniores e scambia due parole con il papà di un giocatore che lo avvicina, prima di essere raggiunto da Massimo Foghinazzi, responsabile del settore giovanile, con cui andrà a un appuntamento da un amico sostenitore della società. Giovanni Rosati ha scelto la strada del Varese, pur avendone altre a disposizione, e lo ha fatto a 21 anni in una società che dal 2015 è nei dilettanti (mai una parentesi così lunga lontani da casa, serie C e B, in 114 anni di storia): nessuno glielo ha imposto, nessuno gli regalerà nulla e tutti gli chiederanno qualcosa. Iniziamo a farlo noi, curiosi di capire come si possa scommettere oggi sul Varese, forse nell'attesa di una scintilla per poterlo rifare, prima o poi, anche noi e per "noi" intendiamo un po' tutto, anzi tutti.

Giovanni Rosati, chi gliel'ha fatto fare di prendersi questa responsabilità?
La passione che ci ha messo mio padre. Le mie ambizioni. La voglia di mettere tutto me stesso a disposizione di questa causa che sento mia perché, anche se non ci fossi dentro, sentirei comunque "miei" questa piazza e questi colori. Che non scopro certo io, né devo essere io a spiegare cosa hanno rappresentato e cosa rappresentano.

Se la curva del Varese arrivasse al primo giorno del raduno con uno striscione in cui c'è scritto "Vogliamo la serie C", lei come reagirebbe (suo padre ha detto: "L'obiettivo è fare meglio del terzo posto, quindi...")?
Vorrei arrivare davanti a quello striscione sapendo che in queste settimane di lavoro abbiamo fatto di tutto per essere all'altezza di quelle parole e di quella richiesta dei tifosi.

Pochi giorni nel cda biancorosso come collante tra proprietà, prima squadra e settore giovanile: qual è la cosa più difficile con cui si confronterà?

Decidere e prendersi le responsabilità delle scelte: non possiamo sapere se saranno quelle vincenti, ma dobbiamo avere alla base cognizione di causa, una filosofia, dei rischi calcolati per poter sempre dire che quelle compiute sono scelte "da Varese". Sento un grande senso di responsabilità che mi stimola, c'è tanta voglia sia da parte mia che del direttore Montanaro.

Perché la scelta di Montanaro ds?
Perché avrebbe fatto qualunque cosa per essere a Varese, ha grande ambizione e sogna di riportare in alto il blasone di questa piazza. E perché tutto questo ce l'ha dimostrato da tempo. Montanaro è qui ora perché ha voluto essere solo qui. In più è una figura trasversale: ha sì ottenuto buonissimi risultati a Bra che danno valore al professionista, ma ha anche un taglio manageriale con competenze importanti extra calcio. Vede il campo ma vede anche l'ambiente e la società in cui lavora.

Lunedì sera il direttore sportivo varesino che ha costruito il Varese del ritorno in serie B dopo 25 anni ha conquistato per il secondo anno consecutivo una salvezza impossibile in serie A con il Verona. Cosa gli direbbe?
Dal basso della mia giovanissima età lo ammiravo quando era al Varese. Per quello che possono valere, gli faccio i complimenti da puro appassionato di calcio che segue la serie A. Non sono certo io a dover commentare il suo impressionante lavoro. Sono un tifoso di Sogliano e spero che troverà il tempo di venirci a vedere.

Nuova squadra: qual è la linea tracciata dalla società ancor prima dell'arrivo di ds e tecnico?
Dare continuità al gruppo che è arrivato terzo. Non ci saranno più Raineri e Cotta, che hanno fatto un ottimo lavoro, in prima linea nell'area tecnica ma proseguiremo il lavoro messo in piedi da loro, partendo dal gruppo di quest'anno. Le vie del mercato e le difficoltà sono infinite, ma la volontà è quella di tenere il nocciolo di un gruppo che è sano, ha fame e sul campo ha meritato il Varese. Quanti verranno confermati? Non devo dirlo io, ma proveremo a tenere larga parte della squadra, anche se toccherà al nuovo mister avere voce in capitolo insieme al direttore.

Andrea Confalonieri


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