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Politica | 05 maggio 2024, 17:19

RilanciAMOlgiate sulla Corte dei Conti: «Si tratta anche di una questione di giustizia sociale»

Il più giovane candidato della lista Volpi, Marco Clerici, interviene sulla deliberazione emersa nell’ultima seduta del consiglio comunale: «È necessario che i costi di coloro che non pagano volontariamente una tassa non siano sobbarcati dal resto della collettività, perché questo sarebbe totalmente ingiusto»

RilanciAMOlgiate sulla Corte dei Conti: «Si tratta anche di una questione di giustizia sociale»

Nell’ultima seduta del consiglio comunale olgiatese ha fatto molto discutere una deliberazione della Corte dei Conti che ha individuato alcune irregolarità contabili nel bilancio comunale nel periodo che va dal 2018 al 2023.
Un’irregolarità che, secondo Giorgio Volpi e il gruppo RilanciAMOlgiate, è un grave campanello d’allarme che testimonia come vi siano delle correzioni da fare al più presto nel modo in cui vengono gestite le questioni finanziarie a Villa Gonzaga.

A spiegare quale sia il pensiero della lista è Marco Clerici, che anche attraverso un video ha voluto illustrare nel dettaglio quali siano i problemi riscontrati e le loro possibili soluzioni.
«Quella individuata dalla Corte dei Conti è una grave irregolarità contabile contenuta all’interno dei bilanci comunali dal 2018 al 2023 – sottolinea il più giovane candidato della lista – infatti sono state individuate delle risorse, pari a più di 600 mila euro, come se fossero già disponibile, e quindi spendili, mentre in realtà non erano ancora state riscosse.
Si tratta di un problema tecnico, che ci aspettiamo venga risolto nel più breve tempo possibile, ma che, grazie all’intervento della Corte dei Conti, ha permesso di individuare un’altra problematica».

Questa discrepanza ha infatti, secondo la lista Volpi, messo in luce come vi siano dei seri problemi nell’iter che riguarda la riscossione della Tari, che, stando al documento analizzato in consiglio, non sarebbe pagata da tutti i cittadini olgiatesi.
«Il comune di Olgiate olona ogni anno dovrebbe incassare circa 1 milione e 500 mila euro per la Tari, la tassa sui rifiuti – prosegue Marco Clerici – e se il 90% delle famiglie e delle attività olgiatesi pagano regolarmente questo tributo, la restante parte delle persone e delle aziende questa tassa non la paga né nei primi due anni, usufruendo della possibilità di rateizzare gli importi, né negli anni a seguire.
La Corte dei Conti, infatti, ha stimato che ogni anno abbiamo un ammanco di circa 130 mila euro e ha rilevato che le azioni sino ad ora perseguite per risolvere questo problema si son rivelate insufficienti».

Cosa fare allora per evitare che queste cifre non riscosse vadano a intaccare le tasche di chi già paga regolarmente la propria quota della Tari? «È necessario procedere con soluzioni alternative – spiega Clerici – fondamentalmente le strade da seguire sono tre; la prima è quella di aumentare l’organico che lavora all’interno dell’ufficio tributi dove, peraltro, vi è un unico funzionario che è in procinto di pensionamento.
Laddove questo non fosse possibile è necessario valutare la seconda soluzione: quella dell’esternalizzazione del servizio di accertamento e riscossione dei tributi; in ultimo è necessario procedere alla riscossione coattiva dei crediti di coloro che, nonostante i solleciti, non hanno ancora provveduto a saldare il debito con il comune».

Tutto questo non solo per un mero motivo contabile e tecnico, ma anche, e soprattutto, per fare in modo che i costi di queste mancanze non sottraggano fondi per i servizi che spettano giustamente a tutti i cittadini olgiatesi.
«Si tratta di una questione anche di giustizia sociale – conclude Clerici – per questo le agevolazioni e le esenzioni per le famiglie e le aziende in difficoltà non solo vanno mantenute, ma vanno incrementate; ma è assolutamente necessario che i costi di coloro che non pagano volontariamente una tassa non vengano ad essere sobbarcati dal resto della collettività, perché questo sarebbe totalmente ingiusto.
È quindi necessario agire prontamente perché la nostra sia una società più giusta, dove tutti pagano le tasse che sono richieste».

Ipe


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