Le telecamere di sorveglianza in stazione funzionano. Lo rivendica il sindaco, Andrea Cassani, dopo che ieri, 9 maggio, al consigliere comunale Giovanni Pignataro è stata rubata la bicicletta, a pochi metri dallo scalo.
L’esponente Pd stava realizzando un video sulle rastrelliere posizionate verso via Beccaria e oggetto di una rimozione, parziale, per fare posto a un paio di posti auto destinati a persone con disabilità. Ironia della sorte, fra i temi toccati nella registrazione, Pignataro ha anche toccato la presenza di una videocamera puntata proprio sulle rastrelliere, deterrente per eventuali malintenzionati. Non si è fatto troppi scrupoli, però, un passante che ha notato la Bianchi, non legata, del consigliere. Una manciata di secondi e la bicicletta non c’era più. «Ho avuto fiducia nella sicurezza della piazza. Ma forse la piazza non è così sicura» il commento del derubato, tra il serio e il faceto, prima di auspicare che la menzionata videocamera fosse in funzione. Oggi, il primo cittadino dirama quanto ripreso dall’apparecchiatura.
Nelle immagini si vedono Pignataro che realizza la sua registrazione e, sul perimetro dell’inquadratura, il ladro in azione. «Ecco il video in cui, dalle immagini riprese in stazione dalle telecamere funzionanti, “scompare” la bicicletta di Pignataro». Naturalmente il servizio regolarmente reso dagli strumenti di sorveglianza è una sorta di rivincita rispetto a eventuali dubbi del consigliere.
Anche in questo caso, del resto, la vicenda si arricchisce di un secondo capitolo. Se, ieri, dopo l'episodio, Pignataro ha casualmente individuato e inseguito a piedi, senza successo, il ladro, oggi fa presente: «In effetti ho avuto la possibilità di visionare le immagini in possesso della Polizia Locale, gli agenti sono stati molto disponibili. Ma ho anche rivisto con attenzione il video che ho girato io. E a un certo punto l’uomo che mi ha preso la bici attraversa l’inquadratura. L’ho riconosciuto, è un habitué della stazione. In tanti stanno cercando di dissuadermi dall’andare a cercarlo. Ma la tentazione di trovarlo e di chiedergli indietro la bicicletta, lo ammetto, è forte».
Stefano Tosi