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Politica | 02 maggio 2024, 19:11

Boschini (Arcigay): «In Provincia parole offensive sul Pride. Magrini venga a vedere che le cose dette sono infondate»

Alla richiesta di patrocinio, l’associazione si è vista alzare un muro a Villa Recalcati. Pd escluso, tutti coloro che hanno preso la parola in Consiglio provinciale si sono detti favorevoli a sostenere momenti culturali ed educativi, ma non la parata, utilizzando anche parole giudicate «sopra le righe». «Per noi non è giusto patrocinare solo alcune iniziative, perché vorrebbe dire rendere una parte della nostra comunità “non accettabile”», dice Boschini. Solidarietà di 5 Stelle e Possibile

Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese

Giovanni Boschini, presidente di Arcigay Varese

Alla richiesta di patrocinio per il Varese Pride, Arcigay si è vista alzare un muro in Provincia. Soltanto il Partito Democratico ha perorato, tramite una mozione, la causa dell’associazione che si batte per i diritti delle persone lgbtqia+. Ma al momento del voto tutti gli altri esponenti dell’assise si sono detti contrari, a partire dal presidente Marco Magrini, che avrebbe potuto decidere spontaneamente ma ha preferito rimettersi al volere dell’aula.
Ad ascoltare il dibattito in Consiglio a Villa Recalcati c’erano anche alcuni esponenti di Arcigay Varese, tra i quali il presidente Giovanni Boschini, che hanno trovato «offensivi» certi passaggi (leggi qui).
Al loro fianco si sono schierati il Movimento 5 Stelle e Possibile.

«Il Pride a Varese non è mai stato violento»

«È stato detto che siamo violenti, che il Pride è un circo. Ci è sembrato eccessivo – sottolinea Giovanni Boschini –. È parecchio offensivo. Va bene non condividere politicamente una manifestazione, però mi sembra che ad andare sopra le righe non siamo stati noi, nel senso che la discussione a nostro avviso è un po’ degenerata».

Dem esclusi, pressoché tutti coloro che hanno preso la parola in Consiglio provinciale si sono detti favorevoli a sostenere momenti culturali ed educativi, ma non la parata del 22 giugno, in linea con quanto accaduto nel 2023 dopo il primo momento di dialogo col presidente Magrini.

«Noi però – puntualizza Boschini – abbiamo richiesto il patrocinio per tutto l’evento, perché per noi non è giusto prendere le parti “accettabili” e patrocinarle e dire che le altre non lo sono, perché significherebbe rendere una parte della nostra comunità “non accettabile”, in un certo senso.
L’anno scorso avevamo accettato il patrocinio “a metà” in un’ottica interlocutoria, pensando che poi si sarebbe potuto fare un ragionamento più approfondito sul Pride e la sua storia. Questo non è avvenuto».

Da parte di Arcigay, le porte sono ancora aperte al dialogo: «Si può sempre cambiare idea – dice il presidente dell’associazione–. Se Magrini partecipasse, tanto meglio, magari si renderebbe conto che quello che hanno detto molti consiglieri è semplicemente infondato. Il Pride a Varese esiste da otto anni e non è mai stata una manifestazione violenta. Spero possa venire e rendersi conto con i propri occhi che non c’è nulla di quello che è stato detto».

In ogni caso i preparativi per la parata e le altre iniziative non si fermano: «Il patrocinio non è un permesso, è un sostegno politico – osserva Boschini –. È importante ribadirlo perché in tanti ci hanno raggiunto preoccupati che la manifestazione non si facesse più».
Così non sarà, la parata si terrà per le vie del centro di Varese sabato 22 giugno, peraltro con il patrocinio del Comune.

5 Stelle e Possibile con Arcigay

Nel frattempo, dopo l’intervento dei Giovani Democratici (leggi qui), il Movimento 5 Stelle e Possibile si schierano con Arcigay. «Il Gruppo territoriale del M5S – si legge in una nota – esprime solidarietà agli organizzatori del Varese Pride per le dichiarazioni offensive e non veritiere espresse in occasione della discussione relativa alla concessione, negata, del patrocinio alla tradizionale manifestazione. Il Pride, a Varese, si è sempre caratterizzato per essere un momento festoso, di incontro e di riflessione rispetto all’importanza di garantire i diritti civili a ciascun cittadino. Anche quest’anno saremo presenti con le nostre bandiere per esprimere un’idea di inclusione e rispetto ispirata ai nostri valori e a quelli espressi dalla Costituzione».

«Ancora una volta, la politica locale dimostra una preoccupante miopia di fronte alle tematiche lgbtqia+, negando il proprio sostegno ad una manifestazione pacifica e inclusiva che rappresenta un momento fondamentale di visibilità e sensibilizzazione per l'intera comunità», scrivono Marco Berteotti ed Elena Gamba, portavoce di Varese Possibile, e Walter Girardi Cattaneo del comitato scientifico nazionale del partito –. È inaccettabile che nel 2024 si debbano ancora affrontare simili attacchi all'identità e all’autodeterminazione delle persone lgbtqia+». Il Comitato Possibile “Rosa Parks” condanna le affermazioni ascoltate a Villa Recalcati e invita da un lato i cittadini a partecipare alla manifestazione e, dall’altro, la Provincia a tornare sui propri passi.

Riccardo Canetta


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