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Politica | 07 maggio 2024, 18:50

Disforia di genere, scontro in Regione sul farmaco che blocca la pubertà

Alta tensione a Palazzo Pirelli. La mozione della Lega che chiedeva di vietare temporaneamente la prescrizione di un farmaco che può ritardare lo sviluppo puberale dei bambini ha infiammato la seduta. Con sospensione e un’espulsione. Alla fine l’assise ha approvato il testo, rivisto però senza il divieto di somministrazione della triptorelina che, tra l’altro, in Lombardia non è prevista

Disforia di genere, scontro in Regione sul farmaco che blocca la pubertà

Alta tensione in Consiglio regionale. La mozione della Lega che chiedeva di vietare temporaneamente la prescrizione di un farmaco che può ritardare lo sviluppo puberale dei bambini con disforia di genere, e che quindi non accettano il sesso di nascita, ha infiammato la seduta di Palazzo Lombardia.

Scintille tra Luca Paladini (Patto Civico) e Davide Caparini (Lega), con il secondo espulso dall’aula dopo una sospensione della seduta. Dopo un lungo dibattito, su indicazione della giunta, il testo è stato riformulato, eliminando il divieto di prescrizione, che non compete alla Regione. La nuova versione della mozione è stata infine approvata.

La mozione

La mozione, sottoscritta da buona parte del gruppo leghista, riguarda la triptorelina, farmaco utilizzato principalmente nel trattamento dei sintomi del tumore alla prostata e della mammella e nelle pazienti in premenopausa.

Nel caso della disforia di genere, a determinate condizioni può essere somministrato off label (ossia per impieghi diversi da quelli per i quali era inizialmente autorizzato) per sospendere lo sviluppo puberale. «Ritardando lo sviluppo, questi bambini possono essere sottoposti all’intervento di riassegnazione chirurgica del sesso, che risulterà meno invasivo anche a livello psicologico in quanto non si sono ancora definiti i caratteri sessuali», si legge nel testo.

La prima firmataria Alessandra Cappellari ha parlato di un «tema che va sdoganato dall’approccio ideologico, guardando all’aspetto sanitario e al benessere del minore». E nel suo intervento ha citato «paesi come il Regno Unito o paesi scandinavi, noti per l’approccio laico e progressista sulle tematiche di genere, che hanno fatto un passo indietro». E «persone che, una volta adulte, si sono pentite di aver compiuto questa scelta».
«Anche esponenti del mondo lgbt hanno espresso perplessità sull’uso di un farmaco antitumorale per la disforia di genere – ha proseguito –. La mozione vuole essere un invito a riflettere. Il farmaco, come molti altri, può avere pesanti effetti collaterali. Non stiamo parlando di adulti che compiono una scelta consapevole, ma di minori e bambini».

Lo scontro e l’espulsione

La discussione si è accesa durante l’intervento di Luca Paladini: «Dopo le carriere alias, un’altra mozione che va verso la chiusura – ha detto –. Il tema è delicato, ma non avete nemmeno sentito la necessità di passare in commissione, ma portate una mozione bandierina a 25 giorni elezioni per avere qualche altro elettore transfobico dalla vostra parte». A quel punto, il consigliere di maggioranza Caparini ha sbottato: «Transfobico sarai tu», ha urlato. Si è sentito anche un insulto e l’opposizione è insorta.

Il dem Emilio Del Bono, che in quel momento presiedeva la seduta, ha invitato Paladini a proseguire in attesa di ricostruire l’accaduto per prendere le decisioni del caso. Ma l’esponente di Patto Civico ha insistito per una sospensione, ottenendola.

Se fossimo su un campo di calcio, si parlerebbe di Var. Alla ripresa dei lavori, è arrivato il “cartellino rosso”: Caparini è stato espulso e Paladini ha ripreso l’intervento: «Noi non siamo l’Aifa, non dobbiamo decidere quali farmaci vadano bene oppure no. E ci sono mamme che raccontano che quel farmaco ha salvato la vita a ragazze e ragazzi che hanno evitato gesti di autolesionismo o il suicidio. Inoltre, le strutture che in Lombardia danno questo farmaco sono zero».

Opposizione sulle barricate

Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da più esponenti della minoranza, tra i quali Paola Pizzighini (Movimento 5 Stelle): «Mozione strumentale – ha attaccato – la maggioranza se la prende con i più fragili invece di occuparsi dei veri e tanti problemi». Roberta Vallacchi (Pd) ha parlato di «mozione approssimativa e imprecisa»; Lisa Noja (Italia Viva) di «inaccettabile invasione di campo della politica nelle decisioni che attengono ad Aifa. Temi delicati come questo non devono essere usati per portare avanti una campagna ideologica».

«Se la politica cerca di sostituirsi alla scienza, significa che non ha ancora capito qual è il proprio ruolo – ha obiettato Martina Sassoli (Lombardia Migliore) –. Come farebbe la giunta a impedire la somministrazione del farmaco attualmente autorizzata da ministero e Aifa?».

Maggioranza a favore

Claudia Carzeri di Forza Italia ha difeso la mozione: «L’adolescenza serve per capire che cosa sia il proprio sesso. Lo si capisce crescendo, facendo anche qualche sciocchezza prima di arrivare alla maturità. Capisco che tante famiglie possono vivere le difficoltà del momento, ma la mozione permette di fare chiarezza e dare la garanzia che quello che si amministra è sicuro».

«Il testo chiede solo dei controlli, questo non dovrebbe scandalizzare – le ha fatto eco la leghista Silvia Scurati –. Il farmaco è stato messo al bando in diversi paesi europei: o sono tutti antidemocratici e illiberali, oppure c’è qualcosa su cui stare attenti».

La riformulazione e il voto

Al momento del parere della giunta, il sottosegretario Mauro Piazza ha proposto una riformulazione, accettata dalla prima firmataria, eliminando il divieto di prescrizione, che non compete alla Regione. Nel nuovo testo si parla di sostegno al tavolo ministeriale per stabilire nuove linee sull’utilizzo della triptorelina e di supporto alla «ricognizione in corso da parte del ministero attraverso le regioni, nonché di opportuni approfondimenti sul tema».

«La riformulazione boccia i contenuti del dispositivo senza dire che non sono accettabili», ha affermato Palestra. «Il sottosegretario ha demolito l’impianto della mozione, che con la riformulazione viene svuotata di significato – ha concordato Noja –. L’intento era piantare una bandierina».

Un’interpretazione contestata dalla proponente, mentre Christian Garavaglia, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è detto stupito dalla «leggerezza che ho sentito nei gruppi di minoranza nel non considerare i casi di emulazione. Che possono portare a fare scelte difficile nello stato adolescenziale». Alla fine il nuovo testo, sottoscritto anche da alcuni consiglieri forzisti, è stato approvato con voto segreto: 42 i favorevoli, 25 i contrari.

Riccardo Canetta


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