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Politica | 04 maggio 2024, 09:00

«Innovazione e difesa del Made in Italy». Marco Colombo e le battaglie da portare in Europa

Il sindaco di Daverio è candidato con Fratelli d’Italia alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. La sua campagna elettorale è partita sul territorio senza presentazioni ufficiali o comizi: «Alle situazioni autoreferenziali preferisco gli incontri con la gente sulle strade, nei negozi, nelle piazze». L’obiettivo è portare a Bruxelles l’impegno a favore del Made in Italy: «Serve gente preparata a livello pratico», dice da imprenditore di lungo corso

Marco Colombo, sindaco di Daverio candidato alle elezioni europee con Fratelli d'Italia

Marco Colombo, sindaco di Daverio candidato alle elezioni europee con Fratelli d'Italia

Nel 2021, si era candidato alle comunali nella sua Daverio con l’obiettivo di diventare “Sindaco d’Europa”, con la volontà di partecipare con successo al maggior numero di bandi possibile. Ora, da sindaco, Marco Colombo, imprenditore nel settore alimentare e strenuo difensore del Made in Italy, punta all’Europa. È infatti candidato con Fratelli d’Italia alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno.

La campagna elettorale è già nel vivo, ma Colombo non ha organizzato nessun evento per lanciare la corsa a Bruxelles: «La mia è una campagna elettorale diversa, non mi baso su comizi o presentazioni – spiega –. Incontro gente dal mattino alla sera, sia in qualità di imprenditore che di sindaco. La mia campagna elettorale è sulle strade, nei negozi, nelle piazze dove porto il mio sapere legato anche al lavoro di amministratore. Domenica, ad esempio, c’è la Piccola Tre Valli e sarò sul percorso a dare una mano; l’8 maggio sarò a Parma, al Cibus, evento di riferimento dell’agroalimentare, per un confronto con le aziende di settore. L’11 maggio sarò presente nei nove comuni della Valbossa impegnati nell’azione di prevenzione delle visite senologiche, e così via. Non sottraggo tempo a quello che è già il mio impegno quotidiano per dedicarmi a situazioni autoreferenziali».

Nel 2021, si era candidato a Daverio come “Sindaco d’Europa”. Ora – da sindaco – punta all’Europa.
«Evidentemente era una strategia comunicativa che ha portato i suoi vantaggi. Nulla succede per caso: nel nostro mondo d’impresa, la strategia è importante e ragioniamo sempre su lustri. Invece è successo l’imponderabile dopo meno di tre anni».

Uno dei suoi “mantra” riguarda la valorizzazione e la difesa del Made in Italy. È facile pensare che sarà il fulcro di un eventuale impegno in Europa.
«Lo sto dimostrando da imprenditore, innovando, puntando su “tradizioni in movimento”, proiettate verso il futuro. La mia battaglia sarà contro la burocrazia, contro le contraffazioni, ahimè, di alcuni colleghi che non amano il saper fare italiano, promuovendo l’innovazione. Come sto facendo anche a Daverio, con azioni concrete a favore di un’innovazione che è unica nell’ambito tecnologico-scientifico, come la Smartt Valley».

Oggi in Europa si fa poco, secondo lei, per difendere il “Made in”?
«Non c’è gente preparata, non dal punto di vista concettuale quanto a livello pratico. È difficile calarsi nella parte se non si ha un’esperienza come quella quarantennale che ho sviluppato in ambito prettamente pratico. Mancano queste “skill” dirette, anche per sapere come confrontarsi ai tavoli internazionali a proposito di alcune dinamiche che sono prettamente collegate al livello operativo».

Quali temi le stanno particolarmente a cuore?
«Innanzitutto occorre dare continuità a quello che ha detto Giorgia Meloni: i posti di lavoro vengono dalle imprese e non dallo Stato. Su questo l’Europa può fare molto se si investe nell’ambito dello sviluppo e dell’economia.
E poi c’è la battaglia all’“italian sounding”, ciò che suona italiano ma non lo è. Quindi sicuramente la difesa del saper fare reale delle nostre imprese, che vivono di internazionalizzazione e di export. E devono essere difese e tutelate».

Sta affrontando una campagna elettorale improntata sulla presenza sul territorio.
«Presenza sul territorio, certo, e partecipazione solo a eventi “specifici”, collegati al mio mondo e al sostegno del Made in Italy. Preferisco la presenza di poche persone attente con cui posso confrontarmi, piuttosto che platee non interessate. Solo così si ricevono spunti importanti. Il dialogo non deve essere univoco, ma sempre bilaterale».

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