In cima all'Acinque Ice Arena coach Claude Devèze, Michael Mazzacane (simbolo del numero magico: il 27) e il presidente dei Mastini Carlo Bino iniziano a giocare le final four di Coppa Italia che da domani - alle 15.30 le semifinali Caldaro-Valdifiemme e alle 19 Varese-Appiano - riempiranno il palaghiaccio, sold out, di colori e passione gialloneri. L'attesa pizzica ma c'è anche grande serenità, almeno nelle parole dei protagonisti. E la novità di un nuovo sponsor sulle maglie dei Mastini per questa due giorni: «In tanti ci si sono avvicinati - dice Bino - e domani l'azienda Privitera, leader nell'allestimento di eventi, sarà sulle nostre maglie. È di Tradate, quindi del territorio, ed entra nel nostro gruppo. Ringrazio quindi Massimo Privitera».
MICHAEL MAZZACANE
Come arriva il Varese a quest'appuntamento, Michael?
Carico, entusiasta, consapevole dei propri mezzi e del percorso fatto. Vivere un sogno in casa nostra dopo anni di sacrifici è fantastico. Ci mettiamo spensieratezza e concentrazione.
Il palaghiaccio all'inizio metteva un po' di pressione che poi si è sciolta...
A inizio stagione è stato uno shock perché non eravamo abituati a tanta bellezza, poi la squadra è cresciuta anche atleticamente. Andiamo avanti a testa bassa. Mentalmente in gare senza ritorno devi dare tutto, anche se non stiamo vivendo questa cosa con una tensione esagerata ma con consapevolezza. Il cambio di passo durante la stagione non è stato programmato ma è qualcosa in cui abbiamo sempre creduto.
CLAUDE DEVEZE
Coach, ha mai visto un pubblico e un ambiente come questi?
Quando ho visto tutta questa gente, un po' me l'aspettavo e un po' no. Anche nei video e prima di scendere sul ghiaccio sentiamo questo impatto su di noi. Già due anni fa avevo capito che c'era un filo magico tra squadra, tifosi e allenatore che non ho mai percepito nella mia carriera.
Come giocare queste finali?
Oltre ai dettagli conta l'aspetto mentale ma, soprattutto, divertirsi: l'hockey è divertimento, anche arrivati a questo punto. L'alchimia è figlia del fatto di stare bene assieme. Abbiamo raggiunto il punto in cui siamo, ma non è quello finale. Il lavoro non è finito.
Una squadra che teme in particolare?
Il mio team.
Si gioca ancora e sempre con l'Appiano...
Ma stavolta se perdi finisce tutto. In queste partite conta la testa ma soprattutto il cuore.
CARLO BINO
Presidente, credevate di arrivare fin qui?Sì, con Malfatti nei nostri ragionamenti estivi sognavamo di portare qui la final four, se ce ne fosse stata la possibilità. Sì, credevamo di poter essere in alto e che il pubblico avrebbe reagito così perché Varese ha il mastino nel cuore e sarebbe bastata una scintilla per rivivere certe emozioni che solo in questo palaghiaccio, e da nessun'altra parte, sono possibile.Siete le stesse persone di inizio stagione?Non mi permetto mai di alzare la voce o la testa, così come questi ragazzi: siamo tutti sullo stesso livello. Abbiamo in testa obiettivi lungimiranti, che non si fermano a questa Coppa. Alla prima conferenza dissi che il mio sogno era vedere il palaghiaccio pieno perché qualora fosse accaduto, saremmo stati sicuramente primi. Questa arena non l'ho riempita io ma "noi". E io sono felice perché vedo una città contenta.Un messaggio per il pubblico?Vivete l'evento dal primo secondo all'ultimo pensando che un giorno potrete dire "io c'ero", sapendo che sarà una cosa che resta nella vita. Piroso ci sarà? Ieri sera mi ha detto: "Sono un elefante, per abbattermi dovete spararmi".