/ Busto Arsizio

Busto Arsizio | 23 maggio 2024, 14:56

700 minori in difficoltà a Busto: serve “AffiDARSI”, alleanza tra famiglie e Comune

Chiamata a raccolta per single, coppie, genitori con o senza figli, associazioni. L’assessore all’Inclusione sociale, Paola Reguzzoni: «I “figli del Comune” impegnano risorse per più di 3 milioni l’anno. Ma il problema, prima che economico, è sociale ed educativo». Si punta a estendere l’istituto dell’affido e a forme di affiancamento famiglia con famiglia. Incontro informativo il 27 maggio

700 minori in difficoltà a Busto: serve “AffiDARSI”, alleanza tra famiglie e Comune

C’è una sfida difficile da raccogliere. C’è un appello rivolto a cittadini, famiglie, parrocchie, associazioni. Ci sono alleanze da costruire o rinsaldare con i Servizi Sociali e strumenti di supporto, aiuto e tutela a cui ricorrere. Si può riassumere in questi termini “Affi-DARSI”, il progetto per incentivare l’affido familiare, la prossimità e la vicinanza sociale, a favore di minori in difficoltà, presentato in conferenza stampa dall’assessore Paola Reguzzoni e dalla coordinatrice area sociale della cooperativa Proges, Marica Mainolfi (vedi anche QUI). Con un primo snodo importante all’orizzonte, l’incontro in programma lunedì 27 maggio, alle 18, all’oratorio San Luigi di via Miani, per illustrare motivi, scopi e prospettive del progetto a tutte le persone potenzialmente interessate.

La sfida

Il punto di partenza è stato illustrato dall’assessore: «Ormai il Comune si occupa di un numero di minori che supera ampiamente quota 700, quasi la metà con ordinanza del Tribunale. Alcuni di loro si trovano in strutture. Con il Covid, il bisogno è esploso e continua a crescere, tanto che si può parlare di emergenza a tutti gli effetti. I minori sotto tutela impegnano risorse comunali che sfondano i tre milioni all’anno ma il problema non è solo economico, è educativo e sociale. E le prospettive della presa in carico sono incerte, anche perché chi inizia a essere seguito da bambino facilmente lo sarà da adulto e così i suoi figli, la crescita è esponenziale. Le cause? Si confermano abusi e maltrattamenti fisici, aumentano quelli psicologici e la negligenza».

L’appello alla cittadinanza

“Affi-DARSI”, il progetto elaborato con Cooperativa Proges, si propone di fare conoscere e diffondere lo strumento dell’affido, anche reclutando persone e famiglie disposte a mettersi in gioco, per fare il bene dei minori («Un’ottima casa famiglia non è come una famiglia» la sottolineatura di Paola Reguzzoni) e alleviare la spesa sociale. «Stiamo coinvolgendo – ha spiegato Marica Mainolfi - le associazioni che lavorano con le famiglie e con i bambini o che, semplicemente, entrano in contatto con loro. Si vuole costruire una rete a maglie strette, intercettare precocemente il bisogno e dare risposte anche informali in un quadro diventato sempre più complesso, caratterizzato da povertà relazionale ed educativa oltre che economica. Serve responsabilizzare la comunità, che sempre più deve essere educante, anche per la progettazione delle azioni di tutela».

Azioni che possono essere l’affido (il minore è accolto in una famiglia a tempo pieno o parziale, dunque anche solo per alcune ore alla settimana o nei weekend a seconda dei casi, mentre il nucleo da cui proviene è supportato e seguito dai Servizi sociali) o l’affiancamento famiglia con famiglia / vicinanza solidale. In questo secondo caso, il sostegno avviene, appunto, con dinamiche che coinvolgono l’intero contesto d’origine, senza che il minore si trasferisca in quello di supporto. Si tratta di un intervento spesso preventivo, basato su aiuti di tipo solidale a impronta comunitaria (vicinato, scuola, genitori, associazioni, per esempio sportive, e così via).  

Confini, aiuti, informazione e… pugni allo stomaco

«Ricordo – la precisazione di Marica Mainolfi – che l’affido, per legge, è sempre temporaneo. Le famiglie che scelgono di accogliere, inoltre, non sono lasciate sole, sono previste valutazione, formazione e azioni di affiancamento da parte dei Servizi Sociali». «Anche – l’aggiunta dell’assessore – nella mediazione con i contesti d’origine. Grazie allo studio legale Albè & Associati, si metteranno a punto garanzie in più rispetto a quelle normalmente previste. Per informare compiutamente la cittadinanza, partirà una campagna ad hoc. Sarà, pur nel rispetto assoluto delle persone che intendiamo aiutare, centrata sui bisogni e sulle esperienze dei minori. Che spesso sono un pugno allo stomaco, inutile negarlo. Non possiamo dipingere, come ho visto fare altrove, sviluppi in stile famigliola del mulino bianco. Quanto all’incontro del 27 maggio, avverrà in oratorio perché vorremmo un contesto non istituzionale».

Chi può partecipare? Tutte le persone desiderose di saperne di più. Magari, in prospettiva, disponibili a mettersi in gioco: single, coppie, coniugati e non. Non ci sono limiti legati all’età, all’orientamento sessuale, alla religione o all’etnia. «Però – fa presente Paola Reguzzoni – serve, se si intraprende davvero il percorso, disponibilità. Se dico ad amare finisco con l’essere semplicistica. Quindi dico a supportare ed educare».

Per info: servizioaffidi@comune.bustoarsizio.va.it

Stefano Tosi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A GIUGNO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore