«Varese non deve mai più avere complessi di sudditanza o inferiorità con nessuno perché le sue potenzialità sono enormi abbinando organizzazione, sport e paesaggio, così come location e collegamenti con il resto del mondo. Il canottaggio dovrebbe essere un modello da applicare in tutti gli sport» dice il presidente della Canottieri Varese, Mauro Morello, radunando il senso di un'altra giornata e manifestazione senza eguali al mondo, neppure per ciò che ammirano gli occhi.
Nel tripudio di folla, colori e remi della Schiranna il vento accarezza le bandiere del mondo con il Monte Rosa sullo sfondo mentre Federica Cesarini, insieme alla sua metà Valentina Rodini, si va a prendere l'argento nella tappa di Coppa del Mondo sul doppio pesi leggeri olimpico, spinta dal boato di migliaia di spettatori, così come le varesine Alice Codato e Linda De Filippis, in una gara epica a bordo dell'otto, colgono un trionfo storico e commovente. Di più: il "daveriese" Gabriel Soares nel doppio maschile conquista uno splendido oro insieme a Stefano Oppo, poi imitato da Nicholas Kohl (Canottieri Gavirate) nel quattro senza all'ultimo colpo di reni a cui si è aggiunto il bronzo sul quattro di coppia di Nicolò Carucci, e Varese si conferma un tutt'uno con il lago e con il destino di essere la magnifica culla mondiale di sport unici e attrattivi.
«Abbiamo iniziato vent'anni fa - dice ancora il presidente Morello - e oggi siamo alla seconda generazione di uomini della Canottieri che organizza eventi di questo livello. Il primo fu la Coupe de la Jeunesse nel 2007, oggi siamo una realtà conosciuta a livello mondiale. A inizio settimana c'è stata una tempesta perfetta di vento e acqua che avrebbe messo i bastoni tra le ruote a chiunque e, invece, siamo qui a parlare di un nuovo successo organizzativo. Cosa continua a stupirmi come il primo giorno? L'atmosfera sportiva: occhi con mano l'agonismo degli atleti ma anche la compostezza, la serenità, l'amicizia, la bellezza dell'evento. Cammini in riva al lago e senti tutte le lingue del mondo. E se vai in torretta guardando verso il campo gara, con il Monte Rosa sullo sfondo, ecco... tutto questo non smetterà mai di stupirmi».
Come farà Morello a rinunciare a tutto questo quando, probabilmente non troppo tardi da oggi, non sarà più presidente? «Quel gruppo di ragazzi, che ora non sono più ragazzi, partito nel 2005 ha fatto un percorso importante, e lo dico anche con orgoglio - la sua risposta - ma può esserci un secondo ciclo e un'altra generazione oltre a noi che per fare crescere ancora di più il seme che abbiamo gettato vent'anni fa. Conto di venire a godermi la Coppa da tifoso e spettatore. Lo scopo di ogni cambiamento è che ci sia un grande futuro: occupare una piastrella per troppo tempo significherebbe tarpare le ali a questo futuro».
Di futuro parla anche l'assessore allo Sport, Stefano Malerba, a suo agio tra valori e passione di autentico sport: «Ora a Varese manca solo un Mondiale». Per quello del 2027 potrebbe non essere tardi: servono tanti soldi ma, vedendo la compattezza e la capacità di unirsi di imprenditori e istituzioni, e conoscendo l'umile ambizione del Comitato Organizzatore e della Canottieri, tutto è possibile quando, entro giugno di quest'anno, servirà presentare le prime garanzie non solo economiche.
Mauro Vitiello, presidente della Camera di Commercio, conferma l'invidiabile unione raggiunta da tutti i soggetti in campo, sull'acqua, sulle strade o sul ghiaccio: «Ci stiamo abituando al bello, ed è quello che merita questo territorio. Varese può fare la differenza e oggi qui abbiamo una rappresentazione di quello che questo territorio può dare. Dal punto di vista di strutture ricettive e infrastrutture, vista la crescita della capacità di creare grande eventi nel canottaggio, nel ciclismo e negli sport del ghiaccio, stiamo ragionando come una "squadra"».