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Basket | 26 marzo 2024, 18:48

Una serata di gala per la Varese dei "giorni di mezzo"

Una squadra e un ambiente sospesi in una dimensione in cui sogni e ambizione europei si scontrano con gli incubi, la sofferenza e la precarietà in Italia: è in questo contesto che si inserisce l’andata della semifinale di Fiba Europe Cup in programma domani sera contro i turchi del Bahçeşehir (palla a due ore 20.30). Una sfida che - messa tra parentesi e tolta dal qui e ora - sarebbe di per sé un traguardo di cui andare orgogliosi. Il "bene" Serie A, però, è troppo importante per non preoccuparsi

Nico Mannion nella foto di Fabio Averna

Nico Mannion nella foto di Fabio Averna

Un lungo faccia faccia. Una squadra davanti al suo allenatore.

C’è stato anche questo nei “giorni di mezzo” della Pallacanestro Varese, mai come ora sospesa in una dimensione in cui sogni e ambizione si scontrano con incubi, sofferenza e precarietà.

Da una parte la Coppa, un orizzonte solo rosa, comunque vada a finire: nessun obbligo, l’unico auspicio era fare strada nella competizione europea fortemente voluta da una società che aspira a  crescere e così è stato, addirittura oltre le aspettative. Se presa tra due parentesi e tolta dal qui e ora, la semifinale di andata di Fiba Europe Cup di domani sera (palla a due ore 20.30) contro il Bahçeşehir dovrebbe essere una serata di gala, una sfida da godersi guardandosi indietro e non avanti, un traguardo - già di per sé - di cui andare orgogliosi.

Dall’altra, invece, il campionato, un’orizzonte grigio che ogni partita che passa diventa sempre più nero. E allora la mente torna alle batoste prese, o comunque a trasferte quasi costantemente chiuse con un risultato negativo, a problemi di gioco mai davvero risolti, a un’efficacia mai davvero raggiunta, a una classifica scivolosa, a un senso di urgenza non ancora sportivamente drammatico (cosa dovrebbero pensare, altrimenti, Pesaro o Brindisi?) ma ormai difficilmente eliminabile dalla testa. E come potrebbe essere altrimenti? Al contrario della Coppa, rimanere in Serie A è vero e proprio obbligo, perché la stessa costituisce il bene più inalienabile che esista: il concetto non è confutabile.

Stretta in questa morsa di forze uguali e contrarie, Varese può solo stringersi in un quadrato che le permetta di arrivare in fondo, ed è forse quello che si sono detti coach Bialaszewski e i suoi giocatori: servono i fatti ora. 

Poi vincere aiuta a vincere e a rischiarare il cielo (così come purtroppo il contrario), e questo è il primo buon motivo per guardare con bramosia alla sfida continentale in programma fra 24 ore. Il secondo, va da sé, è la volontà di alzare un trofeo europeo che manca da 44 anni: ci sono solo tre partite da qui alla gloria, anche se oggi parlare di gloria pare quasi straniante vista la negatività che circonda l’ambiente biancorosso.

Si riparta dalle buone notizie: Davide Moretti domani sarà regolarmente in campo contro il Bahçeşehir. L’ultima visita sostenuta ieri ha dato il via libera: l’ex Pesaro avrà solo l’allenamento di oggi nelle gambe dopo una settimana abbondante di stop totale, ma non è il caso di sottilizzare. Con lui tutta la stessa truppa di Casale, sempre senza Librizzi, quindi, e al netto di Leo Okeke e di Michael Gilmore, non tesserati per la coppa.

Ad aspettare i biancorossi una partita difficile, contro una squadra che in campionato non se la passa ugualmente bene - il Bahçeşehir è dodicesimo - ma che sa come si affrontano gli snodi internazionali di tal portata (ha già vinto la coppa nel 2022) ed appartiene - nonostante la giovane età del club (nato nel 2017) - a un rango completamente diverso rispetto a tutte le avversarie affrontate finora.

Di fronte l’Itelyum si troverà una compagine fisica e molto pericolosa in attacco, ruvida sotto le plance ma anche prima in tutta la competizione nel tiro da 3 punti (42,7% contro il 37,7% di Varese). A trascinarla più uomini, a partire da quelli sotto canestro: il pericolo qui prende il nome di Jerry Boutsiele (15 punti e 8 rimbalzi di media) e di Tyler Cavanaugh, ala grande dalla doppia dimensione con 48 partite in NBA in carriera.

Il play è Tony Taylor, già visto in maglia Virtus nella stagione 2018/2019, anche se il miglior assistman è Phil Scrubb, fratello di Thomas, varesino sempre nel 2018/2019, 5 “cioccolatini” di media a partita. A completare il quintetto c’è Alex Bouteille, ala fisicata e tiratrice (45% da 3). Nel roster anche Trey Kell, non memorabile ex della stagione 2020/2021.

F. Gan.


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