È tornata ieri sera, dopo la pausa natalizia, L’Ultima Contesa, il talk show sulla pallacanestro di casa nostra di VareseNoi. Dopo la partita giocata e vinta a Treviso dai biancorossi, la terza in fila, ospite dell’undicesima puntata è stato Max Ferraiuolo, responsabile operativo della Openjobmetis. Con lui si è partiti a parlare dell’ottimo momento della squadra, analizzando l’inserimento di Mannion e spendendo parole su alcuni dei singoli. Altro ospite della puntata è stato Flavio Vanetti, giornalista de Il Corriere della Sera.
Qui alcune delle dichiarazioni di Max Ferraiuolo:
Sulla partita giocata sabato a Treviso: «Ho sempre avuto la sensazione che avremmo vinto, anche quando ci hanno recuperato spinti dal pubblico caloroso. Ma siamo stati bravi, siamo sempre stati là senza uscire dalla partita, nonostante le difficolta. Chi era in campo ha avuto sempre la freddezza e ha dato la sensazione di avere la situazione sotto controllo. Treviso in questi anni è diventata terra di conquista per noi, e la partita è stata un’ulteriore conferma della crescita che stiamo avendo dopo gli aggiustamenti di mercato».
Sull’impatto di Mannion a Varese: «Nico è stato bravissimo. Veniva da un’esperienza abbastanza negativa, e di conseguenza è animato da uno spirito rivalsa. È stato bravo, è un ragazzo molto educato, rispettoso delle persone, che ha sempre modo di chiedere le cose e di stare attento a chi gli sta intorno. Questo sicuramente l’ha aiutato nell’essere accolto da tutti come una piacevole sorpresa e come un ragazzo normale che ha gioia nel giocare a pallacanestro. A livello tecnico con lui diventa facile giocare uno-contro-uno e trovare l’uomo con i piedi per terra e tirare a canestro».
Sull’inserimento del Red Mamba: «Poche volte è stato così perfetto all’interno di un gruppo e di un sistema che aveva delle difficoltà nel riconoscere un leader e nel mettere in campo le cose che erano nelle loro corde. Questo ha esaltato le caratteristiche di tutti e speriamo che ora ognuno abbia la consapevolezza del potenziale della squadra».
«Come la Varese di queste ultime due partite, squadre che giocano e possono divertire come noi in questo momento non ne vedo. È un nostro marchio di fabbrica».
Sull’addio di Cauley-Stein: «È arrivato in un momento della sua carriera in cui dentro di sé aveva già deciso che fare il giocatore di pallacanestro non faceva più per lui. Probabilmente non aveva più gli stimoli che sono necessari. Se pensi di venire in Europa il primo approccio è proprio la voglia di provarci, di combattere e di dimostrare che si è ancora quel tipo di giocatore».
Sull’arrivo di Spencer: «L’arrivo di un giocatore che, all’opposto, è dotato del 10% del talento di Willie ma che ha questa garra, questa voglia e questa energia pazzesca diventa una chiave di volta per spiegare un cambiamento così importante. È arrivato un giocatore affamato che dà tutto quello che ha»
Su Shahid, autore di 33 punti all’esordio in A2 con la maglia della JuVi Cremona: «Vinnie è uno che se avesse avuto le chiavi del Campus avrebbe passato dentro 20 ore su 24. Ha una voglia incredibile di migliorare e di allenarsi, e ha una storia alle spalle che non l’ha agevolato a trovare una collocazione in un campionato come il nostro. Sono convinto che dopo questa esperienza in A2 possa provare a ripresentarsi in Serie A con altre ambizioni. Quest’anno è in prestito a Cremona, ma in estate tornerà sotto contratto con Varese».
Su Woldetensae: «Quest’anno Tomas ha delle oggettive difficoltà. Fin dall’inizio ha faticato a fare le cose abituali, e probabilmente il fatto di non riuscire a fare canestro ha creato nella sua testa un po’ di confusione e difficoltà. Secondo me in questi casi può far bene un mezzo stop, stando a guardare i compagni e cercando di capire quale possa essere il tuo ruolo. Può capire che entrare e tirare senza preoccupazioni è la via giusta per uscire dal momento complicato. È un giocatore che Varese ha tutto l’interesse di recuperare».
Su Okeke: «Leo si è integrato benissimo, anche perché è sempre stato a contatto con compagni. Parliamo di un ragazzo che ha 20 anni e che ha davanti a sé un futuro clamoroso, perché un giocatore italiano con queste caratteristiche fisiche e atletiche forse non si è mai visto. Ha ripreso a fare una parte degli allenamenti con i compagni e speriamo che presto possa arrivare il momento di metterlo in campo. Le cose stanno andando per il meglio, e potremmo vederlo presto almeno a referto».
Su Young e su una sua eventuale riconferma: «Ha ancora tre settimane per arrivare a quella condizione che gli permetterebbe di sfruttare al 100% le potenzialità. È un tiratore super e ha un fisico e un atletismo importanti. Non ruba la scena e quando va in campo sa cosa può fare per rendersi utile. Deve fare l’ultimo step per essere quel giocatore che nello scacchiere tattico può diventare importante».
Qua sotto il video della puntata integrale.