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L'ultima contesa | 12 marzo 2024, 07:30

VIDEO - Legovich a L’Ultima Contesa: «Sentirsi salvi ora sarebbe un errore. I fischi al coach? Una cosa che va contro la Pallacanestro Varese»

Il giovane assistente allenatore della Openjobmetis è stato l’ospite della puntata di ieri: «Con Brindisi partita nervosa, ma c’è soddisfazione per averla portata a casa. La difesa è cresciuta nel tempo grazie al lavoro in palestra: l’arrivo di Spencer è stato fondamentale, e le guardie aiutano molto. Il cambiamento più importante sono i punti concessi in area. Besson? È un ragazzo molto sveglio, parla poco ma lo fa con i fatti. Playoff? Preferisco vincere la coppa»

Marco Legovich, ospite ieri sera a L'Ultima Contesa

Marco Legovich, ospite ieri sera a L'Ultima Contesa

Il giorno dopo una vittoria pesante in chiave salvezza, è tornata in onda L’Ultima Contesa, il talk-show sulla pallacanestro di casa nostra di VareseNoi.

Ospite è stato Marco Legovich, l’assistente di coach Bialaszewski che ha il compito di occuparsi principalmente della difesa biancorossa. E proprio di difesa si è parlato principalmente, viste le recenti buonissime prestazioni da questo punto di vista. Oltre a questo, temi caldi le prime partite di Hugo Besson, la FIBA Europe Cup e molto altro.

Altro ospite è stato Enrico Salomi, giornalista di Malpensa24 e Backdoor Podcast.

Ecco alcune delle dichiarazioni di Marco Legovich:

«Sicuramente una partita importantissima - sul match vinto ieri contro Brindisi - C’è soddisfazione per averla portata a casa e per aver festeggiato. È stata una partita leggermente nervosa, i pochi punti subiti è stato un bel segnale dai giocatori. Offensivamente abbiamo fatto fatica, ci sono cose su cui dobbiamo lavorare e migliorare, ad esempio come costruire i tiri. Anche nel terzo quarto la squadra è stata brava a restare unita e anche nelle individualità abbiamo trovato tanto a livello difensivo. Prestazione dalla quale ripartire, assieme a quella di Nymburk».

Sui miglioramenti difensivi della squadra: «La squadra è cresciuta nel tempo. Il miglioramento di squadra è dato dal lavoro fatto in palestra, poi è chiaro che l’arrivo di Spencer ha aiutato, ed è aumentata la conoscenza dei giocatori e del livello del campionato. Spencer è un difensore sul pick & roll ottimo e unito a questo c’è stato un aumento di precisione delle guardie: Mannion è un difensore sottovalutato».

Sull’aumento dei tiri da 3 subiti dagli angoli: «Il numero di corner 3 concessi è aumentato perché la difesa sui pick & roll è come una coperta: bisogna capire in base alle caratteristiche dei giocatori e al momento della partita che tipo di scelta preferiamo fare. Eravamo arrivati a un punto che ci serviva più aggressività sulla palla, e così si lascia qualcosina in altre zone del campo».

La miglioria difensiva che più lo soddisfa: «Il cambiamento più importante è la diminuzione dei punti in area e al ferro. Questo parte da due cose: il lavoro di squadra e la finalizzazione data dalla presenza in area. Spencer è miglior stoppatore del campionato e Scott sta diventando sempre più una presenza. La cosa che mi è piaciuta di più ieri è stato l’extra-effort: abbiamo lasciato pochi tiri non contestati».

Sul problema dei rimbalzi: «Sui rimbalzi difensivi non siamo ancora soddisfatti, è uno dei talloni d’Achille della squadra al momento, e non dobbiamo farlo diventare un target per le altre squadra. A rimbalzo offensivo per troppe volte abbiamo perso la battaglia dei tiri, ci serviva maggior presenza in area. Il coinvolgimento dei due 5 è fondamentale, ma una copertura dalle ali ci stia aiutando, come è successo anche ieri».

Sul sistema di gioco di Varese e sull’allenabilità della squadra: «Un modo di vedere la pallacanestro diverso. Non è vero che alcuni adeguamenti non sono permessi, semplicemente ogni scelta viene fatta su motivi statistici, gli stessi per cui escludiamo alcune cose in attacco e difesa. La rigidità del sistema non va vista come impossibilità di allenare: un conto è dire “Varese tira da tre e basta”, ma per noi allenatori la sfida è come costruire quei tiri».

Sul cambio Hanlan-Besson: «Due giocatori molto diversi. Il cambiamento è stata una notizia a ciel sereno, ma la squadra è stata molto seria a capire la situazione. Hugo è un ragazzo molto sveglio, si è calato in due settimane in un mondo diverso con grande attenzione e voglia. Parla poco ma lo fa con i fatti: fa quello che gli viene richiesto, non è accentratore di attenzioni e come professionista e ragazzo non posso che esprimere buone parole per il suo inserimento».

Sul rush finale in campionato e sulla situazione salvezza: «Queste otto partite finali sono un campionato a parte, le insidie sono sempre dietro l’angolo. Andare a giocare contro una squadra che deve salvarsi è più difficile che giocare con Milano o Bologna. Sentirsi salvi ora è un errore, da quando ci sarà la matematica poi ci si potrà divertire. Fare i playoff sarebbe belo in un ambiente come il nostro, ma continuo a pensare partita per partita».

Sul prossimo impegno in FIBA Europe Cup: «Nymburk è una squadra che ti fa giocare male. Sono consapevoli di alcuni limiti, non fa del tiro da fuori la sua forza, ma sono bravi a pescare da altre situazioni. Vorrei vedere la stessa Varese responsabile e matura che in difesa dà subito un segnale, e non una squadra già convinta di essere in semifinale. Sarà importante vincere e continuare a crescere».

Su coach Bialaszewski: «Prendere una squadra come Varese e vivere tutti questi cambiamenti non è semplice. Abbiamo avuto svariati confronti durante l’anno: Tom ha una capacità di ascolto sopra la media, è intelligente e non ha pura di condividere. Sentire ogni partita i fischi all’allenatore è qualcosa che va contro la Pallacanestro Varese».

Qui sotto il video della puntata integrale, con le parole del coach anche su Brown, McDermott, Woldetensae e Mannion:

Lorenzo D'Angelo


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