Tre pezzi fondamentali del puzzle Openjobmetis 2023/2024 sono stati presentati ufficialmente oggi pomeriggio presso il Lino Oldrini, fresco di nuova denominazione in Itelyum Arena (leggi QUI).
Willie Cauley-Stein, Olivier Hanlan e Sean McDermott hanno condiviso le proprie impressioni e aspettative dopo un mese di lavoro in città.
Cauley-Stein: «Sento l’amore della gente, mi aiuta a dare il 110%»
«Quando ho firmato ho cercato di non pormi aspettative - ha iniziato il lungo americano - Mi sono trovato bene fin da subito con i compagni, tutti ottime persone e ottimi giocatori. Sono rimasto ben impressionato da tutta l’organizzazione, ha favorito il mio inserimento. Fisicamente sono a posto, non ho infortuni e mi sento bene. Si tratta di mettere insieme le cose e migliorare giorno per giorno. Qui c’è molto amore, si sente intorno alla squadra e me ne accorgo anche quando sono in città. Tutto questo ti aiuta ad andare in campo e dare il 110%».
Sul perché ha deciso di lasciare il campionato americano: «Dell’NBA non mi piace tutto quello che non fa parte del campo: la lega ultimamente è molto focalizzata sulle decisioni a livello politico più che tecnico. Qui ho la possibilità di cominciare nuova carriera in Europa, anche perché il tipo di gioco è molto più coinvolgente piuttosto che 1-contro-1 o stepback e tripla. In NBA si giocano 82 partite, sono tutte uguali; è molto meglio avere questa attenzione, tutte le partite sono importanti e così è molto più interessante. I compagni di squadra più forti che ho avuto? Steph Curry e Luka Doncic. L’avversario sicuramente LeBron James».
Sulla sua passione per il golf: «Più che una passione è una dipendenza. Quando ho cercato informazioni su Varese ho guardato se c’erano campi da golf. Quando ho giocato con Toto la temperatura era migliore rispetto al Texas. Il campo è bellissimo e da un paio di buche si vede un panorama incredibile».
Hanlan: «Varese città in cui la gente ama la pallacanestro»
Ha parlato poi il nuovo capitano della Openjobmetis: il canadese Olivier Hanlan.
«Sono il giocatore con più esperienza europea e sono molto contento di essere stato nominato capitano. Darò il massimo per portare al livello necessario tutti. Come dice il coach, quel che si impara ogni giorno è molto più importante rispetto a ciò che si fa in stagione».
Sul suo ruolo in campo: «Giocare da playmaker? L’ho già fatto. Anche se mi torvo molto bene in questo sistema, la differenza di ruolo tra esterni non è marcata. Giochiamo in un campionato europeo, ma il coach è americano e il sistema è mutuato».
Olivier è già stato informato del calore del pubblico: «Ho parlato con i compagni italiani e mi hanno detto come lo scorso anno avere tanti sold-out sia stato di grande aiuto per la squadra. È un orgoglio giocare in una città in cui la gente ama la pallacanestro, ci mette addosso responsabilità e cerchiamo di ripagarla».
Sulla nazionale canadese, giunta terza ai recenti mondiali: «Con la maglia del Canada ho giocato per due anni. Tutto cambia, anche i gruppi di giocatori, e si volta pagina. Sono contento e orgoglioso di quel che hanno fatto, tutto il mondo capisce che in Canada ci sono giocatori forti e che la nazionale può essere modo importante per farci conoscere».
La scelta della canotta numero 21, che passa da un capitano all’altro: «Una bella coincidenza. È il numero che usavano mio nonno e di mio papà, ed è quello che ho da quando ero bambino».
McDermott: «Arriveremo pronti al Qualification Round»
Più timido e meno appariscente Sean McDermott, ma già con le idee chiare a livello tecnico e su quello che può essere il suo contributo: «Non è una sorpresa che il mio modo di giocare sia più adatto all’Europa che agli Stati Uniti. Sono un giocatore a cui piace muoversi, senza palla in mano o per crearsi tiro dal palleggio, un po’ come al college. Ovviamente ci sarà da migliorare, ma questo sistema prevede movimento e coinvolgimento».
È lui a parlare della prossima avventura europea della Openjobmetis: «Sentiamo intorno a noi l’importanza di queste partite del Qualification Round, e sappiamo che saranno tre le partite da vincere. Penso che con il lavoro che stiamo svolgendo adesso arriveremo pronti per giocarcela».
Un pubblico caloroso non lo vede dai tempi del college, ma è pronto a fare conoscenza di quello biancorosso: «Quando ho iniziato a giocare da professionista erano gli anni del Covid, perciò ho giocato per molto tempo senza pubblico. E poi in G-League non c’è grande affluenza alle partite... Qui sento molta aria fresca in questo senso, sappiamo quello che ci può dare il pubblico e siamo contenti».