“A Max, il grande cuore della squadra. Perché quando le radici sono profonde non c’è motivo di temere il vento…».
Alla fine qualcosa rimane. Sempre. Qualcosa che supera in impatto tutte le altre immagini del film, qualcosa che valga sempre, col bello e il brutto tempo, dopo le gioie e i dolori (sportivi si intende), le vittorie e le sconfitte.
Le radici. Come Max Ferraiuolo, che è bello veder sorridere davanti al bigliettino che qualcuno gli dona (il contenuto è quello che abbiamo sopra riportato), riconoscendo in lui e in quelli (pochi) come lui, ciò da cui tutto parte e tutto finisce.
Le radici. Come il Presidente Toto Bulgheroni. Che ti ammonisce per quell’articolo un po’ così, ma sa che tu ci sarai anche domani, e dopodomani, e che l’amore è l’unica cosa che vi spinge entrambi.
Le radici. Come Matteo Librizzi, che davanti ai microfoni che gli chiedono del suo futuro si apre in un sorriso lungo come quei 28 punti che ha segnato alla Virtus nel giorno in cui questo pianete ha imparato il suo nome e dice: «Ci stiamo lavorando…». E sai che lui, potesse decidere in un mondo ideale (che non è solo poesia, intendiamoci) non si vedrebbe mai lontano.
Le radici. Come chi è stato qui solo due anni, ma per quello che ha visto, per quello che ha dato in silenzio, per quello che ha sopportato è un "per sempre" grande così: ciao e grazie, Lego.
Scene da un saluto.
Quello avvenuto questa sera al Broletto, sotto il cielo che ancora una volta si è chiuso nella pioggia, come l’anno scorso, forse a tirare un po’ le orecchie per ciò che è che è stata quest'annata da crepacuore. Tanti i tifosi presenti, come sempre: bambini che si fanno fare l’autografo da quel gigante di Kao, groupie che fanno gli occhi dolci alle treccine di Mitrou-Long, abbonanti incalliti che ci tengono a dire la loro a chiunque e comunque, ma il cui sguardo benevolo tradisce una sola cosa: amore.
E allora anche loro sono radici. Le più importanti.
Arrivederci Pallacanestro Varese.
I video con le interviste a Marco Legovich, Matteo Librizzi, Kaodirichi Akobundu-Ehiogu, Toto Bulgheroni e Davide Alviti.