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| 13 febbraio 2022, 21:21

Ragazzi di 20 anni hanno fatto la cosa giusta al momento giusto. Ora tocca agli altri

Cronaca di una giornata pazzesca in una Verona con corsi e ricorsi. Un primo tempo in cui la Pro Patria sembra chiudersi a riccio per domare l'onda veronese. Poi colpisce e ribalta tutto: ecco perché è una partita perfetta. Che chi di dovere dovrebbe imparare. IL VIDEO

La gioia del gruppo dopo la vittoria

La gioia del gruppo dopo la vittoria

Sotto un attacco tempestoso che però non è riuscito nell'unica cosa che importa: fare gol. La Pro Patria si è trovata in questa situazione contro la Virtus Verona, per oltre 70 minuti insomma. Situazione di cui si intende, per inciso: di solito con termini capovolti, in prima persona. Pensiamo difatti ai tanti, troppi primi tempi soprattutto, in cui i tigrotti correvano, si spremevano, pensavano di costruire e poi non portavano a casa niente.

Senza gol ti manca tutto

Dopo la gara contro la Virtus Verona, citiamo un commento sincero, da applauso: quello di Gigi Fresco, presidente e allenatore degli avversari, motore di questa squadra. «Potevamo passare da un momento all'altro, ma alla fine abbiamo subìto una sconfitta... Azioni pericolose, dieci a uno, ma quando ti manca solo il gol, non è poco, ti manca un po' tutto...».

Onesto, e in lui ci rispecchiamo totalmente per troppe delle partite precedenti. Ma ci affascina quel dieci a uno. Verissimo: anche i calci d'angolo hanno questa proporzione, eppure la Pro Patria ha segnato due reti realizzando il risultato che serviva a tutti i costi.

Che cosa ne possiamo trarre? Che dei ragazzi, in gran parte ventenni, hanno fatto la cosa giusta al momento giusto. Castelli, classe 1999. Pierozzi, 21 anni a settembre. Ma dentro mettiamo tutti, anche i nostri senatori, che con questi ragazzi oggi hanno dato tutto ciò che dovevano.

Al momento giusto. Hanno fatto la partita perfetta e può sembrare un controsenso, visto il fortino biancoblù preso d'assalto nei primi 45 minuti. 

Verona o cara

Allora stacchiamo un attimo il pensiero da questa partita, dal campo meglio. Viviamo anche di suggestioni, di corsi e ricorsi. Per raggiungere lo stadio dalla stazione, abbiamo preso un taxi. L'uomo al volante ci ha chiesto che squadra giocasse oggi contro la Virtus Verona e nel sentire il nome ha domandato altre delucidazioni, ovvero da che città venisse la Pro Patria.

«Ah sì - ha risposto poi - Busto Arsizio, è vero che sono venuto lì per la partita del Verona». Il pensiero corre indietro di oltre dieci anni e passa anche dalla famiglia Vender. Dalla signora Luciana: magone d'obbligo, che si cerca di mandare via. Il tassista ricorda ogni azione, anche quel gol definitivo di Zeytulaev e la Pro che sprofonda, più di quanto potesse pensare. Perché il peggio, doveva presentarsi con puntualità svizzera.

Cambiamo pagina, i tifosi veneti sono giustamente carichi e poi stupefatti, feriti quando vedono la loro squadra soccombere. Uno di loro ci chiede, timidamente allo 0-2: «Ma quanti punti ha il Pro Patria?». In un moto d'orgoglio, correggiamo "la", poi rispondiamo: «Adesso, come voi». Leggiamo anche il rispetto, negli occhi del signore, che solo in questo momento sembra averci conosciuto.

Il momento giusto

Quello che hanno fatto oggi i tigrotti, apparentemente è vincere. Fare gol. Banalità che contano.

Ragazzi di vent'anni hanno fatto la cosa giusta al momento giusto e dopo essersi abbracciati in un cerchio che ci ricorda quello di mister Cusatis (pur scattato da una sconfitta, ma cos'ha messo in moto LEGGI QUI) si sono rivolti agli ultras.

GUARDA IL VIDEO

Cosa accadrà mercoledì prossimo, contro la Pro Sesto, è tutto da scrivere. Sappiamo solo una cosa, però: che adesso tocca a chi di dovere, fare la cosa giusta al momento giusto per quanto riguarda la diatriba societaria. A essere fiscali, siamo andati per le lunghe: anzi, vogliamo esserlo, assolutamente. Il tempo è finito e vince solo chi fa gol, per il futuro della Pro Patria.

Marilena Lualdi

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