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| 18 febbraio 2022, 07:00

STADIO APERTO. Serafini: «La salvezza è uno scudetto, la retrocessione una macchia. Tigrotti, lottate ma con il sorriso»

Lo storico capitano della Pro Patria ha analizzato con noi il momento delicato della squadra, reduce dalla pesante sconfitta casalinga contro la Pro Sesto e nel mezzo dell'incertezza societaria: «Via dai pensieri negativi, riguardate i gol e quello che sapete fare. I ragazzi hanno vinto con Sala? Ecco forse perché. E a chi ama la Pro, dico: non giudicate, sostenete»

STADIO APERTO. Serafini: «La salvezza è uno scudetto, la retrocessione una macchia. Tigrotti, lottate ma con il sorriso»

«L'obiettivo dev'essere non avere la macchia della retrocessione addosso, brutta sia per un giovane sia per un esperto. Ma arrivare allo scudetto della salvezza. E questo è possibile anche andando a lavorare con un sorriso». 

A Stadio Aperto, dopo la brutta sconfitta casalinga con la Pro Sesto, fanalino di coda, Matteo Serafini parla così a tigrotti. Propone una ricetta che è frutto di anni di lavoro: ovvero impegno, umiltà, crescita, delusioni e motivi di orgoglio. Ora che lo storico capitano tigrotto sta camminando sul percorso di allenatore (e un giorno tutti lo sognano sulla panchina allo Speroni), gli chiediamo un'analisi e anche qualche consiglio ai ragazzi.

«Trovarsi più o meno a metà classifica con l'occhio rivolto più indietro che davanti non porta pensieri positivi. La vittoria di Verona forse ha illuso, ma ricordiamoci che senza saremmo sì in una posizione preoccupante. Bisogna anche allenarsi con leggerezza, con un sorriso». Proprio perché la situazione è seria, non bisogna aggravarla ulteriormente.

A livello tecnico, Serafini vede la difficoltà realizzativa: «La squadra avrebbe bisogno di un catalizzatore, qualcuno là davanti a capitalizzare le diverse occasioni. Uno che riesca a buttarla dentro». Pesenti, l'ultimo acquisto della Pro, potrebbe essere l'acquisto giusto, ma saranno le prossime partite a decretarlo.

Di certo, Matteo bussa ai più esperti, Colombo e Fietta, ma anche a Le Noci nello staff perché compattino i ragazzi e riescano a trasmettere loro l'importanza dell'obiettivo e della leggerezza che deve accompagnare gli sforzi.

Ma il mister? Serafini ascolta con noi le dichiarazioni post partita di Prina, bene - commenta  - che dica di non nascondersi dietro gli alibi, ha comunque un problema di giocatori a disposizione per cui scarseggiano le alternative, anche in fatto di cambio di modulo.

La reazione dev'essere dei ragazzi, ma prima di tutto del collettivo. Quel collettivo che però pochi giorni prima della sconfitta, vinceva a Verona con Sala in panchina. Perché? Nella puntata Serafini dà una possibile spiegazione anche su questo e si sofferma con attenzione sulla questione societaria.

Senza trascurare un appello finale: «Non è il momento di giudicare, ma di sostenere».

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Ma. Lu.

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