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Territorio | 28 gennaio 2022, 11:26

I problemi dei ristoratori, tra bollette, materie prime e pochi clienti. «Difficoltà anche a farci consegnare la legna»

«La spesa per le materie prime necessarie in cucina è aumentata moltissimo», confermano dal ristorante-pizzeria “Il feroce” di Olgiate. «Anche i cartoni per l’asporto sono più cari e, con molti autisti positivi, le consegne della legna per accendere i forni si sono ridotte»

I problemi dei ristoratori, tra bollette, materie prime e pochi clienti. «Difficoltà anche a farci consegnare la legna»

«Il problema non è dato tanto dal caro bollette, ma dagli aumenti di tutte le materie prime necessarie a portare avanti l’attività». Queste le parole con cui i titolari del ristorante pizzeria Il feroce di Olgiate Olona descrivono la situazione che stanno affrontando negli ultimi mesi.

«Per quanto ci riguarda – spiegano Roberto e Alessandro Ferrario – l’ultima bolletta della luce era di circa 900 euro, in linea con gli anni precedenti, ma sappiamo già che il prossimo conguaglio non ci risparmierà, così come è avvenuto per le atre attività come la nostra».

Ma l’aumento dell’energia elettrica non è l’unico problema con cui i ristoranti e le pizzerie hanno a che fare negli ultimi tempi; da una parte, infatti, ci sono i rincari di tutte le materie prime, dagli alimenti ai cartoni in cui viene consegnata la pizza, e dall’altra i numeri dei contagi degli scorsi mesi e il clima di paura generalizzata fa sì che il numero dei clienti sia sensibilmente più basso di quello di prima della pandemia.

«La nostra bolletta della luce non è particolarmente aumentata – proseguono Roberto e Alessandro Ferrario – probabilmente anche per il fatto che nel periodo delle feste abbiamo dovuto tenere le serrande abbassate.
Quando sono iniziati ad aumentare i contagi, infatti, poco a poco i clienti hanno iniziato a disdire le prenotazione e a non mangiare più fuori; non ci è restato altro da fare, a quel punto, che decidere di chiudere e di riaprire direttamente dopo l’Epifania».

La situazione non è ancora migliorata; infatti, come sottolineano i titolari de Il Feroce, il lavoro è quello che è: «Un giorno si fanno 50 coperti, un giorno 10, a volte anche meno. Siamo lontani dai numeri che c’erano prima».

Gli incassi, dunque, sono quello che sono, ma le spese non diminuiscono, anzi: «La spesa per le materie prime necessarie in cucina è aumentata moltissimo – raccontano Roberto e Alessandro Ferrario – un pacco di pasta costa il 50% più di prima, la carne e il pollo sono quasi raddoppiati e anche i cartoni per la pizza d’asporto, che non facciamo mai pagare ai clienti, sono aumentati di prezzo.
A tutto questo nell’ultimo periodo si va ad aggiungere la difficoltà a farci consegnare la legna, senza la quale non possiamo accendere i forni; molti autisti sono positivi e questo riduce di molto le consegne».

Tanti problemi, dunque, a cui però non ci sono soluzioni immediate.
«Non possiamo permetterci – concludono i titolari de Il Feroce – di aumentare i prezzi, se lo facessimo non saremmo competitivi con altre realtà che possono permettersi di avere costi molto più bassi dei nostri.
L’unica cosa che possiamo fare al momento è tenere duro e sperare che la situazione migliori».

Loretta Girola

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