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Basket | 20 maggio 2021, 23:08

«Andiamo avanti ma con un piano triennale: non sarò solo. Varese deve essere gestita meglio»

Stasera le parole dell'ad di Openjobmetis Rosario Rasizza a chiarire il tweet di dieci giorni fa. Tra notizie e stoccate

«Andiamo avanti ma con un piano triennale: non sarò solo. Varese deve essere gestita meglio»

Notizie e stoccate.

Openjobmetis rimarrà a fianco della Pallacanestro Varese. Notizia. 

A Openjobmetis non va bene come Pallacanestro Varese viene gestita: o si cambia (ovvero si pianifica, almeno a tre anni, e si conduce la società come una vera azienda…) o non si va avanti. Stoccata. 

«Un territorio in cui 1.500 aziende generano un utile complessivo di 1,3 miliardi di euro non può disinteressarsi della maggiore società sportiva provinciale. E anche qui: o ci accompagna qualcuno, oppure fine delle trasmissioni». Altra stoccata 

«Dopo il tweet mi hanno contattato alcuni nuovi imprenditori: vogliono esserci». Notizia.

«Ho parlato con Scola. È innamorato di Varese. Mi ha detto che se ci fosse un progetto serio ci metterebbe la faccia e non solo». Non notizia, ma sicuramente una buona cosa.

«Dobbiamo capire se oggi in società ci sono le persone al posto giusto». Stoccata.

 

Queste in estrema sintesi le dichiarazioni più importanti che Rosario Rasizza, amministratore delegato di Openjobmetis ha pronunciato nella lunga diretta twitter avvenuta stasera. Dichiarazioni che vi riportiamo integralmente qui sotto, lasciando i commenti per un’altra sede.

«Abbiamo dato più di 4 milioni, siamo la seconda sponsorizzazione della storia»

Contando anche i tre anni del marchio Metis, siamo la seconda sponsorizzazione più lunga della storia della Pallacanestro Varese. Abbiamo portato, in diverse forme, 4.250.000 euro: quando investi questo, immagini un progetto che non possa essere per Varese una lotta per la retrocessione. Siamo in una delle province industriali più ricche e non riusciamo a mettere insieme una cordata di imprenditori? Non voglio più immaginare Andrea Conti che non dorme la notte per onorare i conti. Io conosco le difficoltà e non è corretto. E non è pensabile che mi chiamino la sera per la mattina dicendo “domani c’è l’iscrizione, servono i soldi. Così non va bene per un’azienda”. 

«Mi sono sentito un bancomat»

Questo momento è legato ai risultati? Beh, quando sostieni una squadra che vince è più facile, l’entusiasmo, il movimento sportivo ti aiuta. Trovi anche altri sponsor. Ma secondo me Varese non ha bisogno solo di una squadra che vince, ma di una pianificazione come se fosse un’azienda da 100 milioni di euro. Non si può ogni volta rincorrere l’iscrizione, non si può cambiare tutti i giocatori. Bisogna gestire questa società sportiva come una vera azienda. Dobbiamo capire se ci sono persone giuste al posto giusto. Dobbiamo fermarci a pensare. E pensare per i prossimi 3 anni. Io mi sono sentito un bancomat. Ho messo i soldi. E la stessa cosa l’ha fatta Castelli. E ci sono altre persone vicine alla Pallacanestro che hanno messo soldi a titolo personale, anche senza avere un loghino sulla maglietta. Possiamo fare questa vita? E invece Brindisi è arrivata dove è arrivata? C’è qualcosa che non mi convince. Voglio capire se c’è volontà di tornare ad alti livelli. Altrimenti sponsorizzo la parrocchia di Velate…

«Ho detto a Scola di pensare a Varese»

Se è vero come è vero, che non ho mai chiamato Conti o Coldebella, per incompetenza, dicendo chi far giocare, è altrettanto vero che quest’anno ho cercato di capire altre strategie per non andare in giro sempre con il cappello in mano. Lo dico: io e Vittorelli il 12 maggio abbiamo incontrato Luis Scola riservatamente. Abbiamo chiacchierato per due ore. E abbiamo condiviso una cosa: almeno un programma triennale. Luis è innamorato di Varese. Ha casa a Mustonate, i figli vanno alla Scuola Europea. Ama Varese e anche sua moglie. Con tutti questi elementi messi insieme, noi lo abbiamo convinto che deve pensare a Varese per i prossimi 5 anni a 360° gradi. E lui ha detto: se c’è un progetto serio, non ci metto solo la faccia, ma anche altro… Certo se riusciamo a sfruttare la sua sensibilità verso la nostra società, è ovviamente un bene. 

«In Openjobmetis non decido da solo»

Io sono l'amministratore delegato di Openjobmetis, e anche, ma solo, un piccolo azionista, pur avendo avuto l’onore di fondarla. E sono contento di averla portata dov’è. Io devo quindi sempre rispondere a qualcuno, azionisti e CdA. In un’assemblea un azionista me l’ha chiesto: “Sponsorizza Varese perché lei è di Varese?”. No, ho risposto: perché è club blasonato, il più blasonato d’Italia. Ma bisogna rispondere di azioni che possono sembrare non lineari. Io ogni qual volta faccio un'operazione sulla pallacanestro, devo fare un comitato: perché il presidente Vittorelli è presidente di entrambi e io devo tutelare gli investitori perché non ci sia conflitto di interessi. Se devo fare tutto questo e un progetto a 3 anni non c’è allora dico fermi tutti: voglio sapere se società, città, imprenditori, vogliono fare qualcosa. 

Orgoglio Varese

Orgoglio Varese ha portato 415.000 euro. Qualcuno ha detto che fosse un progetto nato solo per la Pallacanestro ma è poi diventato per tutti… Sì, perché se dico che è solo per la Pallacanestro non raccolgo quanto invece faccio se dico che aiutiamo anche altri, magari squadre che non hanno nessun fondo. Il territorio ha risposto a Orgoglio Varese e credo che l’impegno si possa raddoppiare. E allora così è tutto un altro film. E quindi il piano triennale per essere qualcosa di diverso si può fare, penso.

«Restiamo perché non saremo soli…»

Tra il 9 e il 20 maggio è cambiato qualcosa? Sì, a seguito del tweet diversi imprenditori mi hanno detto: “ok, abbiamo capito, ti diamo una mano, come?”. Io ho risposto: "ok sediamoci a tavolino, cerchiamo di capire quanto è l’apporto, ma dobbiamo lavorare su un triennio”. Non possiamo iniziare e lasciare a metà. Dobbiamo iniziare, lavorare, raggiungere l’obiettivo, portare a termine il progetto. Quindi se la domanda è ci saremo ancora, la risposta è sì. Perché ho sentito imprenditori che mi hanno detto “Ok, se ci siete, ci siamo anche noi”. Non abbiamo parlato di cifre, ma la quadra tra gente d’affari si trova. E Openjobmetis non ha bisogno del logo sulla maglia, siamo disposti a sparire dalla canotta se arrivasse un'altra azienda interessata. Sicuramente nel basket l’attenzione non è a livello del calcio. Ma stiamo parlando della provincia di Varese, di aziende incredibilmente floride anche oggi. Quindi dico: non è possibile non trovare 10 imprenditori da 200.000 euro e quindi mettere 2 milioni. O 20 da 100.000, è uguale. Per un’azienda florida non cambia niente: deve metterci la passione di vedere la sua città e la sua squadra tra le prime tre squadre, tra le prime cinque… Se il mio tweet ha smosso le coscienze, e sembra di sì… beh, ne faccio uno ogni 3 mesi.

«Sul palazzetto romperemo le scatole…»

Dietro al progetto per migliorare il palazzetto c’è un solo nome: Marco Vittorelli. Nella sua testa il palazzetto deve vivere 7 giorni su 7, è un centro commerciale, dove mangi una cosa, incontri un amico… È un bel palazzetto, ha parcheggio… Ricordo questo: 2 milioni di euro a fondo perduto, presi anche grazie al sindaco Galimberti. E poi ci voleva qualcuno che studiasse il progetto e abbiamo trovato l’architetto (Riccardo Aceti ndr) che si è messo a disposizione. Però poi si arrivava a un punto: chi paga la fattura del tecnico? Chi mette i fondi per la società di progettazione? Abbiamo colto un’occasione bellissima. E il vantaggio che mi spiegavano è che i lavori si potranno fare anche durante la stagione sportiva, perché si può lavorare dall’esterno. A un certo punto abbasseremo il telo e si vedranno i lavori! Faremo tutto quello che possiamo, ovvero rompere le scatole, perché il progetto finisca al termine della prossima stagione. Si tratta di appaltare i lavori e cominciare a fare.

«Le risorse vanno cercate con razionalità»

Pallacanestro Varese ha sbagliato qualcosa nella ricerca delle risorse? Non so rispondere, nella mia testa c’è sempre stato solo il compito di mettere dei soldi, non di occuparmi anche della ricerca degli sponsor, dell’organizzazione del fan-kit, di dover prendere il bus… Ma è importante che certe attività siano fatte con razionalità, con voglia di arrivare da qualche parte. Non possiamo pensare ogni anno di sbandare e non sapere come finiamo e dove finiamo.

Il decreto sostegni 

È stato confermato che le sponsorizzazioni si possono detrarre al 50%. Ma la cosa più interessante è che si potrà ottenere un finanziamento dal credito sportivo per una somma fino a 5 milioni da restituire in 10 anni. Proviamo a ottenerli e gestirli bene questi soldi! Certo, lo potranno fare tutti, ma la capacità dei singoli potrà fare la differenza. Domattina i nostri consulenti saranno subito a disposizione della Pallacanestro Varese a tale scopo: vorrei essere il primo a prendere il biglietto per prendere questi soldi.

«Chi non si adegua nel management troverà un altro posto»

Io credo che ogni management debba comprendere se vuole credere nel proprio futuro o meno. Se non credi tu nel tuo futuro, non può crederci chi ti deve dare sostegno economico. Quindi quest’anno non arriveremo solo con un bonifico, ma vorremmo la rassicurazione che chi guiderà la società, non solo dal punto di vista sportivo, si adegui. Oppure dovrà trovare un’altra collocazione.

Gabriele Galassi e Fabio Gandini


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