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Meteo e ambiente | 12 aprile 2024, 13:34

Cambiamento climatico sulle Prealpi. «Rispetto agli inverni degli anni '60 e '80 abbiamo perso in media quasi tre metri di neve fresca»

I dati arrivano dalle Valli del Verbano, dove il Centro Geofisico Prealpino studia gli effetti del riscaldamento globale. Simone Castoldi, Comunità Montana Valli del Verbano: «Per affrontare il cambiamento bisogna raccogliere informazioni, tutelare la natura e coinvolgere la popolazione. Noi lo facciamo con il progetto Bosco Clima»

Cambiamento climatico sulle Prealpi. «Rispetto agli inverni degli anni '60 e '80 abbiamo perso in media quasi tre metri di neve fresca»

A pochi giorni dalla Giornata della Terra in programma per il 22 aprile, arriva una nuova, conferma degli effetti del cambiamento climatico nel nostro Paese.

Riguarda le Prealpi, dove, anno dopo anno, la neve scompare e gli inverni diventano sempre più miti. Lo dicono chiaramente gli ultimi dati raccolti nelle Valli del Verbano, in provincia di Varese.

Grazie al lavoro del Centro Geofisico Prealpino esistono infatti rilevazioni attendibili fin dall’inverno del 1968\69, e i numeri, aggiornati proprio nei giorni scorsi, parlano chiaro: la media storica dei cm di neve fresca annuali era di 403 cm nel ventennio 1968-1987, quella degli ultimi dieci anni invece si aggira sui 111 cm, con un calo pari a quasi tre metri (292 cm).

Non solo: con soli 79 cm di neve fresca, l’inverno di quest’anno è stato anche il quinto meno nevoso dagli anni ‘60, mentre i mesi di dicembre 2023 e febbraio 2024 sono stati i più caldi mai registrati in queste zone.

«Sono dati impressionanti, che ci confermano come nelle Alpi e nelle Prealpi il cambiamento climatico vada più veloce rispetto ad altre zone d’Italia e del mondo - commenta Simone Castoldi, presidente della Comunità Montana Valli del Verbano - per questo dobbiamo agire subito.

In occasione della Giornata della Terra, vogliamo ricordare a tutti i territori che si trovano in situazioni simili alla nostra che per affrontare il riscaldamento globale, con gli sconvolgimenti che porta con sé, la strada migliore è tutelare e studiare la natura stessa. Ciò significa, nel nostro caso, creare un’alleanza con il bosco, l’ambiente più caratteristico di queste zone».

Proprio per questo, da aprile 2023 è attivo il progetto Bosco Clima, nato dalla collaborazione tra la Comunità Montana, il Parco regionale Campo dei Fiori, l’Università degli Studi dell’Insubria, le associazioni Lipu e Cast e lo stesso Centro Geofisico Prealpino. Il progetto è sostenuto da Fondazione Cariplo grazie al programma F2C - Fondazione Cariplo per il clima, tramite la Call for Ideas “Strategia Clima”. Progetti paralleli sono attivi in altre aree della Lombardia, sia città medio-grandi che raggruppamenti di piccoli comuni.

«Con Bosco Clima, in primo luogo aiutiamo il Centro Geofisico Prealpino e l’Università degli Studi dell’Insubria a raccogliere ed analizzare dati come questi, che devono diventare sempre più precisi - prosegue Castoldi - per permetterci di capire al meglio le dinamiche con cui il cambiamento climatico agisce nelle nostri valli e nelle nostre montagne.

Poi, con azioni concrete, miglioriamo la capacità degli ambienti naturali di adattarsi ai mutamenti, puntando sulle grandi potenzialità delle aree boschive. Un bosco in salute è in grado infatti di offrire riparo a flora e fauna e, al tempo stesso, difenderci da incendi, inondazioni, frane, picchi di calore. Infine, facciamo sensibilizzazione, andando a coinvolgere direttamente le famiglie e i media del territorio e divulgando informazioni verificate sul clima che cambia».

Fondazione Cariplo. Il progetto Bosco Clima ha una durata di tre anni ed è realizzato con Fondazione Cariplo, impegnata nel sostegno e nella promozione di progetti di utilità sociale legati al settore dell’arte e cultura, dell’ambiente, dei servizi alla persona e della ricerca scientifica. Non un semplice mecenate, ma il motore di idee.

c. s.

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