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| 08 aprile 2024, 18:48

ALA risponde alla polemica sui lavoratori castellanzesi: «La legge ci impedisce di applicare la “clausola sociale”»

Anche AEMME Linea Ambiente interviene sul tema delle assunzioni dei dipendenti Sieco: «La legge vieta ad ALA di assumere dipendenti in modo diverso dai princìpi della pubblica selezione che le Società in House devono applicare, pena la nullità dei contratti di lavoro e la responsabilità per danno erariale»

ALA risponde alla polemica sui lavoratori castellanzesi: «La legge ci impedisce di applicare la “clausola sociale”»

Sulla situazione dei dipendenti Sieco che non si vedranno rinnovare il contratto quando, il primo maggio, il servizio di igiene urbana castellanzese cambierà gestori si è parlato molto nell’ultimo periodo; dopo una prima denuncia da parte dei sindacati (LEGGI QUI), infatti, la protesta è approdata anche nell’ultimo consiglio comunale, dove i lavoratori hanno voluto far sentire la propria voce per chiedere di non perdere il proprio posto (LEGGI QUI).

Dopo aver spiegato le sue ragioni attraverso un documento letta dal sindaco Cerini nell’ultima seduta consiliare, anche AEMME Linea Ambiente ha voluto chiarire ancora una volta pubblicamente la sua posizione, spiegando come le scelte fatte siano dettate solo dalla volontà di rispettare le normative vigenti.

«La decisione, da parte nostra, di non procedere con l’assunzione diretta dei dipendenti di Sieco che prestano servizio sul territorio di Castellanza – sottolinea la nota di AEMME Linea Ambiente – risponde unicamente alla necessità di rispettare quella serie di precise regole che, nello specifico, escludono l’applicabilità della cosiddetta “clausola sociale” del CCNL invocata da SIECO e di precisi vincoli in materia di assunzioni che AEMME Linea Ambiente, in quanto società pubblica partecipata in House, non può assolutamente ignorare.
Le procedure di selezione ad evidenza pubblica che ALA ha bandito allo scopo di reclutare il personale necessario per l’espletamento del servizio sul territorio di Castellanza, non sono un capriccio, né un bieco escamotage, bensì una stringente necessità di legge come, d’altronde, copiosa giurisprudenza, anche del Tribunale territorialmente competente, ha avuto modo di confermare».

Una necessità, quella di rispettare la normativa, che non solo viene applicata a tutela dell’azienda, ma anche degli stessi lavoratori che, in caso contrario, rischierebbero di trovarsi di fronte a dei contratti nulli e senza alcun valore.

«La legge – conclude la nota – vieta ad ALA, nella concreta fattispecie, di assumere dipendenti in modo diverso dai princìpi della pubblica selezione che le Società in House devono applicare, pena la nullità dei contratti di lavoro e la responsabilità per danno erariale, e ciò ci conferma pienamente nella necessità della procedura selettiva cui abbiamo effettivamente dato luogo.
Concludendo, non si può davvero tacere il fatto che l’Ordinanza della Cassazione N. 31491/23, che è stata citata nelle scorse settimane, è relativa al subentro in un appalto tra aziende private e non ad un affidamento di un servizio ad una Società pubblica in House providing: nulla, dunque, ha a che vedere con il caso in questione e la sua citazione è, pertanto, completamente fuori tema».

Loretta Girola

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