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Storie | 25 marzo 2024, 14:23

Metti un mercoledì pomeriggio a scuola di UFO da Flavio Vanetti: «Non siamo soli...»

Varese Corsi e il giornalista varesino hanno allestito un corso dedicato agli extraterrestri, con un programma che va dalle origini dell'ufologia agli "avvistamenti" più celebri, anche nel Varesotto: «L'umanità si sta a poco a poco "acclimatando" al fatto che non siamo soli su questo universo - spiega il "docente" dell'occasione - Più andremo avanti, più lo accetteremo. L'approccio alla materia non deve essere credulone, ma laico, curioso e dubitativo»

Flavio Vanetti ospite da Fabio Fazio nel 2013 per presentare il suo libro "Turisti per UFO"

Flavio Vanetti ospite da Fabio Fazio nel 2013 per presentare il suo libro "Turisti per UFO"

C’è una reclame - che termine boomer… - di una società americana di e-commerce, girata niente meno che dal famoso regista Martin Scorsese, che in poco più di un minuto fornisce uno spaccato memorabile della nostra epoca. 

Lo script è il seguente: nelle immagini viene ritratta un’umanità varia talmente presa a guardare lo schermo del proprio telefonino da non accorgersi di un’invasione aliena in corso. La clip - mandata in onda per la prima volta durante l’ultimo Super Bowl - si intitola “Hello Down There”, che altro non è che il messaggio che gli extraterrestri - sconcertati da cotanta distrazione - alla fine si convincono a mandare sui cellulari degli umani affinché alzino gli occhi e facciano loro caso.

Ci ha visto giusto, il vecchio Martin: siamo così imbesuiti dagli apparecchi portatili che ormai governano la nostra esistenza da non prestare più attenzione a ciò che ci sta intorno. Ma se davvero un giorno qualcuno da lassù arrivasse a farci visita, come reagiremmo (dopo essercene accorti)? 

Per essere previdenti una strada c’è: è quella di iscriversi (magari l’anno prossimo, perché questa edizione è già iniziata ed è andata sold out) al primo corso sugli U.F.O. della storia della città di Varese. Si tratta di quattro lezioni, il mercoledì dalle 17 alle 18.30, ospitate da Varese Corsi: 20 gli iscritti, in maggioranza signore, chiamati a cimentarsi con un programma variegato e approfondito, che spazia dalle origini dell’ufologia alle più clamorose storie di avvistamento.

In cattedra il giornalista varesino Flavio Vanetti, non da ieri cultore di una materia che lo appassiona tanto quanto le gesta degli sport che da 30 anni rendiconta sulle pagine del Corriere della Sera. Lui ha avuto l’idea, lui ha creato la didattica, lui crede che il momento sia propizio: «Dal 2017 in poi di U.F.O. si parla sempre di più. Merito degli scoop di Luis Elizondo, che ha svelato i video degli avvistamenti da parte dei piloti della Marina americana, ma anche del caso David Grusch, ex agente dell’intelligence a stelle e strisce secondo cui gli Stati Uniti sarebbero a conoscenza di attività aliene dagli anni ’30, nonché in possesso di reperti non terrestri. Grusch ha deposto davanti al Congresso, a Washington: non mi sembra poca cosa, anche se poi sono arrivate diverse smentite, Pentagono compreso».

Insomma secondo Vanetti - che da tempo tiene sul Corriere della Sera un blog chiamato Mistero bUFO e che ha scritto un libro intitolato “Turisti per UFO. I 51 luoghi "alieni" da visitare nel mondo”, una sorta di Lonely Planet declinata a E.T. e presentata anche da Fabio Fazio e al TG1 - qualcosa sta cambiando nella percezione generale: «A mio avviso siamo in presenza di un acclimatamento progressivo: più si va avanti, più sarà più naturale accettare il fatto che non siamo soli in questo universo. Oggi l’affermazione ribalterebbe ancora il mondo: chi vuole prendersi questa responsabilità? A poco a poco, tuttavia, i governi stanno “ammettendo”, stanno liberando gli x-files, e addirittura anche la Chiesa ha parlato dell’argomento… Si fa un passo avanti e due indietro, o viceversa» 

Tutto, almeno per Flavio, inizia negli anni ’70, dalle serie tv “Shado” («Faccio parte di un’associazione italiana che tiene in vita la memoria di quel programma…» ci svela) e “Spazio 1999”, poi prosegue con le letture e arriva a uno spartiacque decisivo, il 2008: «Ero a Favignana e una sera vidi in tv un’intervista a Piero Fortunato Zanfretta… Chi era costui? Era un metronotte di Torriglia, Genova, che una sera si accorse di strani bagliori sopra una villa che avrebbe dovuto controllare, entrò dentro il giardino e si abbatté in esseri enormi alti tre metri, che - così narrò - lo buttarono a terra e lo rapirono, insieme alla sua 126… Zanfretta fu trovato tre ore dopo, con il corpo che scottava nonostante fosse una notte di dicembre. Il metronotte riferì che la stessa dinamica accadde altre 11 volte, tra il 1978-1981. Riguardo alla medesima faccenda ho letto anche il libro del collega Rino Di Stefano e mi sono convinto che almeno in parte sia credibile».

Da lì è partito il percorso sopra descritto che oggi vede Flavio docente di una “disciplina” che - al di là delle intime convinzioni di ognuno - è comunque assai complessa nelle sue ramificazioni: «Nel corso delle lezioni ho parlato di come già i Romani evocassero “gli scudi infuocati” senza darsi una spiegazione razionale: l’ufologia si perde nella notte dei tempi… E poi di arte, con diversi collegamenti, tra cui il più celebre è forse il dipinto “Madonna col Bambino e san Giovannino”, nel quale è ritratto un qualcosa che pare davvero essere un disco volante nel cielo. Ma discuteremo anche di “falsi”, ovviamente, perché soprattutto oggi, con le nuove tecnologie, è molto facile manipolare la realtà e specularvi sopra».

Ma come risponde Vanetti a chi - e non sono pochi - classifica l’intero tema come una serie di suggestioni o, ancora peggio, di baggianate? «Ci sta essere diffidenti o non convinti - afferma - L’unico atteggiamento sbagliato, secondo me, è la reticenza a priori. Partiamo da una domanda: siamo soli in questo universo? Impossibile. Seconda domanda: possiamo entrare in contatto con “gli altri”? La nostra fisica dice di no, ma a mio parere dovremmo ipotizzare che ci sia qualcosa di differente dai nostri schemi, in grado di marciare parallelamente a noi, qualcosa che noi non vediamo perché siamo come un cavallo che marcia con il paraocchi e guarda solo davanti a sé. Trovo che l’unica condotta corretta sulla questione sia un approccio laico, cioè curioso e  dubitativo».

«E poi - chiosa il cronista - non tutti quelli che sostengono di avere avuto dei contatti extraterrestri possono essere dei mitomani, degli ubriaconi, gente che vuole far soldi o ha avuto allucinazioni…». Chi non fu creduto - e scriviamo del nostro territorio - fu Bruno Facchini, contadino di Abbiate Guazzone che sostenne di aver vissuto “un incontro ravvicinato” una notte di inizio anni ’50 all’interno del suo podere. E il Varesotto è famoso soprattutto per un altro episodio, risalente al 1933: si tratta dell’Ufo di Vergiate, altrimenti detto l’Ufo di Mussolini, primo esempio - forse mondiale - di velivolo “non identificato” “caduto” sulla Terra.

Fabio Gandini

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