Grandi spazi, buon cibo, prezzi bassi: c'è chi vuol far rinascere i Circoli di una volta

Non bar, nemmeno ristoranti, al massimo un po’ di entrambi. Cooperative forse? Definizione fredda, buona al massimo per i registri delle imprese delle Camere di Commercio.

Semplicemente e meravigliosamente i Circoli erano un pezzo di casa fuori dalla porta della nostra casa. Dei punti di riferimento per la collettività, dei pezzi di memoria storica di un luogo e della gente che lo abita: strettamente connaturati alla morfologia del nostro territorio, punteggiato di castellanze e paesini, hanno sempre tenuto alto il vessillo di un orgoglio locale che più locale non si può, quasi a segnarne l’identità.

Chi ha superato gli “anta” lì dentro ci è cresciuto, con il ghiacciolo d’estate o un bicchiere di vino giovane davanti qualche anno dopo, dando magari una sbirciata ai tavoli di fianco dove gli anziani si sfidavano a briscola. Ci si andava anche senza un motivo, perché spendevi poco, perché abitavi lì di fianco e allora dove altro saresti dovuto andare?

Ma il tempo scorre, la società cambia, le abitudini pure: negli ultimi venti trent’anni questi locali sono caduti come mosche, afflitti dalle difficoltà, dalle mancanze di personale e di interesse e dagli aumenti dei costi. E allora i paesi, i rioni e i quartieri è come se avessero perso il cuore al centro della loro anima.

Fino a oggi, quando hanno trovato qualcuno che glielo vuole ridonare, giocando con la propria abilità di impresa. Si tratta di Mirko Reto, sindaco di Casciago e uomo di punta della locale galassia leghista, ma anche titolare di un’azienda di prodotti alimentari a Gemonio. C’è lui dietro alla rinascita dell’ex circolo di Masnago, in via Amendola: «Questo posto è stata una scommessa - ci racconta - Parlando con i proprietari mi hanno chiesto se fossi interessato a rilevarlo, con il vincolo però di farlo rimanere Circolo, quindi - quasi per definizione - un posto aperto alla comunità. L’idea ci ha conquistato, andava solo impostata dal punto di vista imprenditoriale: far rivivere locali con grandi spazi, caratterizzarli dal punto di vista territoriale, aprirli a diverse iniziative, alle serate a tema e allo sport ma soprattutto aprirli a tutti, proprio come erano i Circoli di una volta. Così è nato il nome, forse inflazionato, ma per noi perfetto: Al Posto Giusto».

Anzi, Al Posto Giusto-Circolo Storico: «Ogni nostro locale si chiamerà così, in un vero e proprio format. Qui a Masnago abbiamo aperto il 3 luglio 2023 e, visto il successo che abbiamo riscontrato,abbiamo deciso di fare il bis: ci hanno detto che il circolo di Albizzate, il vecchio Family, aveva delle difficoltà di gestione e così abbiamo rilevato anche quello, riaprendolo l’8 marzo 2024. Ora siamo in trattativa per un terzo: l’obiettivo è quello di arrivare ad avere 12 Circoli Storici entro il 2028, recuperando quelli che hanno sempre rappresentato dei punti di aggregazione per eccellenza della nostra terra».

Da uomo di impresa del ramo e da grande amante del mangiar bene, Reto e la sua squadra («qui, come in Comune e in azienda, da solo non riuscirei a fare nulla…») hanno però anche voluto spingere forte su un altro aspetto: «È il culto del gusto, del buon cibo accessibile a chiunque: perché bisogna per forza spendere tanto per mangiare qualcosa di gustoso? Da noi trovi piatti buoni a una cifra corretta: i taglieri con lo gnocco fritto, i pizzoccheri, la polenta, la fiorentina, le pizze…».

E se non disprezzi la convivialità e la socialità, ancora meglio: «Proponiamo formule come il padellone di pasta (carbonara, cacio e pepe, amatriciana, alle vongole…) da condividere a centro tavola fino a 8 persone: costa 70 euro, significa che ognuno spende 9 euro a testa per un primo… Oppure il metro di pizza, sempre da dividere: 40 euro per 8 persone, praticamente 5 euro a persona…».

E poi ecco le merende per i bambini, con un angolo creato ad hoc dove gustare la semplicità del pane, burro e marmellata o del pane e cioccolato. E i prodotti fatti fare su “misura”, come l’olio o i liquori particolari, da sorseggiare dopo una buona grigliata accompagnata a sua volta da una fresca birra: «Ma, come in ogni vero circolo, da noi si può venire anche per un semplice caffè: ora che arriva l’estate apriremo anche le grandi parti esterne che entrambi i locali possiedono».

In questa autentica missione di perseveranza e di cura di un pezzo della nostra storia che rischiava di perdersi definitivamente, Reto ha deciso di farsi affiancare da una schiera di giovani che - a poco a poco - stanno diventando una piccola, grande famiglia. Allargata e senza confini: «Qui a Masnago c’è Adnan, pakistano: faceva il lavapiatti, mentre ora gli sto insegnando a cucinare. E poi due ragazze ucraine, Masha e Maria: non parlavano nemmeno l’italiano, adesso servono ai tavoli. E Moussa, un rifugiato politico del Mali che ho preso in stage e che sta imparando a fare le pizze. A guidare la truppa Luigi, il responsabile del locale, un ragazzo che pur di seguirmi ha lasciato il posto fisso… Tutti loro sono assunti e legati a premi, così da incentivarli e motivarli. È forse questa la soddisfazione più grande - conclude Reto - Nell'avventura sto trovando nuovi amici e sto facendo crescere nuove persone: se riesci a fare business con tali soddisfazioni umane, tutto diventa più bello».