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Storie | 22 giugno 2025, 07:30

All'improvviso quel "rosso" che ci riporta bambini: a Varese son tornate le amarene...

Per caso, dal Roberto di via Veratti, ecco in bella mostra i cestini con una "riscoperta" color Ferrari e dal sapore unico: un viaggio indietro nel tempo, quasi per "sopravvissuti" non ancora traviati da avocadi, noci di Macadamia, lime e altri esotismi...

Belle e buone: le amarene

Belle e buone: le amarene

«Ci vuole orecchio», cantava Jannacci, per stare al passo con l’orchestra e forse con la vita, ma a volte capita che ci voglia anche occhio, quello allenato da bambini a riconoscere la bontà. Due mattine fa passavo in bicicletta da via Veratti, e dopo aver rallentato per il semaforo dell’incrocio con via Sacco, la coda dell’occhio mi restituisce l’immagine di cestini ricolmi di qualcosa di rosso che non sono ciliegie. Possibile che siano amarene? Pianto una frenata e attraverso la strada rischiando un frontale col pullman, ma quel rosso è come la muleta per il toro, se sono amarene come penso il ritrovamento sa di archeologia. Non sono un grande amante delle ciliegie, ma delle amarene vado pazzo.

Chi le vende ormai qui da noi? Chiuso il Frutteto Dall’Ova, chiuso Lancini, rimane soltanto Roberto di via Veratti, il “casbenatt”, perché nei supermercati che ogni tanto frequento risultano sconosciute. Arrivano dall’Emilia e sono carette, ma lui le mette fuori a cestini, fresche fresche nel loro abito rosso Ferrari e l’occhio non si era sbagliato.

«Cosa vuole», dice Roberto, «le amarene le conosciamo solo noi vecchietti, sono quelli della nostra età ad acquistarle, i giovani non le vogliono e nemmeno sanno cosa sono, ormai ci sono frutta e verdure fuori moda». Come la cicoria a rosette che arriva d’inverno e il “casbenatt” tiene puntualmente in negozio, consumata da pochi sopravvissuti non ancora traviati da avocadi, noci di Macadamia, lime e altri esotismi.

E pensare che i frutti del Prunus cerasus o amareno, ispirarono addirittura d’Annunzio, che battezzò “Sangue Morlacco” un prelibatissimo liquore, prodotto da Luxardo di Trieste e tuttora in commercio, fatto con le “marasche” pressate, il cui succo, come un vino d’annata, è invecchiato in botti di rovere per nove mesi.

Da diversi anni non gustavo più le amarene, così ne ho subito messo un cestino nella borsa della bici, dando un bel colpetto al mio budget settimanale, ma felice di assaporare il gusto asprigno e unico di un frutto ricchissimo di vitamina C e B. La prossima ricerca, anche se temo difficilissima? Una pasticceria che produca una crostata di amarene, anni e anni fa l’unico a farlo era Reggiori, dalle parti dei vigili del fuoco. Si accettano suggerimenti.

Mario Chiodetti

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