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Storie | 23 maggio 2024, 14:11

La "contadina poetessa" di Varese: «Torno alla natura per scoprire me stessa»

Isabella Corti Pirovano, volto noto con la sua bancarella di prodotti biologici davanti alla chiesa di San Giuseppe, presenta domani allo spazio Coop di via Daverio il suo libro “Wild – Selvatica”. Tra le pagine rivive una scelta di vita, quella di fare la contadina uscendo dai luoghi comuni e rimettendosi in contatto con il proprio io: «Sono partita con la certezza di dover cercare me stessa nella natura selvaggia e oggi finalmente riesco a percepirmi parte di essa»

La "contadina poetessa" di Varese: «Torno alla natura per scoprire me stessa»

«Alba gentile/ accompagni uomini e bestie/ a un unico destino», scrive Isabella Corti Pirovano in una delle poesie che contornano il suo “diario di campagna”, e una nuova alba è sorta per lei lontano dalla pazza folla, in un borgo di poche anime dal nome palindromo, Aga, dalle parti di Casalzuigno.

Un grande larice a far da guardiano e la sera per radunare i pensieri e metterli in pagina, postarli a volte su Facebook dove Isabella conta su quasi diecimila follower, oppure pensare a un libro, oggi diventato realtà, con il suo volto in copertina e il singolare percorso di vita spiegato ai lettori.

Wild – Selvatica” (La Serenissima editrice, pp. 144, euro 15) sarà presentato domani, venerdì 24 maggio alle ore 17,30, alla Sala Vaghi dello Spazio Coop di via Daverio 44 a Varese, un’occasione per parlare di Natura, agricoltura sostenibile, lavoro al femminile e ricerca di libertà. Il libro racconta una precisa scelta di vita, dettata dal desiderio di rivalsa contro le avversità, quella di fare la contadina uscendo dai luoghi comuni e dagli schemi mentali, rimettendosi in contatto con il proprio io e facendo i conti soltanto sulle proprie forze. 

Isabella c’è riuscita, e in molti acquistano i suoi prodotti biologici il martedì e il mercoledì sulla bancarella davanti alla chiesa di San Giuseppe a Varese, scambiando quattro chiacchiere con lei o con sua mamma Rosanna, che le dà una mano nella vendita. Una storia di sacrificio e levate all’alba, di freddo e temporali, ma anche di contatti ravvicinati con alberi e animali selvatici, di consonanza ai ritmi delle stagioni, perché la Natura non dà mai nulla per scontato.

Lei scrive che «c’è voluta un’intera montagna per far ritorno a me stessa». Il cammino è stato lungo: si è concluso? Oppure manca ancora qualcosa?
«Ho una visione circolare della vita, basata sull'eterno ritorno, con questo libro ho chiuso uno di questi cerchi che chiamerei "i miei primi 40 anni". Oggi sono pronta a iniziare un nuovo cerchio con maggiore consapevolezza e maturità».

La sua è una prosa poetica, in cui esprime le emozioni con frasi brevi e incisive, frutto di un intenso lavoro su sé stessa. Il libro raccoglie i pensieri che ha postato su Fb in questi anni, quasi un percorso virtuoso o un’autoanalisi, a volte spietata.
«Scrivere per me ha sempre avuto un duplice fine; da un lato trovo nella scrittura un modo per indagare la mia realtà interiore e dall'altro un libro è una cassa di risonanza che amplifica le emozioni e le trasmette al mondo attorno a te».

“Capitan Cipolla”, il soprannome che lei ha scelto, cosa ha lasciato dietro di sé e cosa cerca oggi, nella nuova vita consonante con la Natura?
«Capitan Cipolla è una donna pirata, un'avventuriera che ha deciso anni fa di navigare il mare verde, che è la via del bosco. Sono partita con la sola certezza di dover cercare me stessa nella Natura selvaggia e oggi finalmente riesco a percepirmi parte di essa, in un costante rapporto d'amore».

In una poesia scrive che «ci salverà un alfabeto verde». Cosa serve per insegnare ai giovani questo alfabeto?
«I giovani hanno un disperato bisogno di valori saldi e autentici, è compito di noi adulti "imbandire la tavola" della loro vita con elementi che diano un senso alla loro età: impegno, sacrificio, fatica, responsabilità delle proprie azioni, coraggio e un pizzico di sana follia. Mostriamo loro che possono essere protagonisti di un mondo più sano, bello, etico e pulito. Dobbiamo essere noi a dare il buon esempio, lasciamo i cellulari spenti, prendiamo i nostri figli e insegniamo loro a leggere una mappa e poi iniziamo a camminare insieme nei nostri stupendi boschi».

Il suo libro dimostra come una donna possa riuscire in un lavoro faticoso, e come a volte la solitudine rinforzi il nostro io. Che consiglio darebbe a una persona che volesse intraprendere il suo percorso?
«Vivere e lavorare da sola ogni giorno in mezzo a un bosco tempra il carattere, ogni donna può realizzare i propri sogni credendo innanzitutto in sé stessa e nei propri talenti, anche andando contro al pregiudizio comune, del sesso debole. Spesso affermo “dove non arriva la forza dei muscoli, arriva creatività, ingegno e spirito di apprendimento". Auguro a tutte le donne di sentire dentro di sé il coraggio per raggiungere ogni loro desiderio di affermazione e libertà».

Mario Chiodetti

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