Il gruppo "La Corsetta", o almeno il suo spirito, più o meno allargato, ha colpito ancora. Ma, stavolta, invece di partire come ogni martedì e giovedì dal palaghiaccio per andare al Mosé del Sacro Monte (leggi QUI) e tornare in via Albani e, poi, al lavoro e alla vita di tutti i giorni più in forma e smaglianti che mai, hanno scelto una meta più "intrigante": il Viola Trail. Con tanto di pernottamento in tenda, bagno in una pozza termale e ritorno il giorno dopo. E, così, l'iron man Stefano Galante che rende eccezionali con la forza della motivazione e delle sfide anche le persone normali, ha raggruppato i suoi scudieri - sempre di più, sempre più uniti - per quella che è solo l'ultima impresa fatta di forza di volontà, allenamento e gruppo.
Pronti, partenza, via: ritrovo alle 4 di sabato scorso al palaghiaccio e partenza in bici per Bormio. Il gruppo era formato, oltre che dal "capitano" e responsabile dell'area fitness dell'Acinque Ice Arena Stefano Galante, da Luca Beltrami, Davide Mattei, Roberto De Franco, Nico Cannatà e Nicola Morelli. I fantastici 6 puntano verso la Valtellina passando da Como e percorrendo la Regina verso Colico e, dopo una tappa per una colazione veloce, proseguono fino a Sondrio, Tirano e iniziano la salita, che Stefano descrive come «la parte un po' più dura del tracciato», con quello strepitoso "un po'" in puro stule Galantiano per cui di veramente duro ci sono soltanto i limiti che ognuno di noi si pone.
Risultato: 210 chilometri percorsi e poco più di 2.000 metri di dislivello scavallati, «un'avventura "abbastanza" impegnativa ma anche divertente» (riecco quell'"abbastanza" da applausi tipicamente alla Galante), con traguardo parziale a Bormio attorno alle 13 e attesa del furgone, poi fondamentale per il rientro alla base con le bici, in arrivo da Varese con gli altri partecipanti al trail, cioè Antonio Lazzarelli, Matylda Slon, Paolo Ruggirello, Luca Mazzola, Matteo Poretti, Marco De Amici e Gysela Pohland, definiamoli non tanti i più "comodi", visto ciò che li avrebbe aspettati, ma i più "saggi".
Intervallo: pomeriggio refrigerante e rilassante con bagno in una pozza termale - non senza una birra rinfrescante - prima della cena, ovviamente, con prodotti tipici, pizzoccheri e bresaola, ça va sans dire, perché in quest'avventura tutto nasce dall'amore per terra, ambiente e "spogliatoio", inteso come capacità di tirare fuori il meglio da sé grazie allo spirito di gruppo.
Domenica mattina, dopo il pernottamento in tenda, arriva il bello - sempre che ci sia qualcosa che non lo è in questa due giorni d'amicizia e fatica - nella frazione di Arnoga, dove inizia una delle valli più belle delle nostre zone, la Val Viola, ed è fissata la partenza del trail di 23 chilometri con 800 metri di dislivello. Perfino il tempo, inchinandosi a questo piccolo capolavoro varesino, decide di assistere il manipolo di coraggiosi in una competizione che a questo punto Galante definisce «molto, molto faticosa» - aggiungendo subito, quasi per timore di avere esagerato con gli aggettivi: «Almeno abbiamo preso un po' di sole» - visto che si parte da un'altezza di 1.800 metri per arrivare di corsa fino ai 2.300 metri del rifugio Viola, dove in un tratto di percorso si deve affrontare, dopo il fango, anche il sentiero innevato.
Tutti hanno concluso la prova e la cosa più bella, parola del condottiero Galante, è che ad arrivare in cima dopo entrambe le frazioni, sia quella in bicicletta che quella di corsa, «è stato Nico Cannatà. Con il mio gruppo dell'Oxygen Triathlon abbiamo infatti portato avanti il progetto "Sport Incloosive" per allenare anche i ragazzi, più o meno giovani, che soffrono del diabete di tipo 1 come lui, e come me». Quando si parla di stimoli per superare i propri limiti, siamo davvero di fronte al numero 1.
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