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Storie | 23 maggio 2024, 07:44

Dai grammofoni ai Polly Pocket, passando per tappi e schede telefoniche. Quella passione un po' maniacale che si chiama collezionismo

Anche tra i varesini impazzano gli appassionati di oggetti del passato e del presente. Il confessionale laico dei collezionisti? Su Facebook si confrontano passioni per le quali dilapidare patrimoni e manie ossessive

Dai grammofoni ai Polly Pocket, passando per tappi e schede telefoniche. Quella passione un po' maniacale che si chiama collezionismo

Diciamola tutta, siamo un po’ carbonari. Gelosi, ossessivi e compulsivi, maniaci della perfezione, godiamo dei nostri vizi nascosti, delle assurde -agli occhi dei “normali”- veglie per beccare all’ultimo secondo l’oggetto all’asta di ebay che scade magari alle tre del mattino. Collezionare è certo una mania, ma anche un’arte, un modo per farsi una profonda cultura sull’argomento che ci sta a cuore, del quale conosciamo tutto, e viene in mente Watson quando descriveva Sherlock Holmes, riconoscendogli somma sapienza in chimica e zero conoscenza di letteratura di filosofia. Monomaniaci.

Ognuno infatti ha la passione che si merita e per la quale dilapida patrimoni, incorre nelle ire della moglie -ma ci sono anche collezioniste agguerrite- e insegue oggetti in ogni parte del globo, accumulando negli anni, in sole spese di spedizione, un piccolo patrimonio che meglio sarebbe stato destinare a bollette e vettovaglie.

Il confessionale laico dei collezionisti più disparati è di certo Facebook, dove chi ha posta di tutto, destando invidie e (più raramente) plausi di facciata, gruppi di maniaci di Verdi e di Puccini, con cimeli che nemmeno il Museo della Scala, di biciclette Legnano, di dischi e grammofoni, con gli ultimi arrivi “belli belli freschi freschi” da postare immediatamente per far rosicare i concorrenti. 

Ecco che arriva, sempre su Facebook, un moloch, un gruppo di devastatori di aste e mercatini con 100.628 iscritti, tutti accaniti collezionisti degli oggetti più disparati. “Io colleziono…e tu?” è il nome del gruppo, per la verità un po’ sussiegoso, del tipo io ho duemila tappi di bottiglie di birra e tu? Niente? Però la curiosità è tanta e ci tuffiamo nel mainstream della follia collezionistica trovando ogni bendiddio, dalle mignonnette di liquori, alle macchinine di latta, dalle penne Bic multi color, alle infernali calamite da frigorifero, ogni oggetto è collezionabile e catalogabile. 

Karim ci presenta le sue maglie da calcio vintage, quella dell’Inter con lo sponsor Misura e della Juve con Upim, nonché la mitica Samp targata Erg, Claudio ha decine di giochi per bambini, compreso il raro “Portobello” con un Enzo Tortora sorridente sulla copertina della scatola. Ecco Michela, con un frigorifero king size letteralmente ricoperto di calamite provenienti da ogni parte del globo, l’originale e romantico Riccardo con decine di sassi a forma di cuore, un certo Fra Beno con tutto il pubblicato di Stephen King, Vera con una impressionane raccolta di ditali di porcellana iniziata nel 1985, mentre Marcello ha intere bacheche piene di Angeli.

Marco magnifica il suo scatolone di profumi mignon, con addirittura un flaconcino firmato da Arnaldo Pomodoro, mentre Elisabetta, non si sa se per un simpatico sfottò ai maniaci o per reale interesse, mostra la collezione di calzini spaiati di suo figlio scrivendo che «a ogni cambio numero rinnovo collezione». C’è anche chi, come Agata, ha un muro tappezzato di tazze di ceramica da prima colazione, o il mitico Daniele con sette diconsi sette, raccolte complete di Tex e tre ancora in atto, roba da rinforzare le solette del pavimento.

Cesare, sigh sigh, confessa di aver finito lo spazio per le sue pazzie (in effetti non c’è un centimetro libero in casa), Piero mostra splendide schede telefoniche d’epoca, Alexia -ci scusi l’ignoranza- diventa matta per i Polly Pocket anni ’90 e 2000, mentre Andrea lo sentiamo più vicino, per merito della sua passione per i modellini di Vespa. Un altro Andrea ha un vero e proprio caveau ricolmo di figurine doppie di varie annate la cui vendita, secondo lui, potrebbe surrogare la pensione. E poi soldatini di piombo, barattoli di latta, Gabriele con un telefono da cabina «che ha segnato tanto la mia infanzia», lo sfegatato Nicola con la raccolta completa di “Forza Milan” e Godwin che salva vecchi giornali dalla discarica, o Gil che seleziona accuratamente bustine per la scuola rigorosamente anni ’80, mentre Loredana fa collezione di shaker, Emanuela di piccole piante grasse, Vicente di splendide bambole vintage spagnole, francesi e tedesche e Franco mostra ben 371 ditali di metallo, ma cose di alta epoca, «dai Romanici a Medievali, e uno molto bello del XV secolo donato come pegno di matrimonio con i simboli di due famiglie nobili».

Lo scroll sarebbe infinito, c’è davvero di tutto di più e, parliamo per esperienza, la follia più grande di chi colleziona è quella di desiderare in maniera spasmodica un oggetto visto online o in un mercatino del quale, fino a un attimo prima, non si conosceva nemmeno l’esistenza. Così iniziano le collezioni e si assottiglia il conto in banca, la ricerca non ha fine e la casa si trasforma in un bazar (ordinato però). Ma l’immancabile «io ce l’ho e tu no» muove da sempre il mondo dei raccoglitori che si scannano a colpi di euro nelle aste online, sperando sempre però nel “colpaccio” a due lire e un soldo magari in qualche soffitta non ancora visitata dai concorrenti. E, alla fine, anche chi scrive fatalmente si unisce al coro del gruppo Facebook: «Anche io colleziono…e tu?». 

 

 

Mario Chiodetti

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