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Basket | 21 novembre 2023, 07:30

VIDEO - Davide Moretti a L’Ultima Contesa: «Io playmaker? Già fatto in passato, ed è il ruolo che preferisco. La nazionale? Un pensiero costante»

La guardia biancorossa è stata ospite ieri sera della sesta puntata del talk show sulla pallacanestro di VareseNoi. Tanti spunti, partendo ovviamente dal match vinto domenica dalla Openjobmetis e dal suo ruolo in questa squadra: «Contro Scafati l’inizio del terzo quarto ci ha dato la fiducia che ci ha fatto vincere. Bialaszewski è un coach pacato con cui si può conversare. La Europe Cup? Giusto giocare una volta in più alla settimana»

Davide Moretti, ospite di ieri sera de L'Ultima Contesa

Davide Moretti, ospite di ieri sera de L'Ultima Contesa

Il giorno dopo la vittoria contro Scafati, è tornata in onda L’Ultima Contesa, il talk show di VareseNoi sulla nostra pallacanestro.

E ospite è stato proprio uno dei protagonisti del campo: Davide Moretti, la guardia migliore in campo nel match di domenica, con cui si è parlato della vittoria, del suo ruolo in squadra e di molto altro. Altro ospite della puntata è stato Alessandro Burin, giornalista di VareseSport.

Qui alcune delle battute di Davide Moretti:

«Una partita strana per certi versi - sul match di domenica - Per il primo tempo Scafati ha imposto il suo ritmo, ha giocato come voleva e noi abbiamo fatto ben poco. Nel secondo tempo siamo entrati molto aggressivi, e penso che da lì in poi abbiamo preso fiducia e abbiamo portato l’inerzia dalla nostra parte. I primi minuti del terzo quarto ci hanno dato la fiducia che poi ci ha fatto vincere, anche se gli ultimi due minuti sono stati strani: l’abbiamo vinta, l’abbiamo persa e l’abbiamo vinta di nuovo. Un’iniezione di fiducia che ci può servire per andare avanti».

Su coach Bialaszewski: «Una persona molto riservata, che non è vecchio stile che urla molto. È uno con cui è possibile avere una conversazione, è pacato e non gli ho mai visto fare una scenata, come magari quando ero abituato alle giovanili o con Pillastrini. È un allenatore giusto per questa squadra, dà molta libertà. Quello che si vede da fuori rispecchia quello che è durante gli allenamenti».

Cosa si è detta ieri la squadra nell’intervallo? «Abbiamo analizzato il nostro inizio, non dei migliori, e ci siamo imposti di non ripeterlo nei primi minuti del terzo quarto: era una cosa inaccettabile e non potevamo permettercelo di nuovo. Abbiamo corretto un paio di cose e mi sembra che si sia visto nei primi 5 minuti del terzo quarto».

Sul suo ruolo in squadra: «Alla fine il modo in cui giochiamo è un modo molto nuovo che va al passo con i tempi: una pallacanestro veloce, senza tanti schemi, con più persone che possono portare palla… Quando si tratta di incidere è giusto che la palla vada in mano alle persone giuste. Quello che mi sento di fare è dettare ritmi, giocare il pick & roll e all’evenienza fare anche punti, che quello che è sempre fatto. Mi piace, è un ruolo che in carriera ho già fatto, e se devo sceglierne uno preferisco fare il playmaker».

Dando un’occhiata alle proprie statistiche, ce n’è una di cui Davide è particolarmente soddisfatto: «Sono contento che sia migliorato il dato del mio defensive rating: ci ho lavorato molto e mi fa piacere che sia migliorato».

Sulle responsabilità tecniche che ha: «Il mio secondo anno a Texas Tech è stato importantissimo perché avevo in mano la squadra: giocavo più di tutti e gestivo più possessi di tutti. Insieme a quella stagione questa è una di quelle in cui ho più responsabilità».

Sul giocare la FIBA Europe Cup: «Siamo una squadra che non si conosce, messa insieme quest’anno e che quindi ha bisogno di esperienza, con tanti giovani che sono alla pima esperienza in Europa. Giocare potrebbe aiutare più di qualche allenamento. È un dispendio di energia a livello fisico e mentale, però per una squadra come noi che ha bisogno di esperienza penso che sia giusto fare una partita in più alla settimana».

Qualche ricordo sulla sua esperienza a Texas Tech, con la finale del torneo NCAA persa nel 2019: «È sempre un ricordo dolceamaro per come è andata a finire, ma cerco di ricordarmi i momenti più belli, come giocare davanti a 72 mila persone e che non ci siano altre partite al mondo con così tanto pubblico. Sarebbe stato più bello se fosse finita diversamente, ma mi porto dietro i ricordi più belli di quel periodo. È stato bello farlo anche con Tariq, con cui mi sarebbe piaciuto giocare quest’anno, ma sicuramente è un qualcosa di unico, perché arrivare in finale NCAA non è facile, mi sento quindi un privilegiato».

E infine, un pensiero sulla nazionale: «Assolutamente sì, è un pensiero che ho costante. È uno degli obiettivi che mi pongo a breve termine. Lavoro per quello e per vincere con Varese, che spero che sia una cosa che coincida con la chiamata in nazionale».

Qui sotto il video della puntata integrale.

Lorenzo D'Angelo


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