Tutti a Udine: sono pronti oltre cento alpini di Busto Arsizio. Un'adunata senza limitazioni dopo gli anni del Covid, una festa dopo un anno di impegno per gli altri. Impegno silenzioso e costante, per cui sarebbe bello avere sempre più persone "arruolate".
«Senza la leva - sottolinea il capogruppo Mauro Airaghi - il ricambio generazionale è più difficile. Ci sono però anche tanti alpini "dormienti", sarebbe bello che si unissero a noi per portare avanti le cose che facciamo». È un senso di appartenenza che magari riaffiora dopo anni, ma poi i ricordi sono un combustibile per accendere quel fuoco.
Coltivando questa speranza, adesso tuttavia si è concentrati sull'adunata. Presenti appunto un centinaio di alpini bustocchi, grazie anche alla solida presenza della Baldoria. C'è chi parte già venerdì, chi sabato: domenica la sfilata e la sera sulla via del ritorno, a Peschiera, la cena.
Lì è previsto di solito il rito, la cosiddetta "comunione" - scherzosamente ma rispettosamente parlando - per chi è alla sua prima adunata. Perché c'è chi ne ha fatte 22 come Airaghi, chi un numero superiore, chi è al suo "debutto" pur essendo associato da un po' perché non era mai riuscito a partecipare. In che cosa consiste questa cerimonia? «Durante la cena - spiega il capogruppo - viene data una zolletta di zucchero macerata nell'alcol... super alcolica». Si sorride, perché questo è appunto un momento di festa. Archiviate le polemiche dello scorso anno, si vuole stare insieme e vivere questa 94ª adunata alla grande.
«Come soci è il momento massimo dell'attività dell'anno - osserva - Ci si ritrova anche con i commilitoni in quei giorni. Adesso ci sono i social, ma prima ci si dava appuntamento per chi aveva fatto l'alpino in tale caserma». Un ritrovarsi, ripercorrere la strada affrontata nei giorni del militare, riassaporare le amicizie e ciò che insieme si era fatto per la comunità. Perché questa è la grande forza degli alpini, anche a Busto: sempre a fianco dei senzatetto che hanno bisogno di cibo e conforto o a organizzare manifestazioni per portare un sorriso, arrivando fino al presepe vicino alla basilica. Poi, se c'è un'emergenza fuori dai nostri confini, si parte.
Ma adesso il viaggio è l'adunata, per l'orgoglio e la voglia di fare festa. Sperando che nei prossimi mesi altri "alpini dormienti" si destino e si uniscano a questo gruppo desideroso di fare del bene.