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Busto Arsizio | 19 maggio 2024, 09:13

Inaugurata a Busto la Casa di Bartolo: «Un clima informale per far scoprire alle persone l'Alzheimer»

Nata il 17 marzo da un’idea della sua presidente Stefania Verderame, prende il nome dal papà, che lo stesso giorno, nel 2015, aveva ricevuto la diagnosi della malattia: «È importante che l’associazione venga vista come “casa”. Troveremo posti accoglienti e famigliari per incontrarci»

Inaugurata a Busto la Casa di Bartolo: «Un clima informale per far scoprire alle persone l'Alzheimer»

Non avrà una sede fissa la “Casa di Bartolo”, l’associazione dedicata alla demenza senile inaugurata ieri, perché «troveremo posti accoglienti e famigliari», ha spiegato la presidente Stefania Verderame.

Non un luogo, ma un momento in cui «far scoprire alle persone cosa si può fare anche con la malattia e non solo per i caregivers, ma anche per chi la vive da fuori».

Ieri mattina, è stata presentata nel giardino di casa della famiglia Lunardi, in via Rodari a Busto Arsizio: «Qui abitava nonna Orsolina, malata di Alzheimer».

Ma l’associazione è nata ben prima, il 17 marzo: «Prende il nome di mio papà, Bartolo, perché, proprio il 17 marzo del 2015, gli è stata diagnosticata la malattia. Io mi occupavo già di assistenza domiciliare, ma vivere un papà con l’Alzheimer è tutt’altra cosa. Voglio raccontare come l’ho vissuta io e questa associazione vuole vivere un clima informale, sensibilizzare e far conoscere quello che si vive quotidianamente con questa malattia».

«C’è paura di dire di avere un parente stretto malato e dopo il lockdown si è fatta ancora più fatica - ha continuato a spiegare Stefania Verderame - una persona affetta da demenza senile cambia completamente e dopo essersi rinchiusi in casa si è temuto anche di far vedere che il caro era peggiorato».

Motivo per cui «secondo me dobbiamo far conoscere a chi non ha a che fare con questa malattia, per dare anche ai caregivers la possibilità di chiedere aiuto, di trovare del tempo per stare in compagnia, conoscere persone. Per me è importante che l’associazione venga vista come “casa”, infatti non abbiamo una sede, ma troveremo posti accoglienti e famigliari per incontrarci».

E il primo è stato casa Lunardi: «Iniziamo dalle basi e parliamo un po’», e poi caccia alle uova e “attacchiamo bottone”, proprio realizzando dei bottoni rivestiti. Due attività realizzate grazie alla collaborazione di Laura Lunardi di Black Milk.

Michela Scandroglio

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