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Salute | 24 marzo 2023, 09:20

Nuovo ambulatorio di geriatria al San Carlo. «Qualità e benessere per il paziente anziano fragile e la sua famiglia»

La dottoressa Stefania Maffei, dell’Istituto Clinico San Carlo di Busto, spiega di cosa si occupa un medico geriatra, presenta il nuovo ambulatorio della clinica e l’Alzheimer Cafè in collaborazione con la Rsa Accorsi di Legnano

Nuovo ambulatorio di geriatria al San Carlo. «Qualità e benessere per il paziente anziano fragile e la sua famiglia»

All’Istituto Clinico San Carlo di Busto Arsizio nasce il progetto di presa in carico del paziente anziano fragile: «Sarà un ambulatorio, uno sportello, al quale il paziente o il caregiver, potrà rivolgersi per ottenere tutte quelle informazioni necessarie per gestire i propri problemi di salute e garantire a se stesso o, nel caso del caregiver, al proprio assistito una buona qualità di vita».

«Un medico geriatra si occupa del paziente anziano, quindi del paziente di età superiore ai 65 anni. Secondo le nuove linee guida internazionali, se il paziente è performante al di sopra dei 70 - spiega la dottoressa Stefania Maffei, medico geriatra dell’Istituto Clinico San Carlo - Si occupa di tutti quelli che sono i problemi di salute della persona anziana che si caratterizzano prevalentemente per la copresenza di più patologie. Tenendo conto di tutti i problemi di salute, l’intento del geriatra è quello di strutturare un processo di cura che punti alla qualità della vita».

Perché, spiega la dottoressa, «il paziente anziano coinvolge necessariamente la famiglia. Nel suo processo di invecchiamento e di comorbilità necessita sempre di più, via via nel tempo, di supplire alle funzioni che lui perde, quindi le capacità di vestirsi, di relazionarsi, di mangiare, di prendersi cura di sé. Il caregiver diventa quindi la famiglia, direttamente interessata e coinvolta nella malattia».

Quindi, la dottoressa Maffei, sottolinea l'importanza del progetto del San Carlo: «Il paziente anziano che accede all’ambulatorio riceve, non solo una valutazione da parte dello specialista e le indicazioni farmacologiche, ma una serie di indicazioni rispetto alle terapie non farmacologiche che possano permettergli un miglioramento della vita per se stesso e per il proprio caregiver».

Non è importante solo la cura del paziente anziano: «L’ambulatorio apre, infatti, la propria consulenza anche al caregiver che è coinvolto in parte integrante nel processo di malattia del paziente, fornendo il supporto e l’aiuto anche ad esso sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista del supporto per il lutto che una malattia, quale la demenza ma anche la malattia oncologica associata alla mobilità, dà. E si propone di offrire anche un supporto al lutto “post mortem”, una volta che il caregiver si è preso cura per tanto tempo del proprio congiunto, la perdita dovuta all’evento morte ha una eco ancora più importante».

La dottoressa Maffei aggiunge: «Il senso di questo ambulatorio è fortemente innovativo: mette a disposizione del paziente anziano fragile una pletora di professionisti, non solo medici, che possono offrire un piano di assistenza individuale dove l’attenzione è sulla qualità e sul benessere della sua famiglia».

Il 24 e il 31 marzo ci saranno due serate dedicate al nuovo progetto dell’Rsa Accorsi di Legnano, in collaborazione con l’Istituto Clinico San Carlo, riguardo l’apertura di un Alzheimer Cafè, il 15 aprile, proprio nella sede dell’Rsa: «Un luogo di incontro all’interno dell’Rsa aperto ai pazienti affetti da demenza e ai loro caregiver, durante il quale il paziente viene coinvolto in attività di terapia occupazionale, arte terapia, pet therapy, e il suo caregiver, contemporaneamente, viene coinvolto in attività di informazione, di supporto psicologico, di prova di quelle che sono le terapie che vengono proposte al proprio congiunto malato. La giornata (il momento di incontro) si conclude con un caffè bevuto assieme».

Importante per questo progetto è stata la collaborazione con l’Istituto Clinico: «La comunione d’intenti tra Rsa Accorsi e San Carlo, per una presa in carico del paziente globale e per il suo benessere, ha fatto sì che si potesse iniziare una collaborazione per l’apertura di questo Alzheimer Cafè e le due serate informative hanno la volontà di presentare alla popolazione la nascita di questo luogo di cura e presa in carico per il paziente affetto da demenza e il suo caregiver». 

Michela Scandroglio

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