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Hockey | 23 gennaio 2023, 18:01

Il presidente Bino: «Quando mille persone cantano, ai pattini spuntano le ali. Non si è chiuso un cerchio ma si è aperta una nuova era»

Il numero uno giallonero dopo il trionfo in Coppa Italia: «La gente mi abbraccia e dice "grazie" ma sul ghiaccio fanno tutto il coach e i giocatori. Tutto è nato da un panino al McDonald's con Marcello Borghi e Vanetti un anno fa quando dissi: "Io ci sono, e voi?"... Senza quel "sì" oggi non saremmo qui. Abbiamo dato un bel messaggio al mondo dell'hockey: una manifestazione così bella e spettacolare non si era mai vista»

Il presidente Bino: «Quando mille persone cantano, ai pattini spuntano le ali. Non si è chiuso un cerchio ma si è aperta una nuova era»

Con quella capacità unica di metterti sempre a tuo agio e tirare fuori il meglio da te, Carlo Bino ha prima convinto tutti a credere in una nuova società nata nemmeno da un anno, cioè a maggio scorso, poi al grande sogno di poter riempire il palaghiaccio (nessuno ci credeva, se non lui) e «quindi a vincere». Perché, come ha sempre detto, «se riempiamo gli spalti, poi vinciamo» visto che i tifosi del Varese non solo non li ha nessuno, ma da nessuna parte - se non a Bolzano, come ci ha confidato Sergio Visentin, che di tifo se ne intende - sono capaci di diventare una cosa unica con la squadra, dando e traendo forza gli uni dall'altra. 

E adesso che abbiamo vinto, Carlo, come la mettiamo? «La cosa che mi resterà dentro per sempre sono le lacrime dei giocatori, quelle dei loro parenti e quelle dei tifosi che mi abbracciavano dicendo solo "grazie". Ma io non vado sul ghiaccio, là ci pensano il coach e i giocatori... Certo che quando mille persone cantano, ai pattini dei ragazzi si aprono le ali. La cosa più bella di tutte per me è avere avuto la conferma che qui ci sono giocatori che hanno Varese nel cuore».

Il presidente dei Mastini svela un aneddoto: «L'anno scorso dopo una partita all'Agorà e due anni di esilio, davanti a un panino del McDonald's, ho detto a Vanetti e Marcello Borghi: "Io ci sono, e voi?". Senza quel "sì", oggi non saremmo qui».

Bino è in trance e rivede il momento del trionfo: «Quando Franchini si è avvicinato alla porta vuota a 3 secondi dalla fine, mille persone sono rimaste per un attimo infinito in religioso silenzio. C'era la paura che quel disco per uno scherzo del destino non entrasse... Ma poi c'è stata l'esplosione e tutti insieme abbiamo toccato la Coppa e il cielo».

Quelli appena trascorsi sono stati «due giorni bellissimi con un pubblico pazzesco e un un evento organizzato in maniera eccezionale» dice Bino. «Abbiamo dato un bel messaggio al mondo dell'hockey con una manifestazione che credo non si sia mai vista, anche per lo spettacolo nello spettacolo che ha fatto da contorno alle partite con il vocalist e il deejay, le immagini e il coinvolgimento del pubblico negli intervalli in diretta sul cubo: anche questo ha reso uniche le final four».

E adesso? «Andiamo avanti, un passo alla volta, e proviamo ad arrivare in fondo anche al campionato. Non si è chiuso un cerchio con questa Coppa Italia, ma si è aperta una nuova era che ci porterà lontano, restando noi stessi...». Noi stessi, con quello sguardo magnetico di un presidente capace di farsi seguire e a cui voler bene.

Andrea Confalonieri


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