In pochi ma infiniti minuti, il vento ha spazzato via ogni certezza: ma, passato l'enorme spavento, una delle cose che più hanno colpito Matteo Sommaruga è la triste sorte degli alberi. Sembravano secolari e immensi: il giorno dopo, il paesaggio di Marina di Carrara sembrava irrimediabilmente mutato.
Il bustocco - ex assessore di Castellanza - racconta così i momenti drammatici durante la bufera in Toscana, quella tromba d'aria che ha lasciato la sua feroce impronta.
Il giorno prima, postava immagine splendide e pacifiche della costa. La mattina dell'apocalisse, come l'ha definita anche sui social, non si pregustava una bella giornata. Ecco perché si è optato - al posto della tappa in spiaggia - per una passeggiata approfittando di ciò che offriva il mercato di Forte dei Marmi. «Ero a 50 metri dall'albergo - spiega Sommaruga - e punto lo sguardo verso il mare. Di colpo, il cielo era diventato nero. Di colpo volto la faccia a sinistra, in direzione della Liguria. Gli abitanti del posto dicono: se il cielo della Liguria è brutto, brutta sarà la tempesta. Quella mattina, sembrava già sera». Difatti, si accendono le luci e non c'è nemmeno il tempo per pensare.
«Mi giro di nuovo e scorgo il tornado, il classico cono, che mi veniva addosso. D'istinto - prosegue Sommaruga - ci siamo rifugiati sotto la pergola di un bar e poi piano piano siamo entrati. sì, era l'apocalisse. Tutto volava, ripetitori, antenne paraboliche, ripetitori, alberi. Come birilli, ed erano piante secolari. Poi è volato il materiale sulle bancarelle. Il vento andava a 140 chilometri all'ora. Anche i pedalò decollavano come aerei. Chi era in autostrada, ci ha detto che vedeva volare gli ombrelloni, eppure eravamo a due chilometri. La grandine, no, non c'è stata, ma in un paese lì vicino, attaccato La Spezia sì».
È la prima volta che Sommaruga trascorre vacanze vere e proprie qui; prima, giusto dei weekend. Doveva restare fino a domenica, ora valuterà. Perché l'altro fattore che l'ha colpito è la reazione della gente, Protezione civile in testa. «I soccorsi sono stati prontissimi - dice ancora - Ogg volendo, uscire e muoversi era impossibile. La difficoltà era legata al fatto anche che molte attività non avevano ancora riaperto. Ripeto, mi ha colpito vedere quegli alberi spezzati E pensare che quel giorno era in programma la visita alle cave di marmo. Il giorno successivo tutto era cambiato. Sembrava persino aver nevicato, erano gli aghi degli alberi».
Tutti a lavorare, perché c'è troppo da fare, c'è tutto esaurito. Bisogna riprendere maggiore energia possibile dopo gli anni del Covid.