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Calcio | 10 ottobre 2021, 00:01

Silvano Martina: «Sogliano voleva vendermi per un cavallo! Maroso non si arrendeva mai: neanche alle zanzare…»

Il portiere e, appesi i guantoni al chiodo, grande procuratore sportivo, ricorda i tempi vissuti in biancorosso e le persone incontrate: «Ho vissuto la mia gioventù a Varese e mi è rimasta nel cuore. Ernestino Ramella mi tiene sempre aggiornato sulla squadra. Gigi Buffon? Un campione che ispira i giovani»

Foto wikipedia e pianetagenoa1893.net

Foto wikipedia e pianetagenoa1893.net

Silvano Martina nasce a Sarajevo il 20 marzo 1953 da una famiglia friulana trasferitasi per motivi di lavoro. Adolescente rientra in Italia e inizia a giocare a pallone, nel ruolo di portiere. Ventenne esordisce in serie A con l’Inter, vincendo 3-1 contro il Palermo. Nella squadra nerazzurra è il terzo portiere dietro Lido Vieri e Ivano Bordon, trovando poco spazio. Viene così dato in prestito alla Sambenedettese per poi arrivare al Varese (1975-76), dove gioca tutte le partite del campionato di serie B, contribuendo a portare i biancorossi al quarto posto in classifica ma non riuscendo a salire in serie A per un solo punto. 

L’anno successivo ritorna all’Inter come vice di Ivano Bordon, giocando una partita contro il Lecce in Coppa Italia. Nel campionato 1977-78 è a Brescia: con le rondinelle colleziona 9 partite per poi essere trasferito al Genoa come  secondo di Sergio Girardi. Nel 1979-80 il ritorno, in serie C1, al Varese, dove gioca 34 partite ed è uno dei protagonisti della promozione in serie B. Un nuovo trasferimento al Genoa e un’altra promozione, questa volta in serie A, per poi fermarsi nella “città della lanterna” per quattro anni, giocando 125 partite. La sua carriera proseguirà al Torino (3 stagioni, 39 gare) alla Lazio (2 stagioni, 58 presenze), ancora al Torino e infine al Verona. Complessivamente, Silvano Martina ha giocato 149 partite in serie A e 125 in serie B.

Dopo il ritiro dall’attività agonistica inizierà poi la (grande) carriera da procuratore sportivo: tra i “suoi” calciatori spiccano i nomi di Gigi Buffon, Nemanja Vidic, Edin Dzeko, Daniele Padelli e Antonio Mirante.

Martina, quali sono i suoi ricordi di Varese e del Varese?
Ho passato gli anni più belli, mi sono davvero rimasti nel cuore. I colori a cui sono più legato sono il biancorosso del Varese e il rossoblù del Genoa. A Varese eravamo un bel gruppo e sono ancora in contatto con alcuni di loro: mi sento spesso con Ernestino Ramella, che mi tiene aggiornato sulle partite dei biancorossi. La mia carriera da portiere è iniziata davvero al Varese. Anche se Riccardo Sogliano era pronto a cedermi al Sant'Angelo Lodigiano in cambio di un cavallo…

Scherza, vero?
No, affatto. Ma rimasi, perché Carlo “ciuffo” Della Corna ebbe un problema ed entrai io. Andò tutto bene e fui confermato grazie a quella bella prestazione.

Come ha iniziato la sua carriera da procuratore?
Quando ho messo i guantoni nell’armadio dei ricordi, nessuna società di calcio mi interpellò per collaborare. Allora parlai con Sogliano che mi diede dei consigli preziosi e alcuni suggerimenti: frequentai il corso e iniziai questa carriera. Fu una sfida con me stesso.

Lei è lo storico agente di Gigi Buffon: ci racconta qualcosa di questo straordinario campione?
È un campione in tutto, è ed è stato un esempio. Tanti giovani ragazzi si sono ispirati a lui e alle sue gesta sportive. Ora ha fortemente voluto questo ritorno al Parma per rimettersi in discussione e per il forte legame alla società e alla città che lo hanno lanciato.

Come allenatore ha avuto Peo Maroso: ha qualche storia inedita per Noi?
Mister Maroso era un grande. Aveva una capacità unica di creare il gruppo, di motivarci. Una curiosità che posso dirvi è che Maroso aveva un tiro forte e preciso: per noi portieri allenarsi con lui che calciava così bene era il massimo. Il resto immagino lo sappiate già: era uno che non si arrendeva mai, ci spronava sempre a non avere paura. Ricordo un’amichevole con il Casale Monferrato e il campo era invaso da migliaia di zanzare: lui si ostinò a farci giocare e a fine partita gli venne la febbre per le troppe punture… Era tutto paonazzo, ma non si arrendeva!

Martina, le capita di tornare a Varese?
Prima della pandemia qualche volta venivo: mi piacciono i borghi storici, i colori del lago, i tramonti. Penso che a breve dovrò ritornarci anche perché la città mi carica di energie positive e lì ho passato i momenti più belli, quelli della gioventù. Posso dire di aver trovato tifosi cordialissimi che non mettevano troppa pressione addosso e personalmente mi hanno sempre trattato benissimo. Approfitto di questa intervista per salutarli tutti con un affettuoso ricordo.

Claudio Ferretti


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