Anche questo è Marcello...
A volte i nomi non servono, a volte invece sì. Io non so dire se questa volta sia utile o meno citare un nome per riconoscere il protagonista della storia; quello di cui sono sicuro è che è davvero utile ascoltare, vedere e riflettere perché quando un normodotato occupa indebitamente uno stallo riservato a portatori di handicap commette indubbiamente una leggerezza ma soprattutto lede l’altrui libertà.
Questo, ovviamente, vale per passi carrai, uscite private, strisce pedonali, scivoli pedonali o percorsi per non vedenti. Vale per ogni tipo di stupida leggerezza che vieta ad un’altra persona di muoversi liberamente e secondo le proprie possibilità a volte anche limitate.
Ce lo ricorda Marcello, un omone grande e grosso, buono, che molti di noi hanno incontrato in radiologia al pronto soccorso di Varese o all’ ARCI o a qualche concerto o in centro città piuttosto che in pizzeria. Ce lo ricorda con la semplicità che lo ha sempre contraddistinto. Ce lo racconta oggi, dopo che il diabete lo ha costretto su una sedia a rotelle rubandogli le gambe ma non la voglia di essere.
Con lui suo nipote per rimarcare il fatto che non ci si deve mai arrendere davanti a niente.
Questa è la storia Marcello Chiriacò, mi verrebbe a dire. Questa è una storia come tante che ci deve far riflettere sull’opportunità di saperci comportare rispettando il prossimo, che sia amico o no, conoscente o sconosciuto. Questa è una storia di cui dobbiamo fare tesoro perché prima delle istituzioni, alla base delle stesse, ci siamo noi che posteggiamo in doppia fila, davanti ad un cancello, sulle strisce pedonali, su un attraversamento per non vedenti, negli stalli rosa o gialli. Ci siamo noi, stupidi normodotati cui crediamo sia tutto concesso. Ci siamo noi che imprechiamo per una multa ma continuiamo a non rispettare il codice della strada.
In questa intervista Marcello si racconta e invita a riflettere su come e quanto la vita può cambiare e cambiarci senza preavviso o per nostra distrazione.
Ve lo ricordate il film “La vita è bella?”: Marcello ci racconta un’altra pellicola ma il titolo è sempre lo stesso.
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