Pietro e la pietra!
Ho incontrato Pietro Scampini per caso e per caso mi è capitato di intervistarlo poi, col passare dei minuti, ho compreso che il caso non esiste.
L’arte, l’espressione della creatività, è una parte integrante della sua vita e (per fortuna) anche di quella di molte altre persone.
Scampini è, oltre che artista, personaggio. Ascoltarlo è come viaggiare nel tempo e nei luoghi, nella cultura stessa non di un solo popolo ma di molti.
Le sue opere sono importanti e magari non sempre conosciute ma comunque riconosciute. Quando mi siedo di fronte a lui, nel suo laboratorio, imparo sempre. E questo mi piace. Può magari apparire supponente o superbo ma non è così, anzi, proprio il contrario. Scampini è un uomo semplice che ama scoprire e incontrare. Ama cucinare, rincorre la buona cucina e ogni incontro o telefonata si concludono sempre con un “passa di qui che ci facciamo un risotto… o un piatto di polenta e cinghiale o magari un pane e gorgonzola…”.
Il tutto ovviamente condito con una sottile capacità di analisi e di piacevole ilarità. Pietro Scampini è uno scultore tra gli scultori e le sue parole sono parte contemporanea della nostra storia.
In questa intervista si possono anche scoprire particolari sconosciuti del potenziale che Varese e questa nostra terra esprimono.