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Calcio | 23 giugno 2025, 14:03

Capitan Vitofrancesco trova subito una società che lo apprezza e sceglie la Caronnese: «Qui persone ambiziose, serie e professionali»

Il club rossoblù che si è giocato fino all'ultimo la promozione in D ufficializza l'arrivo del migliore biancorosso dell'ultima stagione: «Vorrei essere un punto di riferimento dentro e fuori dal campo insieme ai miei compagni più esperti. L’obiettivo sarà aiutare in particolare i giovani a dare il massimo giorno per giorno e migliorarsi»

Ferdinando Vitofrancesco nuovo acquisto della Caronnese

Ferdinando Vitofrancesco nuovo acquisto della Caronnese

Ferdinando Vitofrancesco, il capitano e uno degli uomini migliori dell'ultima stragione che il Varese per scelte incomprensibili non ha voluto trattenere, trova casa... vicino a casa (abita nel capoluogo, si sente "varesino" a tutti gli effetti anche grazie alla sua famiglia) nella Caronnese. «Di questo club ho sempre sentito parlare molto bene per quanto riguarda società e strutture - le sue prime parole - Infatti, dopo un primo approccio telefonico e successivamente di persona ho avuto subito conferma di questa bellissima realtà. Ho trovato di fronte persone ambiziose, che mi hanno trasmesso serietà e professionalità non sempre facili da trovare».

In bocca al lupo al capitano.

Il comunicato stampa della Caronnese con le parole di Vitofrancesco

Dalle giovanili del Milan all’ultima esperienza a Varese, in Serie D, vissuta da capitano e leader del gruppo. Ferdinando Vitofrancesco, classe 1988 e cresciuto nel vivaio del Milan, è il primo vero nuovo acquisto della Caronnese.

Ferdinando Vitofrancesco durante la sua lunga carriera è sempre stato protagonista, ovunque ha giocato: dalle stagioni iniziali con le maglie della Cremonese e del Grosseto, con un grande settimo posto in una Serie B nell’annata 09-10 con squadre di alto livello come Lecce, Cesena, Brescia, Sassuolo e Torino, per chiudere negli ultimi anni a Varese, in Serie D, da capitano. In mezzo, tante esperienze tra Serie B e C, con Cittadella, Lecce, Perugia e Alessandria, solo per citare le principali.

Vitofrancesco, però, ha avuto modo anche di “assaggiare” il calcio dei grandi, quello della Serie A. Era il 24 novembre 2006, quando il Milan di Carlo Ancelotti si sta preparando per la sfida con il Messina (partita finita 1-0, gol di Paolo Maldini al 13esimo minuto del primo tempo), e il nome di Vitofrancesco finisce nella lista dei convocati rossoneri, in mezzo a una giungla di campioni composta da Kakà, il già citato Maldini e i neo campioni del mondo Inzaghi, Gilardino e Alessandro Nesta, senza dimenticare Gourcuff e Seedorf, tutti giocatori che qualche mese dopo solleveranno la Champions League 2007 ad Atene.

Vitofrancesco arriva a Caronno Pertusella con ancora tanta voglia di proseguire la sua carriera nel calcio mettendosi di nuovo alla prova e accettando la sfida di riportare la Caronnese in Serie D a distanza di tre stagioni dall’ultima apparizione.

Cosa ti ha portato a Caronno?
“Della Caronnese ho sempre sentito parlare molto bene per quanto riguarda società e strutture. Infatti, dopo un primo approccio telefonico e successivamente di persona ho avuto subito conferma di questa bellissima realtà. Ho trovato di fronte persone ambiziose, che mi hanno trasmesso serietà e professionalità non sempre facili da trovare”.

Sarai tra i più esperti di una rosa che potrà contare anche su tanti ragazzi giovani e intraprendenti che vestiranno la maglia della Caronnese. Cosa pensi di portare loro?
“Penso di poter portare alla squadra, e in particolare ai più giovani, l’esperienza che ho accumulato in questi anni diventando per loro un punto di riferimento dentro e fuori dal campo insieme ai miei compagni più adulti. L’obiettivo sarà di aiutarli a dare il massimo giorno per giorno e migliorarsi sempre per raggiungere grandi traguardi individuali e di squadra e credere nelle proprie potenzialità”.

Che differenza hai riscontrato in questi anni tra il calcio professionistico e quello dilettantistico?
“Beh, c’è una notevole differenza sia sotto l’aspetto qualitativo ma soprattutto a livello mentale nell’affrontare i vari momenti positivi e negativi che si susseguono in un anno calcistico. C’è anche un’intensità di gioco più alta e nel saper capire i momenti della partita”.

Nel corso della tua carriera, hai avuto un modello di riferimento a cui ti sei ispirato nell’interpretazione del ruolo?
“Non mi sono mai identificato in nessun modello calcistico particolare per il semplice motivo che ho svolto più ruoli nella mia carriera. Però posso dire di essere amante dei calciatori tecnici, intelligenti (calcisticamente parlando) e non molto strutturati…. Se proprio devo fare un nome nel quale mi rivedo è Joshua Kimmich”.

Redazione


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