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Cultura | 05 aprile 2024, 15:56

“Andrea Ravo Mattoni - img2img - Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”

Il vernissage della rassegna a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa, sabato 6 aprile al Castello di Masnago

“Andrea Ravo Mattoni - img2img - Pittura, Copia e Intelligenza artificiale”

Sabato 6 aprile alle ore 18, al Castello di Masnago, il Comune di Varese presenterà la mostra Andrea Ravo Mattoni - img2img - Pittura, Copia e Intelligenza artificiale a cura di Monica Guadalupi Morotti e Andrea Ceresa con il contributo di Regione Lombardia. L'esposizione proseguirà fino al 28 luglio nelle sale del Castello e anche all'esterno e ci saranno numerosi eventi correlati.

Il progetto della mostra

Img2img - Pittura, copia e Intelligenza Artificiale è la prima mostra museale di Andrea Ravo Mattoni, artista nato a Varese nel 1981. È conosciuto in tutto il mondo dal 2016 per il suo progetto Recupero del classicismo nel contemporaneo: riprendendo la tradizione pittorica della copia, riproduce dipinti classici, risalenti principalmente al periodo tra il ‘400 e l’800, su grandi pareti con la tecnica dello spray.

Nel 2021, quando Ravo scopre l’Intelligenza Artificiale (AI) generativa, si apre una nuova via nel suo percorso: contro tutte le voci profetiche di apocalisse che inneggiano alla fine dell’arte, il pittore, invece di provare a distruggerla, si allea con la macchina. Il risultato della collaborazione è stato esposto nelle mostre War of Images alla Colab Gallery di Weil Am Rhein, in Germania, RenA.I.ssance alla galleria Artrust a Melano, in Ticino (CH), e MétAImorphose alla galleria Ange Basso di Parigi, recentemente conclusa.

Parallelo al percorso murale per cui è più noto, il progetto con la AI procede principalmente in studio: Ravo utilizza principalmente la stessa tecnica dello spray, ma su tela, supporto della pittura per eccellenza.

Il titolo di questa mostra, img2img, è la contrazione della formula image-to-image che indica una determinata tecnologia di Intelligenza Artificiale. Questa permette di trasformare un’immagine esistente semplicemente descrivendo ciò che si vorrebbe modificare e come in un breve testo (un prompt). Il titolo però non si limita ad indicare una delle modalità del processo creativo di Ravo, ma serve ad evocare, in senso più ampio, tutte le trasformazioni che occorrono alle immagini nella nostra società completamente satura (così come sono le memorie dei nostri cellulari): sono distorte, compresse, postate, inviate, trasmesse, dipinte, prese in fotografia, falsate, modificate, photoshoppate, stampate, rubate, scaricate e forse non è ancora tutto. E le immagini sono il materiale dei pittori, pertanto è naturale che questo mutare non passi loro inosservato.

Per molti anni Ravo ha ridipinto immagini classiche, iconiche, importantissime per la nostra cultura. Reinterpretandole con la sua tecnica unica, ingigantendole e ponendole in mezzo alla strada era già un processo img2img. E non lo sanno in molti, ma ridipingere è una cosa che ha sempre fatto, come si vede nell’ultima sala della mostra, dove l’autoritratto è una sovrapposizione di fermimmagine di un video girato da Ravo stesso con una delle prime videocamera portatile dell’epoca. Oggi, questa mostra, è la dichiarazione che continuerà a farlo, semplicemente sono cambiate le matrici da reinterpretare e la tecnica: non sono più solo i dipinti dell’arte classica, ma disegni e opere del ‘900 importanti per la sua formazione, sono le immagini generate dall’AI, in ogni stile, e sono anche le sue stesse fotografie, scattate in studio di posa.

Il percorso della mostra

Nelle stanze del Castello verranno esposte circa 25 opere inedite realizzate per l’esposizione, principalmente dipinte a spray su tela, ma anche due interventi ad acrilico su pietra.

Nelle prime tre sale dell’esposizione si pone il vocabolario del pittore, cioè le immagini di cui Ravo può disporre per dipingere: sono le infinite possibili immagini generate dall’Intelligenza Artificiale, sono temi classici della pittura interpretate da grandi maestri come Pellizza da Volpedo, di cui è stato preso in prestito il quadro Sera d’autunno o Valpozzo (1903) dalla collezione del Castello di Masnago. Sono anche le fotografie che Ravo scatta in studio di posa proiettando su delle modelle, sono anche la videoarte del ‘900 e gli anime giapponesi di quando era ragazzino, oltre che Caravaggio, suo autore classico prediletto sin dalla celeberrima Cattura di Caravaggio del 2016 sotto il ponte di fronte al Centro Commerciale Belforte.

Nella seconda metà della mostra, le sale 4, 5 e 6, le differenti tipologie di immagini, quindi il vocabolario di Ravo, si unisce per formare nuove immagini, nuovi mondi. L’illustrazione giapponese interagisce allora con la pittura classica e con gli affreschi del castello, quella che sembra fotografia invece è opera dell’intelligenza artificiale che si tradisce nell’imperfezione dell’immagine. Nasce un nuovo universo creato dal pittore in cui fotografia, arte, intelligenza artificiale, video pittura e tutto ciò che è immagine collassa a creare un nuovo fragile universo.

Nell’esposizione sono presenti delle strutture cromate e specchianti progettate da Studio Def e una composizione sonora di Andrea La Pietra.

La sala 7, l’ultima della mostra, è dedicata agli autoritratti. Partendo dal primo del 2004, realizzato ad olio su un lenzuolo della famiglia mentre frequentava l’Accademia di Brera, si passa al 2013 e infine al 2024. Si conclude così img2img - Pittura, copia e Intelligenza Artificiale. Nonostante sia la sua prima mostra museale, più che un traguardo è un inizio: questo progetto amplia il vocabolario di Ravo determinando così la possibilità di rappresentazione in immagine pittorica di nuovi infiniti universi possibili: il limite è solo l’immaginazione del pittore.

c. s.

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