Trento più Brescia: un assaggio sostanzioso di ciò che ci aspetterà su tutti i parquet della Serie A nel girone di ritorno.
Varese ora fa più paura del lupo. L’effetto sorpresa è svanito per sempre e da qui in poi sarà solo un ricordo: nessuno degli allenatori avversari potrà andare nel proprio letto sereno alla sera se contro la Openjobmetis non avrà provato a fare certe cose.
Quali? Bloccare la transizione offensiva della squadra di Brase, innanzitutto. Guardare oggi Alessandro Magro per credere: un assatanato sulla linea laterale nel chiamare ad ampi gesti il ritorno dei suoi nella metà campo difensiva, soprattutto durante il primo quarto. Chi affronta Varese, ora, sprinta in retroguardia come se non ci fosse un domani, addirittura rinunciando a volte a mandare uomini a rimbalzo offensivo per evitare che vengano infilati dalla contro-corsa avversaria.
E poi i falli spesi, sempre a bloccare ritmo e folate. E la guardia speciale appiccicata su Ross, costretto a pensare molto di più a cosa fare con la palla in mano rispetto a prima.
Per tutti questi motivi il successo ottenuto al cospetto della Germani vale tanto. Vale una prova di maturità, vale un salto di qualità, vale una lezione imparata dopo Trento, vale il primo esame superato dei quattordici che ancora attendono al varco.
Non ci saranno più, probabilmente, valanghe di punti segnati (80 oggi, 80 contro la Dolomiti Energia): ci sarà un nuovo modo di conquistarsi il pane e la stessa possibilità di esprimere il proprio gioco. Ovvero la pazienza, la capacità di adattamento. E la difesa, tanta difesa, in attesa del momento in cui tornare ad azzannare.
E allora, in una ex squadra sorpresa che ora vuole diventare grande splendono meravigliosamente i tre sfondamenti presi da Ross e i tentativi di tenere il suo corpo sempre davanti alle penetrazioni altrui. Splendono gli “ombrelli” di Owens, a oscurare il sole altrui: sta crescendo il nostro centro, sempre di più, al netto di qualche errore di posizione che ancora si ammira. Splendono i rimbalzi, splendono i sacrifici difensivi di De Nicolao, di Brown e di Woldetensae, splende l'aver imparato a gestire il ritmo una volta accumulato il giusto vantaggio (oggi pure troppo, vedi un ultimo quarto catatonico nel quale si è inutilmente rischiato di mettere in discussione una contesa già vinta).
Un ultimo dato per un ultimo applauso: 27 canestri, 21 assist. Dicono che il basket sia uno sport di squadra…