La tradizione del Falò di Sant'Antonio è tornata in tutta la sua bellezza, con tanti varesini che affollano piazza della Motta e via Carrobbio. Poco prima della 21 di questa sera la pira davanti alla chiesa dedicata al santo ha preso fuoco illuminando e scaldando la notte di Varese, come non accadeva da tre anni a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia di Covid.
Quest'anno il falò è tornato completamente in presenza e i varesini hanno risposto presente, affollando come da tradizione l'area della festa preceduta dalla processione con le fiaccole partita da via San Francesco e passata da piazza Monte Grappa e via Carrobbio fino al sagrato della Motta. Dalle cinquemila alle settemila persone, secondo le prime stime.
A recitare la formula storica che precede l'accensione è stato il decano dei Monelli, Angelo Monti, 91 anni: poi le fiamme hanno preso vigore alzandosi al cielo davanti a una piazza strapiena di cittadini e autorità e alimentate dalle fiaccole, tra l'altro, del prevosto di Varese monsignor Panighetti, del sindaco Davide Galimberti e del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana.
«Sembra che sia positivo - ha spiegato il professor Robertino Ghiringhelli, interpretando il "presagio" del fuoco che la tradizione vuole per l'anno appena incominciato - e che l'auspicio per il 2023 sia abbastanza buono. In ogni caso brucia all'interno, vuol dire che ha un cuore. E questa è la cosa più importante».
Dopo aver preso vigore le fiamme si sono rivolte verso la campagna e non verso il centro, aspetto questo che rappresenta - almeno secondo la storica credenza popolare - un buon auspicio per l'anno nuovo.