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Lettere | 30 maggio 2025, 14:54

LA LETTERA - «Prendiamoci cura di chi si prende cura di noi»

Il giornalista varesino Antonio Franzi, reduce da un infortunio che lo ha costretto alle cure sanitarie per mesi, spezza una lancia a favore del sistema di cure varesino: «Ho riscontrato efficace sinergia, competenza, professionalità, gentilezza. Questa testimonianza non vuole affatto negare le difficoltà che sussistono, ma bisogna anche valorizzare le eccellenze esistenti»

LA LETTERA - «Prendiamoci cura di chi si prende cura di noi»

Riceviamo e pubblichiamo dal collega varesino Antonio Franzi

Caro collega,
da giornalista e cronista non più (ahimè) di primo pelo, voglio riportarti una testimonianza diretta
di come funzionino le cose all’interno del nostro ospedale di Circolo, a Varese.
Era il tardo pomeriggio di sabato 11 gennaio quando, a causa di un malaugurato incidente
domestico, improvvisamente dovetti far ricorso dapprima all’autoambulanza e quindi alle cure dei
sanitari ospedalieri.
Pronto Soccorso e Ortopedia: efficace sinergia
Lo scrivo subito: sia al Pronto Soccorso, sia al reparto di Ortopedia ho riscontrato efficienza,
competenza e qualità d’intervento ad altissimo profilo: infermieri professionali, personale tutto e
medici agiscono in un’efficace sinergia al servizio del paziente.
Avevo peraltro fatto un “bel disastro al braccio destro”, per usare le parole dell’ortopedico che,
subito dopo le prime e immediate cure e la temporanea ricomposizione nel braccio del polso
fuoriuscito, mi visitò quel sabato sera.
Purtroppo, in quelle condizioni di difficoltà, non potei annotarmi i nomi del personale
infermieristico e medico del Pronto Soccorso che mi assistette: voglio comunque ringraziare
ciascuno di loro.
Fui quindi ricoverato in Ortopedia per le fratture sia del polso, più precisamente all’epifisi distale
del radio (Edr), sia della spalla, all’altezza dell’omero prossimale. Qui ho trovato un’équipe di
traumatologi giovani e altamente qualificati, capaci di utilizzare tecniche all’avanguardia. È il caso
del fissatore che, installatomi insieme a placche e fili al polso dalla squadra operatoria guidata da
Marco Puricelli, ho portato per otto settimane sulla mia spalla destra. Una tecnica, questa del
fissatore, che ai medici varesini, non più tardi di due anni or sono, valse il riconoscimento per il
miglior poster presentato all’assemblea della Società Italiana di Ortopedia.
Accomuno in un sentito ringraziamento anche la gentilezza e la bravura delle giovanissime
anestesiste che si sono occupate di me come pure del personale amministrativo e sanitario
dell’ambulatorio appunto di Ortopedia del padiglione Santa Maria.
Dalla cura alla riabilitazione
È già trascorso un lungo periodo dal giorno di quel gravoso incidente domestico: settimane non di
certo facili per me, ma accomunate dalla certezza di poter contare su di un supporto medico di
qualità.
Tuttora sono in fase di riabilitazione e il percorso per il pieno recupero è ancora lungi dal termine.
Anche in questo caso conto su persone super: sia per la fisioterapia (un grazie a Claudia, Simone,
le due Silvie, Alice e Chiara), sia per l’idrochinesiterapia in acqua (grazie a Edoardo). E un bacio
vada alla mia Lara!
Prendersi cura di chi ci cura.
Questa testimonianza non vuole affatto negare le difficoltà che – lo sappiamo bene – toccano la
sanità del nostro Paese. È indispensabile, però, anche valorizzare quelle eccellenze che nel
comparto pubblico sussistono. Perché tutti insieme – noi cittadini, gli amministratori degli enti
locali, la classe politica e quella imprenditoriale a 360 gradi, il sistema mediatico – dobbiamo
“prenderci cura di chi si prende cura di noi”, quale impegno cui ci richiama anche la fondazione Il
Circolo della Bontà con la sua attività a favore degli ospedali del nostro territorio.
Cordiali saluti,
Antonio Franzi

Redazione

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