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| 31 luglio 2021, 07:00

Beata piazza: a Busto c’è un prato da vivere

Apprezzato dalle famiglie il parco davanti alla chiesa di Beata Giuliana. Già frequentato, potrebbe diventare un punto di ritrovo per tutte le età. Sul Palaghiaccio: «Bisognerebbe che si sbloccasse. Quella roba lì non si può più vedere». Un po' di scetticismo sul traffico che potrebbe portare l'ex Mizar

Beata Giuliana: gli spazi sono apprezzati. Forse ci si potrebbe fare molto di più

Beata Giuliana: gli spazi sono apprezzati. Forse ci si potrebbe fare molto di più

A Busto c’è un prato che è piazza. E una piazza che è prato. Si trova a Beata Giuliana e ogni giorno i bambini, che delle definizioni se ne infischiano, ci corrono e giocano. Se lo godono. Dal momento che a loro il posto piace, il prato diventa agorà. Perché gli accompagnatori, gli adulti, sguardo rivolto ai piccoli, lì si trovano. Si conoscono, si confrontano, discutono.

«Sono qui da 50 anni – racconta una nonna – e il rione lo vedo cambiato. In meglio. Abito da queste parti e basta poco per venire in un posto verde, dove fare giocare i nipoti». Una “collega” (appena un paio d’anni in meno di stanza in loco) conferma: «Qui si sta bene. C’era un po’ di preoccupazione per la mancanza di barriere verso la strada. Ma adesso ci sono e funzionano. Anzi, ce ne vorrebbe qualcuna in più». Giochi curati, prato ben tenuto: lo spazio davanti alla chiesa di Beata Giuliana è un modello o quasi.

«Capita – raccontano da un esercizio che insiste sull’area - di vedere qualche compagnia di ragazzi. Bivaccano sui gradini della chiesa o nel parco. Non un grande spettacolo, ma di veri disagi non ne abbiamo avuti».

Il vicino oratorio è noto per essere un punto di aggregazione vivace e frequentato. Non lontano c’è l’Ite Tosi, eccellenza formativa che attrae tanti giovani. L’Enaip è a pochi metri.  Perfino i parcheggi recentemente ricavati in zona funzionano. Non solo per metterci le auto: non è raro vederci bambini che lì sperimentano le prime pedalate, sotto lo sguardo dei genitori.

L’impressione è che l’area, già apprezzata, abbia potenzialità inespresse. «Certo – ricorda qualcuno – bisognerebbe che il “palaghiaccio” si sbloccasse. Quella roba lì non si può più vedere». E c’è anche un po’ di scetticismo sull’ex Mizar: si teme che, una volta accolte tutte le attività previste, il traffico sconvolga la vita nell’area (ha appena iniziato a operare un supermercato, che da quelle parti mancava da anni).

Intanto, però, Beata Giuliana si gode il suo posto speciale.

La piazza che è prato. Il prato che è piazza.

Stefano Tosi

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