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Calcio | 24 gennaio 2021, 19:34

Il dio del calcio punisce il Varese perché non segna mai. E non segna mai perché non ha attaccanti

Chi sbaglia gol, paga: inutile prendersela con Capelli, Minaj e Balla che fanno benissimo tutto, tranne la cosa che conta. Per quella serve un giocatore che la butti dentro: mancava la scorsa estate e manca ora. Troppe scelte sbagliate sul mercato

Il dio del calcio punisce il Varese perché non segna mai. E non segna mai perché non ha attaccanti

Il dio del calcio non va disturbato mentre è appisolato sulla sua nuvola: svegliandosi quando non si rispettano le sue poche e sane regole, la prima delle quali vieta di arrivare decine di volte davanti alla porta avversaria - come fatto dal Varese nelle ultime cinque partite - e buttarla quasi sempre fuori o sul portiere, ha deciso di fare capire un'altra volta che senza attaccanti non puoi fare gol, e lo ha fatto inesorabilmente e sanguinosamente (clicca qui per le pagelle, qui per le dichiarazioni qui per la cronaca di una partita incredibile). 

Inutile prendersela con i poveri Capelli, Minaj e Balla - pieni di talenti e velocità i primi, di sacro fuoco il terzo - se concretizzano un decimo di quello che producono: loro creano o lottano perché sono giocatori fatti così. Inutile lustrarsi gli occhi di partite meravigliose. E' tutto inutile quando, dalla sua nuvoletta, il Signore del pallone decide di punirti perché hai tutto tranne l'unica cosa che conta, e cioè il gol («In vent'anni di carriera non mi era mai successo di disputare cinque partite creando e sbagliando così tante occasioni» ha detto Ezio Rossi, che non ha certo iniziato oggi ad allenare).

E quel gol ti manca perché hai rastrellato sul mercato piedi buoni, corridori, giovani talenti come Minaj e Parpinel e, da poco, anche un giocatore con gli attributi come Gazo, ma non hai mai voluto o saputo scegliere gli attaccanti giusti. Né Fall, né Lillo lo erano: inadeguato il primo, leggerino e a volte spaesato il secondo. Né Sow, né Ebagua lo possono essere da subito perché hanno bisogno di allenarsi per ritrovare condizione e smalto (perché scegliere contemporaneamente due punte che hanno entrambe bisogno di un recupero più o meno lungo se al Varese manca, immediatamente, soltanto una cosa e cioè la rete?). Né lo è Balla, che è un uomo ovunque e un uomo maglia ma non un uomo-gol. Né in rosa esistevano o esistono centrocampisti con più di una manciata di gol nelle gambe (Disabato, peraltro infortunato, è bravo a farteli fare). Con meno di 30 gol realizzati in stagione è impossibile salvarsi, a meno che tu non abbia una difesa d'acciaio (non è il caso del Varese, che ce l'ha buona al centro e in porta, più o meno sufficiente sui lati): i biancorossi finora ne hanno realizzati 13, dove troveranno tutti quelli che mancano, soprattutto quando non si potrà correre a mille all'ora come nell'ultimo mese, per arrivare in porto? Quando il direttore sportivo Califano e il consulente Scandola (il Varese dev'essere l'unica squadra di serie D con due uomini mercato, quindi dovrebbe avere il doppio dei punti) costruiscono e poi ricostruiscono il Varese, se la pongono questa domanda?

E si chiedono perché aver puntato su una squadra troppo bella per un campionato brutto, troppo leggera in una situazione pesante, ora che stanno provando a rimediare ai loro errori (tra l'altro l'allenatore Sassarini, poi cacciato, qualcuno deve averlo pur scelto, anche se nessuno si è mai fatto avanti per rivendicarne la paternità)?

Si sente spesso dire del Varese dagli allenatori avversari, forse perché vincono, o forse no: «Non ho mai visto giocare una squadra così bene». "Maledetti" loro. Ai tifosi del Varese, ma anche a quelli del Gozzano e del Bra primi e secondi in classifica, non interessa un fico secco giocare bene in serie D, né comprendono come si possa avere avuto la scorsa estate l'ambizione per pensare di poterlo fare. Interessa salvarsi, o vincere i campionati, e per farlo serve chi la butta dentro: né prima, né ora c'è. Punto e basta. 

Ezio Rossi è l'uomo giusto (bravo chi l'ha scelto e a chi ora lo segue): speriamo che basti e che, nel momento della verità, magari ai playout, nessuno ripensi a partite come quella di oggi, o come le ultime cinque (Borgosesia a parte), perché certi fantasmi come i gol falliti e i gol subiti al primo o al secondo tiro degli avversari, se restano dentro, prima o poi riemergono. A meno che ci si salvi prima degli spareggi: ma, per farlo, bisogna - ora e sempre - buttarla dentro. Per non fare arrabbiare di nuovo quel signore che sta lassù.

Andrea Confalonieri


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