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Varese | 09 gennaio 2020, 13:15

Settantasette studenti sospesi all’Isis Newton, a protestare ora sono i genitori: «Chi ha sbagliato paghi, ma non tutti sono dei vandali»

I genitori degli alunni sospesi si sono recati questa mattina all'Isis Newton di Varese per parlare con la dirigenza scolastica: «Situazione gestita male, qualcuno poteva farsi male»

Settantasette studenti sospesi all’Isis Newton, a protestare ora sono i genitori: «Chi ha sbagliato paghi, ma non tutti sono dei vandali»

Continua a tenere banco in città la questione degli studenti senza riscaldamento all'Isis Newton e della clamorosa protesta messa in atto in seguito. Una protesta, sfociata in alcuni danneggiamenti, che ha provocato la ferma reazione della scuola (leggi qui).

Sono settantasette i ragazzi sospesi per tre giorni che questa mattina si sono presentati a scuola accompagnati dai genitori per essere ricevuti dal dirigente scolastico, il professor Daniele Marzagalli. I genitori hanno sfilato per tutta la mattinata davanti alla presidenza: erano contrariati per l'accaduto, ma non hanno contestato tanto il provvedimento di sospensione quanto la gestione di quanto accaduto. «Se hanno sbagliato è giusto che si assumano le loro responsabilità – hanno spiegato -, ma vogliamo che vengano riconosciute anche quelle della scuola che a nostro avviso non ha saputo gestire la situazione». 

Si parla - almeno secondo le testimonianze raccolte sul posto - di un centinaio di studenti in tutto, lasciati senza supervisione a girare tra i corridoi della scuola, tant'è che un muro degli uffici di dirigenza è stato danneggiato e non si è ancora identificato il responsabile. Non alcune aule, come era stato detto erroneamente all'inizio, ma una sola parete che i ragazzi raccontano - pur negando di sapere chi materialmente l'ha danneggiata - sia stata presa a calci dopo che il dirigente scolastico avrebbe, secondo la loro testimonianza, rifiutato il confronto. 

«Tutto assolutamente ingiustificabile – hanno sottolineato i genitori - Ma vogliamo che sia chiarito il criterio con cui questi 77 ragazzi sono stati sospesi e soprattutto come si è arrivati a questa situazione. Non tutti gli studenti si sono resi responsabili del vandalismo e protestare non è un reato. Tanto più quando si è costretti per l'ennesima volta a stare in classe al freddo». 

Tredici gradi è la temperatura registrata ieri mattina
dal termometro durante la prima ora di lezione, e che è salita a 16.7 alla quinta ora, come si legge in una nota scritta da un docente, nel segnalare che alcuni studenti non erano in aula per quella ragione: «A causa della bassa temperatura presente in aula (16.7 C°) la classe di propria iniziativa e senza autorizzazione si reca in dirigenza».

I genitori hanno voluto ricostruire gli avvenimenti che hanno preceduto i fatti, per capire come la protesta possa essere degenerare a tal punto. «Pur riconoscendo le reciproche responsabilità, non ci sta bene che a pagare siano solo i nostri figli. Noi li affidiamo alla scuola e ci aspettiamo che gli insegnanti e il preside si prendano cura di loro. Ieri qualcuno avrebbe potuto farsi male seriamente».

Il dirigente scolastico li ha ricevuti uno ad uno e ha annunciato che chiarirà pubblicamente la sua posizione nelle prossime ore attraverso una lettera.

Valentina Fumagalli

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