«Bella vita» esordisce Fabrizio Castori, recordman di tutto che questa sera con il suo Sudtirol alle 18 nella sfida secca di Coppa al Sinigaglia contro il Como di Morata e Fabregas tocca quota 600 panchine.
Dietro ai record di promozioni, salvezze e imprese miracolose solo per chi non riconosce il peso dell’umanità, della passione, della schiettezza, della menoria, della modernità nella difesa dei valori più puri del calcio, però, c’è sempre quella sua capacità unica di restare lo stesso che allenò i ragazzi di San Patrignano nel periodo forse più bello della sua vita, quando lo squalificarono e tentarono di etichettarlo per quello che non era o, che, forse era e sempre sarà: uno di noi. Noi tifosi, noi bambini, noi curva, noi colori e noi bandiere delle nostre squadre che hanno memoria, cuore e attributi anche quando provano a strapparglieli.
Sventolando nella terra di un calcio che per lui è ancora il calcio di tutti, Castori accoglie come un re un tifoso del Varese e un amico come Paolo Limido nel ritiro di Cermenate con tutta la spontaneità e l’entusiasmo di cui è capace, presentandogli lo staff e portandoselo nel parcheggio per una chiamata del cuore: «Telefoniamo ad Andrea».
E, così, arriva la videochiamata Cermenate-Minorca: «Bella vita. Faccio anch’io il giornalista» esordisce con una risata fragorosa Fabrizio - accanto a Paolo - che il giornalista, in realtà, l’ha sempre fatto, leggendo la realtà e dicendo ciò che pensa, andando al nocciolo delle partite e della vita, compagno, padre e fratello di uno spogliatoio e di una fede (le sue squadre sono sempre state una questione di fede).
Capace di accogliere Paolo come un vecchio amico, anche se la parola “vecchio” per lui è una virgola tra scherzo e futuro, tra memoria e sfida: «Conservo un articolo di VareseNoi di qualche anno fa tra i miei ricordi più belli» (avevamo titolato nel novembre 2023, il giorno del suo ritorno all’Ascoli a 69 anni: "Fabrizio Castori, l'allenatore che ogni tifoso vorrebbe avere. Del contratto non m'importa, qui bisogna incendiare la piazza». E poi: "L'ex tecnico del Varese recordman di promozioni e imprese impossibili torna sulla panchina dell'Ascoli a 69 anni con una scarica di adrenalina e passione che ci fa ancora amare il calcio e le persone come lui. Sanguigno e tutto d'un pezzo, per Fabrizio i tifosi sono ancora il primo interlocutore»).
Tra la corsa di Mazzone e la pipa di Bearzot, c’è ancora posto per il mare - a volte calmo, a cui abbandonarsi, altre in tempesta, con cui battersi e abbattersi su tutto ciò in cui si crede - di Castori. Partito come un fiume, è Oceano (dalla Terza Categoria alla A, anche se la panchina più “alta” è stata San Patrignano).
Altri su di lui scrivono romanzi, noi ci accontentiamo di una nuova pagina bianca. Da scrivere stasera: Como-Sudtirol, Golia contro Davide, la vita di Castori. In cui il finale non e’ mai scritto…














